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Le elezioni in Spagna puniscono il bipartitismo

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Politica

Se il Partito popolare ha superato i socialisti alle elezioni di domenica, la maggioranza assoluta sfugge di mano al Premier uscente Rajoy. Le due forze politiche emergenti, PodemosCiudadanos al 3° e 4° posto, di fatto potrebbero rendere il Paese ingovernabile, sostengono alcuni commentatori. Altri invece sottolineano come questo risultato possa essere un passo avanti per la democrazia.

Nessuna rivoluzione, ma un cambiamento significativo

La formazione di un governo stabile in Spagna sarà possibile solo attraverso degli accordi a cui il Paese non è affatto abituato, scrive il quotidiano di centrosinistra El País: «Se il nuovo sistema politico determinato dalle urne non è una rivoluzione, è comunque un cambiamento importante. In primo luogo riflette l'aspirazione degli spagnoli alla negoziazione e al consenso: sono stanchi degli sterili scontri generati dal contesto molto polarizzato del passato. I partiti dovranno imparare a convivere in uno scenario di minoranza parlamentare, in cui ognuno dovrà dare il meglio di sé per garantire la stabilità del sistema. Se è certo che ci vorrà una complessa trattativa per formare un Governo, si può sperare, comunque, che i principali attori costituzionali affronteranno questa missione con uno spirito costruttivo».

Da El País Spagna » 21/12/2015

Questo voto può avere effetti positivi

Il quotidiano liberale Público ripone speranza nella nuova legislatura che ha inizio in Spagna: «Come in Portogallo, l'assenza di una maggioranza assoluta potrebbe portare i poteri politici ad un'alleanza parlamentare insolita. (...) I due grandi partiti (PP e PSOE) dovranno negoziare con Ciudadanos e Podemos. Se ciò di per sé non può garantire una politica di rinnovamento, è almeno l'inizio di un nuovo ciclo, tanto imprevedibile quanto stimolante. Certamente, sarà il caso che i partiti si sforzino di arrivare ad un accordo consensuale; e che il risultato di questi negoziati corrisponda al desiderio di cambiamento degli elettori. Sono in molti a credere che questa volontà sarà di breve durata, ma la legislatura che sta per iniziare potrebbe portare qualche piacevole sorpresa».

Da Público Portogallo » 20/12/2015 

Una metamorfosi sfolgorante

La Spagna è diventata ingovernabile, questo è il commento del quotidiano economico De Tijd in seguito alle elezioni politiche: «Con un simile risultato, si dovrà dare prova di una grande leadership politica e di creatività per costruire una coalizione praticabile. (...) Il fatto è che la crisi dell'euro ha sbriciolato il panorama politico spagnolo e che nulla è stato fatto per porre rimedio alle sue conseguenze peggiori: elevato tasso di disoccupazione, disuguaglianza e povertà. La dittatura di Franco non consentiva alcun spazio per il pluralismo politico. Cinquant'anni dopo, non esiste più una maggioranza operativa. A tempo di record, la Spagna è passata dall'essere una dittatura ad una democrazia ingovernabile».

Da De Tijd Belgio » 20/12/2015 

Ciudadanos avrebbe potuto salvare la Spagna

Raccogliendo il 13,9% dei voti, il Partito d'ispirazione liberale Ciudadanos si è piazzato solo al quarto posto. Un risultato che non soddisfa il quotidiano liberale Corriere del Ticino: «Una collaborazione tra Rajoy e i liberali di Ciudadanos sarebbe stata l'opzione più interessante, ma anche la più suscettibile di poter funzionare. Questo perché i liberali sono più positivi e costruttivi di Podemos, e la loro ambizione non è quella di distruggere le conquiste politiche degli ultimi 30 anni. Rivendicano un nuovo inizio, si rifiutano di essere dei semplici moralizzatori e si presentano come un'alternativa moderata rispetto ai sostenitori del leader antisistema di Podemos, Pablo Iglesias. (...) Il programma economico dei conservatori è d'altronde quasi identico a quello dei liberali, così come il leader del partito Albert Rivera, lui stesso catalano e contrario all'indipendentismo, potrebbe (o sarebbe potuto) essere la persona perfetta per ricomporre le diverse sensibilità locali».

Da Corriere del Ticino Svizzera » 21/12/2015

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Translated from 20D: Spanien wählt Wandel, nicht Revolution