L’Hyde Park? A Praga
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Valentina TurraIl primo speaker's corner fuori dalla Gran Bretagna è diventato sede di manifestazioni di estremisti. E ora, la capitale boema, non sa dove metterlo.
«Non sono uno di quelli», nega scuotendo la testa Radek, un giovane ceco di trenta anni. Si trova a Palackého námstí, non lontano dalla Moldava, davanti al monumento grigio/verde dedicato allo storico e politico ceco František Palacký. Nel cosiddetto Hyde Park di Praga, come lo chiamano ormai i cittadini, nel 2004 è stato inaugurato il primo speaker's corner fuori dalla Gran Bretagna. Qui attivisti, pensatori o semplicemente “fuori di testa”, possono esprimere le loro opinioni ai passanti, illustrando le loro teorie sulla fine del mondo o le loro convinzioni politiche.
Il problema è che presto la piazza è diventata anche un punto di incontro per manifestazioni estremiste e slogan xenofobi. «No, non faccio davvero parte di quelli», dice Radek.
Ora l’Hyde Park di Praga deve spostarsi. Jana ernochová, trentaquattro anni e sindaco della seconda circoscrizione di Praga, dove si trova la piazza, ha chiesto all’amministrazione centrale della città di eliminare lo speaker's corner. «All’inizio era sfida, ma ora temo che l’idea di una piattaforma di dialogo libero possa essere fraintesa», critica la ernochová. «I vicini si lamentavano del rumore, del caos del traffico e degli atti vandalici». Nel 2008 è calato il silenzio sullo speaker's corner praghese, e oggi la piazza è vuota, se si escludono i passanti affannati e gli studenti che aspettano il tram per la vicina università.
Ricordando la Rivoluzione di velluto
Eppure l’Hyde Park di Praga aveva avuto un inizio luminoso. All’ inaugurazione del 2004 quasi 1000 persone si erano radunate in piazza Palacký ad ascoltare ospiti del calibro del Ministro britannico per i Rapporti con l’Europa, che aveva tenuto il suo discorso oscillando sulla tradizionale cassetta per la legna. Il 17 novembre era il quindicesimo anniversario della 'Rivoluzione di velluto', che ha portato al crollo del regime comunista. Una data storica per marcare la nascita dell’Hyde Park praghese, almeno secondo la visione dell’amministrazione cittadina. La popolazione di Praga avrebbe seguito d’ora in poi le orme di città come Londra, che ha avuto tra i suoi oratori grandi del calibro di George Orwell, Karl Marx o William Morris.
Euan Edworthy, se l’era immaginato proprio così il futuro del fratellino dell’Hyde Park londinese. Il 39enne britannico è arrivato a Praga nel 1994 come consulente d’investimento per il Governo ceco. Si è poi innamorato delle città e di una donna serba, ora sua moglie. «L’idea dello speaker's corner è nata nel 2003», spiega orgogliosamente Edworthy nell’ufficio della sua compagnia in centro. «Ho seguito da vicino lo sviluppo del Paese e questa mi sembrava un’opportunità per contribuire a qualcosa che speravo potesse essere parte fondamentale della vita democratica della Repubblica Ceca. Da bambino visitavo spesso lo speaker's corner di Londra. Da britannico subisco il fascino dell’idea di potersi semplicemente mettere lì e poter dire quello che si vuole. Perciò mi sono precipitato dal sindaco di Praga, Pavel Bém, che ha trovato, con mia sorpresa, l’idea grandiosa».
Il giovane britannico è stato sostenuto anche dall'Ambasciata Britannica di Praga . «Avevamo la sensazione che fosse bene sostenere qualcosa che rappresentava molto chiaramente una necessità», descrive Simon Martin, vice-ambasciatore britannico in Repubblica Ceca. «È interessante come, nonostante ci sia il forte bisogno di potersi esprimere liberamente, sopravvivano ancora nella Repubblica Ceca dei residui dei vecchi meccanismi di controllo. Per far nascere lo speaker's corner si è dovuto, ad esempio, allargare il diritto di assemblea».
La destra in piazza
La conseguenza? Dopo l’allentamento della legge, a Palackého námstí si possono svolgere manifestazioni non annunciate. Lo scorso gennaio, ad esempio, gruppi di destra provenienti da Pilsen hanno creato disordini. Peter Uhl è furente. L’ex dissidente ceco, pubblicista e attivista dei diritti umani, non è ancora stato ad un incontro o ad una manifestazione allo speaker's corner di Praga. «È intollerabile radunarsi in piazza Palacký e urlare “Abbasso gli ebrei”», dice sbattendo le mani e alzando la voce.
«Si può prendere una sedia, dovunque, e spiegare che si vuole salvare mondo. Allora perché creare un luogo fuori legge? Questi sono post-comunisti che non hanno capito le regole dello stato di diritto», afferma Uhl. «È un altro progetto dei nostri validi sindaci, che vogliono mostrarsi liberali, ma ottengono così l’esatto contrario».
Lo speaker's corner di Londra(Foto: ©Tom T/flickr)
Libertà di parola. Dove la mettiamo?
Ci vuole tempo, «come per un prato all’inglese», perché lo speaker's corner funzioni. Edworthy sa che l’Hyde Park di Praga è ancora «molto giovane». In futuro vuole creare un programma di attività per ridare vita al progetto. Nel frattempo ha fondato lo Speaker's Corner Trust e ha dei piani per la creazione di altre tribune per oratori in tutta Europa.
Il vicesindaco, Rudolf Blažek, ha radunato a Praga tutti i sindaci di circoscrizione per trovare un nuovo posto per la libertà di parola. «Ovviamente non vogliamo liquidare lo speaker's corner e il relativo diritto a parlare liberamente. Ma dobbiamo trovare un luogo adatto. Tuttavia il consiglio comunale può affermare con sicurezza che l’Hyde Park di Praga non sarà soppresso».
Spostare lo speaker's corner a Žižkov vorrebbe dire la sua morte
Molte proposte, come quella di spostare lo speaker's corner sulla piana di Letná, vengono rifiutate a causa dei progetti edilizi attuali. Zdenk Lochman, di Praga 3, ha proposto l’isolato parco Parukáka, situato nel sobborgo di Žižkov a trentacinque minuti di treno. Ma rappresenterebbe la morte del parco dei liberi oratori. Edworthy insiste sul centro città: piazza Wenzel sarebbe l’ideale.
Renata Horvátová porta il suo cane a passeggio a piazza Palacký. «Il Governo può andare a quel paese», dice indignata. «Qui le discoteche e i traghetti disturbano molto di più. Li si sente tutta la notte. Lo Speaker's Corner, invece, è un sollievo. Appartiene a questo posto. Così almeno gli oratori tengono sveglio questo Ministero incompetente».
Grazie a Jií ermák
Translated from Prager Hyde Park: Der Club der toten Redner