Come ci chiamano i cinesi?
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Anna CastellariCrescita a due cifre, investimenti stratosferici nell'industria bellica... la Cina diventa sempre più potente. Potentissima. E fa paura. Ma cosa pensano i cinesi di noi? Ci guardano davvero in cagnesco? Il modo migliore per saperlo è la lingua. I cinesi, infatti, usano perifrasi per i nomi dei Paesi europei. E lo fanno con un linguaggio che sorprende.
Nel caso del Portogallo le cose restano semplici. Il Paese sull’Atlantico è il “paese delle vigne” (Pu Tao Ya). Bene. E l’Inghilterra? Nel Diciannovesimo secolo fu all'origine delle due Guerre dell'Oppio che miravano a permettere ai mercanti britannici di esportare oppio nell’Impero del Mezzo. Sorprendentemente i cinesi chiamano il Regno Unito “Paese degli eroi” (Ying Guo). Niente è superiore alla buona educazione asiatica.
E la Germania? È forse “il Paese senza limiti di velocità”, “il paese che ha perso due Guerre Mondiali”, o ancora “il Paese degli ubriaconi col pancione”? Macché. De Guo, dicono i cinesi: il “Paese della saggezza”.
Resta la Francia. Noi penseremmo al “Paese dell’eterno sciopero”, al “Paese delle sovvenzioni agricole” (la Politica Agricola Comune vi è generosissima ndr), o ancora al “Paese in cui il Presidente non dà le dimissioni nemmeno se è accusato di corruzione” (riferimento a Jacques Chiracndr). Eppure i cinesi fanno prova di una delicatezza senza pari. E chiamano la Francia Fa Guo, “il Paese della legge”. Qualcuno ha ancora paura della Cina?
Translated from Keine Angst vor China