Stelios Elliniadis (Syriza): "Il mostro c'è ancora e fa paura"
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Maurizio BrancaleoniIl giorno in cui sono state annunciate le immediate riforme di Tsipras su tasse e pensioni, abbiamo intervistato Stelios Elliniadis, giornalista e membro del Comitato centrale di Syriza, il quale avverte che, malgrado si siano fatti grandi progressi anche grazie al supporto dei cittadini, "il mostro c'è ancora, terrorizza le persone e saccheggia i Paesi".
cafébabel: Cosa significano i risultati del referendum per i greci e quale messaggio trasmettono al resto dell'Europa?
Stelios Elliniadis: Il voto "Oxi" (No) è un messaggio molto forte per la classe politica ed economica europea. E' il rifiuto dell'imposizione dell'austerità, una dichiarazione d'indipendenza contro gli atteggiamenti neo-coloniali, e il rigetto della vecchia classe dei partiti e dei politici che hanno trascinato l'intero Paese in una profonda trappola.
cafébabel: Quali potrebbero essere i passi successivi nella rinegoziazione del debito al fine di ricevere maggior denaro?
Stelios Elliniadis: Non esiste un buon accordo senza un taglio generoso dell'enorme debito (che attualmente è al 180% del PIL). L'austerità sarà permanente, anche se abbiamo appena cercato di pagare l'interesse annuale per questo debito di 330 miliardi di euro. Ciò è stato riaffermato di recente dal Fondo monetario internazionale (FMI). Soltanto ottenere il denaro necessario a sostenere il debole sistema bancario della Grecia e ripagare i prestatori sta aumentando il nostro fardello del debito e incrementando la recessione. Inoltre, cosa ancora più importante, continua a impoverire le persone.
La Grecia ha bisogno di denaro e strumenti per riavviare la sua economia, non per prolungare l'attuale crisi, che è già durata cinque anni, nel futuro. Nel breve termine, con le banche chiuse per più di una settimana e i depositi che spariscono, la delegazione greca si troverà di fronte alla pressione continua di sottomettersi alle richieste delle "istituzioni" europee. La mia speranza è che il Governo greco, legittimato dalla volontà del popolo, non si arrenda.
cafébabel: Quali passi sono possibili e cosa non è assolutamente negoziabile?
Stelios Elliniadis: Il verdetto del "No" è piuttosto chiaro. È un'espressione assolutamente democratica a favore di un'inversione degli atti che stanno distruggendo un'intera nazione. Ma i valori democratici in Europa sono applicati selettivamente. Persino un alleato sarebbe costretto a morire per non aver messo in atto le direttive del consiglio politico e finanziario europeo, anche se una buona parte della responsabilità per le malefatte dei Governi greci precedenti è da attribuire alle politiche imposte da questo stesso consiglio direttivo. Per il momento, nella mia opinione, dei grandi ostacoli si frappongono a un vero progresso.
Le persone in Grecia si sono sentite sollevate quando hanno scoperto che, dopo i grandi tagli sui loro stipendi e sulle loro pensioni, per cinque mesi non sono stati fatti ulteriori tagli dal nuovo Governo. Questa è una misura di difesa minima. Per di più, un aumento dell'IVA del 23% sulle destinazioni turistiche, richiesta dai creditori, è un colpo diretto all'unica "industria" che funziona ancora in Grecia.
A causa delle richiesta della Troika, l'economia greca ha subito una rapida deindustrializzazione e un restringimento ancora più rapido del suo settore agriculturale che produceva prodotti alimentari di alta qualità. Di conseguenza consumiamo patate dall'Egitto, pomodori dall'Olanda, formaggio dalla Germania, latte dall'Italia, carne dalla Bulgaria, limoni dalla Turchia e cipolle dalla Polonia. Questo è un genocidio economico, sociale e culturale!
Affinché queste politiche fossero messe in atto, il consiglio direttivo europeo appoggiò i politici locali che erano attaccati a queste politiche. Ci sono voluti 25 anni, con un'intensificazione dal 2000, per portare il nostro Paese sull'orlo del collasso. Banche private e statali prestavano parecchio denaro pur pienamente consapevoli che, a causa delle dimensioni limitate dell'economia greca, questo debito non sarebbe stato più rimborsabile in alcun modo.
Il loro obiettivo era tenere in ostaggio l'intera Nazione. Il prossimo passo è chiedere il riscatto. Noi stiamo lottando contro questo. Loro possiedono già beni importanti di valore strategico come la compagnia di telecomunicazioni greca e pretendono la "liberazione" della compagnia energetica greca, dei porti e dei 14 aeroporti in quelle zone turistiche che sono vitali, visto che hanno già sotto controllo l'aeroporto di Atene.
cafébabel: Questo gesto di "ribellione"potrebbe essere scambiato per un esercizio di irresponsabilità?
