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Greta Thunberg : « Dobbiamo cambiare il sistema »

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Martina Ricciardi

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Greta Thunberg è un’attivista climatica svedese di sedici anni. Il discorso che ha tenuto a dicembre 2018 in occasione della Conferenza ONU sul clima e durante il quale ha criticato i leader mondiali per la loro negligenza ha fatto parlare i giornali di tutto il mondo.

Ad agosto 2018 hai organizzato uno sciopero scolastico per sensibilizzare le persone sui pericoli legati al cambiamento climatico. Quando, secondo te, hanno iniziato ad ascoltarti?

Greta : Il secondo giorno, forse. All’inizio ero sola, ma poi le persone hanno cominciato a raggiungermi. È incredibile: se decidi di organizzare una cosa, nel giro di pochissimo le persone iniziano a supportarti, a unirsi a te.

Pensi che i giovani della tua generazione siano più sensibili ai problemi ambientali?

Non mi piace quando le persone dicono una cosa, e poi ne fanno un’altra. Con il cambiamento climatico succede così. Dicono: «È il problema più grave che abbiamo», e poi continuano a fare come prima. Non lo capisco. Per me o è bianco, o è nero; o rispettiamo l’accordo di Parigi oppure no. Il grigio non esiste. Così ho iniziato a documentarmi, e credo che a stuzzicare il mio interesse sia stato il fatto che viene ancora considerata una questione poco reale. Il cambiamento climatico sta minacciando la nostra esistenza, eppure nessuno sembra esserne al corrente, né tantomeno interessato.

I miei coetanei lo sanno che il surriscaldamento globale è causato dalle emissioni di gas serra che porteranno allo scioglimento delle calotte polari, e a condizioni climatiche pericolosissime. Ma non sanno cosa significa sul serio, e non sanno neanche con quanta urgenza sia necessario agire per evitare che tutto ciò accada.

Cosa ne pensa la tua famiglia di questo tuo attivismo?

I miei genitori pensano che io debba andare a scuola, certo, ma sono contenti che gli scioperi siano solo di venerdì. Mi hanno chiesto se c’è qualcos’altro che potrei fare e io ho risposto: «No, questo è quello che farò». Quindi anche se non mi supportano, capiscono perché lo faccio.

Gli scioperi solo il venerdì, quindi, sono stati un compromesso?

No. Sono rimasta seduta fuori dal Parlamento per tre settimane, tutti i giorni. Dopo le elezioni, ho pensato: «Perché smettere proprio ora che ho attirato l’attenzione, ora che le persone hanno cominciato ad ascoltarmi sul serio? È senz’altro più utile continuare a venire qui finché la Svezia non entrerà in linea con l’accordo di Parigi». La crisi climatica non si è placata dopo le elezioni. Non importa chi ha vinto, perché nessun partito aveva i requisiti necessari per aderire all’accordo di Parigi. Quindi se mi fossi fermata, sarebbe stato come ammettere: «Le lezioni sono passate: è finita».

« Viviamo come se ci fossero 4,2 pianeti »


STORIA DEI DIRITTI DELLE DONNE IN SVEZIA:

1919 : le donne ottengono il diritto di voto

1922 : vengono elette le prime cinque donne in parlamento

1974 : il congedo parentale sostituisce la maternità

1975 : viene concesso l’aborto entro la diciottesima settimana di gravidanza

1980 : viene introdotta la legge contro la discriminazione di genere in ambiente lavorativo

1983 : le donne possono candidarsi per qualsiasi tipo di lavoro, anche all’interno della Forze Armate svedesi

Come fai a conciliare la vita e l’attivismo?

Ho smesso di fare cose che prima, invece, facevo. Quando sono a casa, di solito, o sono molto presa a organizzare i miei progetti, a contattare le persone, oppure rimango sdraiata sul divano. Non c’è mai una via di mezzo.

Le comunità indigene di tutto il mondo non solo subiscono il cambiamento climatico, ma vedono anche il loro territorio restringersi sempre di più. Hai avuto modo di parlare con la comunità Sámi di Svezia, Norvegia, Finlandia e anche della Russia?

Conosco alcuni attivisti di quella comunità. Combattono contro cose davvero importanti, e io li ammiro molto, ma tutti dovrebbero farne parte. Dobbiamo agire insieme.

Le persone ti conoscono grazie al tuo attivismo in campo climatico, ma cosa ne pensi dell’attuale situazione politica in Svezia e, in generale, in Europa?

Je pense que nous n'allons pas dans la bonne direction. Il faut changer de cap et activer le freinage d'urgence parce que, dans une crise comme la nôtre, on ne peut pas faire autrement. La politique nécessaire n'existe pas à l'heure actuelle. C'est le système qu'il faut changer, pas le climat.

La Svezia viene considerata un modello da seguire per quanto riguarda la lotta al cambiamento climatico e alla parità di genere. Tu, invece, sei molto critica. Come mai?

La Svezia non è un modello da seguire. È tra i dieci Paesi al mondo con la maggior percentuale di impatto ecologico pro capite. Viviamo come se avessimo 4.2 pianeti, che di per sé non è una cosa sostenibile. Non penso ci siano modelli da seguire, attualmente. Se ne dovessi scegliere uno, forse sceglierei quei paesi in via di sviluppo che hanno emissioni pro capite molto basse. Eppure non hanno ancora avuto l’opportunità di alzare i loro standard di vita.

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Greta fotografata da ©Hannah Goldstein

Dici che i nostri leader ci hanno deluso, e che probabilmente ci deluderanno di nuovo. Pensi che abbia senso dedicarsi alla politica? Qual è la chiave per cambiare le cose?

