Philippe Poutou: "Certamente non sono un eroe"
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Federica M.Philippe Poutou rimonta in sella. Il membro del Nuovo Partito Anticapitalista ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali francesi del 2017. Quattro anni fa questo meccanico di professione aveva guadagnato l'1,15% dei voti e l'immagine amichevole di uno che urla contro le ingiustizie. Oggi, Poutou piange ancora ma continua a sognare: "Tutti i giorni".
cafébabel: Il mondo di oggi può essere complesso. Come descriverebbe quello che fa a un bambino?
Philippe Poutou: Ero impiegato nella produzione di componenti per automobili (presso la fabbrica Ford di Blanquefort, nel sud-ovest della Francia, n.d.r.). Sfortunatamente, il mio lavoro ha arricchito padroni egoisti, mentre l'economia dovrebbe avere come primo obiettivo quello di rispondere ai bisogni della gente. Ciò accade perché questo sistema è profondamente ingiusto. È per questo che lottiamo con i compagni lottiamo, perché tutto il mondo possa vivere decentemente, avere cibo, un riparo e accesso alle cure mediche. Per fare questo la soluzione è che il popolo, gli oppressi e gli sfruttati, assumano il potere e stabiliscano l'uguaglianza di diritti per tutti.
cafébabel: Tutti possiamo essere eroi, almeno per un giorno. Qual è la cosa che ha sempre sognato di fare?
Philippe Poutou: Certamente non essere un eroe, né tantomeno un supereroe. Non esistono salvatori supremi. Al contrario, sognare e sperare, tutti i giorni. Sognare ad occhi aperti una mobilitazione incredibile, con milioni di persone per la strada, per vivere dignitosamente, contro le ingiustizie.
cafébabel: Per molte persone l'Europa è una cosa noiosa, una scocciatura. Secondo lei, come si potrebbe renderla più attraente?
Philippe Poutou: Proponendo un'Europa che sia il contrario di quella che è. In altre parole, un'Europa fatta di persone, delle loro rivolte contro il potere, contro le banche, gli istituti finanziari, e contro un potere profondamente anti-democratico. Un'Europa senza frontiere, in cui venga istaurata la liberà di circolazione, dove sia assicurata la cooperazione fra le persone, in rottura con quella concorrenza cosidetta libera e leale, uniformando i diritti sociali dall'alto.
cafébabel: Qual è la cosa che la indigna di più nel mondo d'oggi?
Phlippe Poutou: Cos'è che più m'indigna? La situazione dei migranti che fuggono dalle guerre e dai massacri commessi dai loro regimi dittatoriali. I rifugiati si trovano ad affrontare la brutalità dei leader europei, i quali erigono enormi recinzioni per impedirgli di circolare liberamente condannandoli a morire affogati nel mare o soffocati nei container.
cafébabel: Il nostro mondo ci chiede di essere perfetti, ma qual è il difetto che lei riesce a sopportare meglio?
Philippe Poutou: La perfezione, in questo mondo? Non la vedo affatto. Al contrario, sono il cinismo, l'ipocrisia, l'individualismo, il pensare a sé stessi, la legge della giungla, l'indifferenza verso il destino degli altri che mi sembrano costantemente elogiati. Siamo ben lontani dall'essere perfetti.
cafébabel: Sembra che Internet conosca tutto di tutti, ma qual è la cosa che Google non sa di lei?
Philippe Poutou: Volete che vi racconti qualcosa di privato, un segreto? Mi dispiace, ma non ho niente d'interessante da dire.
cafébabel: Congratulazioni! È stato scelto come rappresentante mondiale dei giovani. Qual sarebbe stato lo slogan della sua campagna?
Philippe Poutou: Anche se mi sforzassi, non riesco ad immaginare questo genere di cose. Al contrario, dare un messaggio, una voce. Direi: «Ribellatevi a questo mondo capitalista, soprattutto non arrendetevi, non subite nessun tipo di oppressione, battetevi per l'uguaglianza dei diritti, per tutti e per tutte».
cafébabel: Qual è la prima cosa che fa ogni mattina, cascasse il mondo?
Philippe Poutou: Mi alzo dal letto, come al solito.
cafébabel: Se potesse inventare una cosa che ancora non è stata creata, cosa sarebbe?
Philippe Poutou: Migliorerei qualcosa che già esiste. Qualcosa che possa risolvere il problema della fame, della miseria. Vaccini che rendano l'umanità solidale, antimilitarista, che impediscano le guerre e la violenza. E nel frattempo, potremmo reinventare gli scioperi generali e le rivoluzioni.
cafébabel: Faccia come Martin Schulz. Che cosa direbbe a una persona razzista?
Philippe Poutou: Io non so come faccia Martin Schulz. Ad ogni modo, il razzismo si denuncia, si combatte a spada tratta. Ma il razzismo non è genetico o innato, è la società che lo produce ed è essa che va combattuta. Sono le ineguaglianze sociali, i rapporti di oppressione che producono le divisioni, i pregiudizi, l'odio. Direi, tanto per cominciare: «Non ingannare il tuo avversario, non farti fuorviare dalla tua rabbia».
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Ci sono molti "Big Fish" che nuotano nel mare d'Europa. Cafébabel presenta una nuova rubrica e si immerge in profondità per intervistare alcuni dei volti noti della cultura, della politica, della musica e della società europea.
Translated from Philippe Poutou : « Surtout pas un héros »