Erasmus come servizio civile per uscire a scoprire il mondo
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Alessia SmaniottoPer gli euro militanti di Génération 112, bisogna estendere l’Erasmus a tutti gli studenti europei e rinforzarlo con lo spirito del servizio civile. Un’idea da affiancare ai corsi all’università per dare una mano alle associazioni locali per qualche ora a settimana.
«La nostra idea è quella di passare da un servizio militare obbligatorio, che tutti i nostri fratelli maggiori hanno conosciuto, ad un Erasmus “civico” misto e volontario. E se nella corsa all’autonomia che porta i giovani a cercare un primo stage o un primo lavoro, è impossibile liberare sei mesi (e ancor meno un anno) della propria vita per fare una salutare pausa, allora integriamolo nei corsi universitari dei giovani europei. Gli studenti sono pronti a passare quattro o cinque ore alla settimana per dare lezioni in una associazione sportiva o culturale ad un diversamente abile, o ad un anziano… Per chi vuole impegnarsi in un’associazione locale a dimensione umana, i posti certo non mancano.
In virtù di questa idea riusciremo ad uscire dal circolo chiuso degli studenti Erasmus, che spesso si ritrovano tra di loro, magari anche tra erasmus della stessa nazionalità, senza un contatto vero con il paese che li accoglie. Per metterla in pratica servono due condizioni basilari: generalizzare il programma Erasmus grazie a borse destinate a chi ne ha maggiore bisogno, e integrare nel progetto i giovani apprendisti e i giovani di origini rurali. Génération 112 approfitterà il prima possibile dell’opportunità del diritto d’iniziativa inclusa nell’articolo 11 del trattato di Lisbona, con lo scopo di invitare la Commissione europea ad attivare l’Erasmus civico».
Per saperne di più visita il sito di Génération 112
Translated from Un Erasmus civique pour sortir de sa «bulle»