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Vamos a la playa: un'estate al mare nelle spiagge europee
Published on July 20, 2010
Cultura
Tutto sembra indicare che l'estate sarà verde... anzi blu. Secondo il rapporto pubblicato a giugno dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA), il 95,6% delle spiagge e l'84,9% dei fiumi soddisfano i requisiti di qualità richiesti dall'Ue. In totale, l'Unione Europea controlla più di 20.000 zone balneari. Nel 2009, anno cui fa riferimento il rapporto, si è verificato un leggero calo dello 0,7% per le spiagge e del 2,6% per i fiumi rispetto all'annata precedente. Sempre nel 2009, le zone con divieto di balneazione hanno rappresentato solamente il 2% del totale, la maggior parte delle quali si trova in Italia. Ecco i migliori ed i peggiori alunni europei.
Con 2.107 zone balneabili (solo sei riguardano corsi d'acqua interni), il 9,8% di tutta l'Unione, la Grecia è il paese che rispetta con più zelo i criteri comunitari (99,8%). Inoltre, in nessuna zona vige il divieto di balneazione. Nella foto, la spiaggia di Elafonisi, a Creta, una delle più belle del paese. A seguire la Grecia ecco Cipro, con il 99,1% di approvazioni.
(Foto: MarcelGermain /flickr)
Con 2.005 spiagge analizzate e 1.343 fiumi e acque interne, la Francia si presenta come una buona opzione per una tranquilla vacanza estiva. Ciò nonostante, bisogna evitare le 129 zone (61 costiere e 68 di acqua dolce) che non rispettano i requisiti minimi di qualità, anche se la Agenzia Europea dell'Ambiente sottolinea che si tratta di una percentuale minima.
(Foto: Trouville-sur-Mer, Bassa Normandia: Parksy 1964 /flickr)
Questi tre paesi chiudono la lista dei "migliori alunni", visto che superano tutti la soglia del 90% dei requisiti richiesti (rispettivamente 93,1%, 90,3% e 90%). Secondo la EEA, il Mediterraneo è la meta preferita dai turisti europei, con un alto livello di qualità e sicurezza, anche se la pulizia dei fiumi e dei laghi resta sotto la media. La Bulgaria, invece, che si affaccia sul Mar Nero, rappresenta un'opzione non comune e di ottima qualità per gli amanti della spiaggia.
(Foto di Albufera, nell'Algarve, Portogallo: Patrick Mayon /flickr)
I paesi membri hanno come data limite il 2015 per adattarsi alla legislazione europea, che analizza la presenza di elementi fisici, biologici e chimici nelle acque delle zone balneari. Dodici paesi (Spagna, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Slovacchia e Svezia) hanno già provveduto ai controlli necessari 2008, per poter rispettare i famosi criteri. La Finlandia guida la classifica dei "mediocri", ovvero coloro che hanno fatto degli sforzi ma ancora non brillano nei voti: 88,5% di criteri rispettati.
(Foto: MacAllenBrothers /flickr)
Nonostante la Spagna rispetti i criteri Ue, la qualità delle sue acque è calata leggermente nel 2009 (sono state vietate due spiagge, uno stagno e quattro fiumi, anche se nel 2008 le spiagge vietate furono quattro, e le zone interne sei). Inoltre, a margine del verdetto dell'EEA, i paese deve affrontare un grosso problema: la cementificazione selvaggia delle coste. Il livello di rispetto dei criteri è dell'84%.
(Foto di Cala Mitjana, a Menorca: Xosé Castro /flickr)
Con 8.500 chilometri di spiagge, il Belpaese è quello che ha conta il maggior numero di zone analizzate, 4.921, con un tasso di rispetto dei criteri pari all'83,5%. Ce n'è per tutti i gusti: il glamour di Capri, le cale turchesi della Sardegna, le spiagge accanto alle rovine storiche e quelle nei paesini pittoreschi del Sud.
(Foto della costa orientale della Sardegna: mattcyp88 /flickr)
Chiudono la lista dei paesi che superano la soglia dell'80% Irlanda, Germania e Svezia, con, rispettivamente, 82,4%, 81,2% e 80,6%. Dal 1990, la qualità delle acque europee è migliorata sensibilmente. Allora solo il 79,8% delle coste e il 52,4% delle zone interne, rispettavano i criteri minimi di qualità e igiene.
(Foto della spiaggia di Ahlbeck, a Mecklenburg-Vorpommern, Germania: orangebrompton /flickr)
Translated from Vacaciones en la playa: ¿verano azul?
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