Il problema è che le persone non ne sanno abbastanza della crisi climatica. E se non ne sanno abbastanza, non possono neanche fare pressione sui politici e su chi è al potere, quindi se ne lavano le mani. Il cambiamento deve venire dalla persone: bisogna mettere i politici nella condizione di agire.

Hai detto pubblicamente di avere la sindrome di Asperger, e in un tuo TEDx talk sostieni di parlarne solo se necessario. Come hai reagito alla diagnosi?

Ero molto depressa, e ho smesso di andare a scuola perché non riuscivo più a dare un senso alla mia vita. Poi, però, dopo la diagnosi, ho avuto la conferma del perché sono una persona diversa. Questo può essere un punto di forza oggi: tutti parlano e agiscono allo stesso modo, sono tutti uguali, ma a quanto pare questo non ha avuto un grande successo. Abbiamo bisogno di persone che pensano fuori dal coro.

Come ti senti a essere stata nominata una delle teenager più influenti del mondo dal Time?

Quando me l’hanno comunicato ero davvero sorpresa. Ed ero contenta che anche le due ragazze che stanno lottando per eliminare i sacchetti di plastica fossero sulla lista. Questo mi dà speranza, perché finora non sono molti gli attivisti ambientali e climatici che sono stati nominati.

Hai un modello di riferimento?

Sono molte le donne che mi ispirano. Ma se dovessi scegliere, sicuramente direi Rosa Parks e Malala Yousafzai, perché sono la prova che una persona può cambiare il mondo. All’interno della comunità degli attivisti ambientali e climatici, secondo me, sono per lo più le donne quelle disposte a impegnarsi e a rinunciare alle proprie abitudini.

Cosa ne pensi del femminismo?

Penso che sia molto importante. Non possiamo vivere in una società sostenibile, se metà della popolazione viene esclusa. È bello che se ne parli sempre di più, ma dobbiamo agire per fare la differenza, non solo parlarne.

Per quanto riguarda l’ineguaglianza di genere, in Svezia ce la caviamo meglio di molte altre nazioni. Ma non c’è un paese al mondo in cui gli uomini e le donne sono uguali, e questo è un dato di fatto. Basta guardare chi ha i soldi, chi sono i miliardari, chi detiene il potere, chi sono i capi di Stato. La Svezia, ad esempio, non ha mai avuto un primo ministro donna.


Differenza di remunerazione tra uomini e donne : 13,3%

Repressentazione politica : 46,1% delle parlamentari sono donne


E cosa bisognerebbe fare, secondo te ?

Se vivessimo in maniera più sostenibile, i problemi di uguaglianza sarebbero di gran lunga minori. Non ci sarebbe una differenza così sostanziale tra gli stili di vita delle persone, e ognuno di noi vivrebbe all’interno dei confini planetari.

« Non lo so, ma penso che moltissime donne e ragazze - anch’io, a volte - non vengano prese sul serio. »

Cosa ne pensi del movimento #MeToo? La situazione è migliorata in Svezia?

Ho parlato con moltissime donne che sostengono di aver notato una profonda differenza - mia mamma e mia sorella ne sono un esempio - e questo è un bene. Si inizia a parlarne, ma c’è ancora molta strada da fare.

Qual è il vero problema che una donna, in Svezia, deve affrontare?

Non lo so, ma penso che moltissime donne e ragazze - anch’io, a volte - non vengano prese sul serio. Dicono: «Sei solo una ragazzina, nessuno ti prenderà mai sul serio». Ma poi voglio dimostrare a tutti che hanno torto.

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©Hannah Goldstein

Dove ti immagini a trent’anni?

Spero di non essere più qui a combattere contro il cambiamento climatico, perché vorrebbe dire che il problema si è risolto, ma probabilmente non sarà così. Sempre più persone lavoreranno in questo campo, secondo me, perché sta diventando una questione molto seria.

Cosa ti rende speranzosa e, viceversa, cosa ti spaventa?

La mia speranza è che le persone non si rendano conto fino in fondo della situazione. Perché se così non fosse e continuassero a comportarsi in questo modo, a non protestare, vorrebbe dire che sono dei mostri. Ma non è così. Quindi sono speranzosa perché gli essere umani non sono dei mostri: siamo solo poco informati.

Sono molte le cose che mi fanno paura, ma quello che mi spaventa maggiormente è che, una volta raggiunto un certo punto, non si può più tornare indietro. Saremmo gli artefici di una reazione a catena, e qualsiasi tipo di evento sfuggirebbe dal nostro controllo: non ci sarebbe più una via d’uscita. È spaventoso.


GRETA THUNBERG EN QUELQUES DATES :

3 gennaio 2003 : Nasce Greta Thunberg

Agosto 2018 : iniziano gli scioperi scolastici organizzati da Greta

Dicembre 2018 : Greta tiene un discorso alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico a Katowice, in Polonia.

Dicembre 2018 : Il Time nomina greta «Una delle 25 teenager più influenti del 2018»


Leggi anche : « Emma : « Abbiamo bisogno dei gilet gialli del femminismo »


Questa intervista fa parte di un progetto ambizioso Sisters of Europe del quale siamo partner che unisce interviste di 17 donne ispiranti originarie di 17 paesi europei diversi. Ve ne abbiamo già parlato qui. Trova questo articolo in inglese sul sito di Sisters of Europe.

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Translated from Greta Thunberg : « C'est le système qu'il faut changer »