Stelios Elliniadis: Come possiamo mostrare al resto dell'Europa come svolgere un esercizio di compromesso?
cafébabel: Di recente i notiziari e i giornali hanno messo in luce le molte "atrocità" commesse dai Governi precedenti, dal pensionamento anticipato (53 anni) ai conti truccati. Perché vi assumete la colpa, ma non accettate la punizione?
Stelios Elliniadis: Sì, è una ribellione se un movimento di sopravvivenza resiste, combatte contro il suo sterminio. Il governo di Syriza ha accettato più compromessi di quanti il popolo avrebbe considerato razionale. E questa è una questione molto delicata. Il "No" è più radicale e più pertinente. Le persone chiedono un trattamento onesto e giusto. Dicono che non sono delle prede da consumare. La piena responsabilità di quelle marionette che hanno regnato per tanti anni è della classe politica ed economica europea. I grandi gruppi europei hanno alimentato l'esplosione della corruzione in Grecia.
Tutti i grandi scandali in cui sono stati coinvolti i politici greci sono legati a Siemens e altre compagnie, perlopiù tedesche, produttori delle dotazioni per le Olimpiadi, produttori d'armi (carri armati, sottomarini...) e di altri beni dai prezzi esagerati. Il popolo europeo è disinformato. Molti credono che la maggior parte del denaro sia stato speso per le pensioni e gli stipendi, il che è sbagliato. La classe politica serviva le sue cerchie con generosità (salari alti; prestiti falsi; pensioni, spesso multiple, anticipate; esenzione fiscale...), ma questo non è il caso della maggioranza delle persone che lavoravano con impegno e ora sono disoccupati.
Oltre 1,8 milioni di persone non hanno un lavoro, ci sono alcune centinaia di migliaia di persone che svolgono lavori part-time, altri vengono pagati da 300 a 500 euro al mese senza un limite sulle ore lavorative, mentre più di 300 mila negozi hanno chiuso. Alcune strade sono piene di persone che dormono sul marciapiede e molti, migliaia, si sono suicidati, al verde e depressi. Se questo non è un disastro totale, allora cosa lo è? È assolutamente palese che coloro che hanno creato questo caos siano protetti dal consiglio direttivo europeo. Sono stati persino supportati e promossi senza vergogna dai funzionari europei durante la campagna per il referendum. Vogliono servi e regimi dipendenti, non persone libere e Governi autonomi.
cafébabel: Crede che questo gesto potrebbe essere l'inizio della fine per l'Europa o il recupero dei suoi valori fondanti?
Stelios Elliniadis: Ci sono dei segnali forti che la nostra "ribellione" ha avuto un certo impatto sull'Europa. C'è ancora molto da fare, per ora non sono eccessivamente ottimista, ma ovunque qualcosa ha cominciato a muoversi nella giusta direzione. Guardiamo con speranza a ciò che sta fermentando in Spagna, Italia, la nostra vicina, la Turchia, e in misura minore nella maggior parte dei Paesi europei dove l'anti-austerità e individui eccezionali osano sfidare la brutale deviazione della classe direttiva dai valori collettivi del popolo dell'Europa.
cafébabel: Varoufakis si è dimesso. Perché? La reazione del FMI?
Stelios Elliniadis: Per quanto riguarda Varoufakis e il FMI, è prematuro interpretare il suo abbandono del Governo. Per quel che concerne il FMI, dovremmo stare attenti, ma non prendere per scontato ciò che i funzionari annunciano di volta in volta. Molto spesso sono fuorvianti di proposito.
I greci da soli non hanno nessuna probabilità di riuscire a rovesciare le politiche del chi dirige le istituzioni europee. Abbiamo fatto passi importanti, abbiamo l'appoggio della maggioranza delle persone, ma abbiamo bisogno di alleati, molti alleati dagli altri Paesi. Il mostro c'è ancora, terrorizza le persone e saccheggia i Paesi.
E a proposito di terrorismo. Non potete immagine quale terrore sia stato scatenato da quegli organi di stampa che sono controllati da privati. È impossibile da descrivere a parole. Ed è molto incoraggiante il fatto che, nonostante la chiusura delle banche decisa dalla BCE per smettere di finanziarle proprio prima del referendum, le persone abbiano preso posizione e a dispetto di tutte le minacce e i ricatti, abbiano gridato "Oxi".
Translated from Syriza's Stelios Elliniadis: "The monster is still out there."