Unioni civili: l'Italia deve aprire gli occhi
Published on
(Opinione) Il Governo Renzi è pronto ad approvare una legge sulle unioni civili in Italia, per garantire tutele anche alle coppie omosessuali. Tuttavia un certo fronte politico, anche all'interno della maggioranza, sembra restare sordo di fronte ai segnali di apertura lanciati dalla società. Le ultime resistenze dei cattolici riusciranno a far saltare il piano?
Il Governo di Matteo Renzi ha intenzione di colmare il divario in materia di diritti civili per coloro che amano una persona dello stesso sesso. Il disegno di legge Cirinnà, dal nome della relatrice del Partito democratico, non prevede la possibilità di contrarre matrimonio, ma riconosce giuridicamente le unioni civili, ovvero le forme di convivenza legate al piano affettivo ed economico. La prima discussione nell'aula del Senato è in calendario per il 28 gennaio. Ma l'Italia è davvero pronta a questa svolta?
Un nuovo segnale
In un articolo di qualche mese fa, avevo già scritto di questo "ritardo" tricolore. L'Irlanda si era appena aggiunta alla lista dei Paesi europei più avanzati, con un referendum che ha riconosciuto i matrimoni omosessuali. Una svolta eclatante nella storia di un Paese fortemente legato al cattolicesimo. In rue du Marché au Charbon, asse portante della zona gay di Bruxelles, avevo incontrato omoni barbuti che festeggiavano in kilt e cravatta. Non mi è ancora chiaro se fossero scozzesi che festeggiavano solidali con gli irlandesi, o irlandesi travestiti da scozzesi, ma mi sembravano davvero contenti. E per noi italiani – mi sono chiesta – verrà il tempo di festeggiare (magari senza kilt)? Era il giugno scorso e la possibilità di arrivare ad una soluzione legislativa condivisa sembrava ancora lontana.
Quando il 26 giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti ha legalizzato in tutti e 50 gli Stati americani i matrimoni omosessuali, Facebook ha lanciato con tempismo straordinario l'app Celebrate pride. Cliccando su un link, l'immagine del proprio profilo si rivestiva di un filtro coi colori dell'arcobaleno. È stato calcolato che circa 26 milioni di utenti nel mondo l'abbiano usato. Quella del team di Facebook è stata una mossa astuta (e può essere letta anche come una scorciatoia per appropriarsi di dati sensibili). In ogni caso, credo che chi ha scelto di farlo, anche solo per qualche giorno o per riflesso, intendesse lanciare un segnale "visibile" sui mutamenti in corso nella società.
Tra le migliaia di italiani arcobaleno, anche moltissimi miei amici e conoscenti virtuali: la stragrande maggioranza di loro non mi risulta che sia omosessuale. Una nuova sensibilità si è fatta largo in un Paese piuttosto bigotto ed assuefatto ad un cattolicesimo conservatore, ossessionato più dalle scelte sessuali dei credenti, che dai peccati capitali come "non rubare".
La sordità della politica
Il segnale del cambiamento, a quanto pare, è stato colto anche a livello politico: il Governo italiano sembra marciare verso questa pietra miliare nella storia dei diritti civili, paragonabile alla legge sul divorzio e a quella sull'aborto. O almeno così vorrebbe vederla il Premier.
Alcuni nodi stanno venendo al pettine. La marcia non è compatta neppure all'interno del feudo renziano. Il portale Gay.it ha scatenato la polemica pubblicando i nomi e i volti dei senatori del Partito democratico apparentemente contrari all'articolo 5 del DDL Cirinnà, che prevede la stepchild adoption (ossia l'adozione del figlio del partner all'interno di una coppia omosessuale). Alcuni dei parlamentari coinvolti hanno denunciato questa azione come una forma di squadrismo, sentendosi minacciati da possibili reazioni violente nei loro confronti. Accusa pesante. Questi senatori sono consapevoli di cos'è realmente lo "squadrismo"?
Squadrismo è quello subito da un uomo di 44 anni l'ottobre scorso: picchiato perché gay da tre giovani, definiti «balordi», in un bar di Mascali, in provincia di Catania. Squadrismo è l'aggressione ad un giovane 26enne nel quartiere di Primavalle a Roma lo scorso settembre, tacciato di essere un «frocio di merda». Squadrismo è quello della titolare di un supermercato che a settembre a Napoli ha picchiato un suo dipendente, lavoratore senza contratto, dopo averlo insultato perché omosessuale. Squadrismo è quello, a tratti paradossale, per cui un giovane, ritenuto omosessuale, è stato malmenato da tre ragazzi e due ragazze su un bus a Genova lo scorso luglio. «Era truccato,» hanno dichiarato. Potrei ritenermi fortunata, dato che non metto neppure il mascara. O forse, come donna, secondo loro dovrei essere obbligata a farlo. La lista degli episodi di vero squadrismo è lunga, dolorosa e odiosa. Chi è che contribuisce ad allungarla?
Quanto tempo occorre ancora?
Dopo quelli del 2007 e del giugno 2015, è stato annunciato il consueto Family Day, l'evento dedicato ai valori della famiglia tradizionale, promosso dai movimenti cattolici. Il 30 gennaio, subito dopo il voto dell'aula parlamentare, sfileranno di nuovo sotto questa insegna, ma stavolta non avranno come "sponsor" ufficiale il Vaticano del moderno Francesco. Nell'anno del Giubileo della Misericordia, tra scandali ai vertici della Curia , divorzi (sempre più rapidi) in ascesa e una crescita demografica affidata quasi esclusivamente agli immigrati, non mi è ancora chiaro perché si manifesti in contrapposizione ai diritti altrui, che si tratti di omosessuali, di donne che scelgono di abortire o di coppie che divorziano. Qualcosa mi sfugge, ma che scendano in piazza. Il tempo riconoscerà i limiti feudali del loro approccio alla vita. Il 23 gennaio, altre piazze si riempiranno dei sostenitori delle unioni civili, al grido di #Svegliatitalia. Come spesso accade, gli "eretici" di oggi sono il modello da seguire nel domani.
Solo, facciamo che il domani sia davvero prossimo, che sia questa la generazione che accederà a pari diritti. L'illusione di un amore eterno lascia il tempo che trova. Ma uno Stato che riconosce la legittimità di certe scelte, prevedendo le relative tutele, protegge i suoi cittadini e offre loro un supporto nella battaglia contro i violenti e gli ignoranti. L'immagine delle due vecchiette americane, che finalmente possono sposarsi dopo decenni di convivenza, fa tenerezza. Ma per i fotografi di matrimoni tutte quelle rughe sono difficili da togliere. Anche con photoshop.