Una playlist per l'Inghilterra: La scelta di un inno nazionale inglese
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Mariasole CailottoGli inglesi sono rivoltosi, anche nelle canzoni. La Camera dei Comuni deve dibattere la possibilità di una consultazione pubblica per selezionare un inno nazionale inglese da utilizzare assieme a quello britannico: God Save the Queen. Cafébabel ha pensato che questa fosse una buona opportunità per avanzare dei suggerimenti.
Sfruttando la quasi sconosciuta regola dei 10 minuti (che consente ai deputati senza incarichi governativi di proporre mozioni in Parlamento), il parlamentare laburista Toby Perkins ha proposto la creazione di un inno nazionale inglese da affiancare al conosciutissimo motivo britannico, "Dio Salvi la Regina".
Per lo schieramento Ateo e per quello Repubblicano, questo inno ha sempre comportato dei problemi. Non manca di controversie nemmeno su al Nord poiché una strofa proclama che ci sono «Scozzesi ribelli da distruggere». Quindi non ci possiamo meravigliare se "Flower of Scotland" venga suonato agli eventi sportivi internazionali che si svolgono in Scozia.
Sebbene contenga alcune delle peggiori rime della storia ("glorious" rima forse con "over us"?), l'inno nazionale britannico viene ancora suonato all'inizio delle partite che coinvolgono la squadra nazionale inglese.
La posizione di Toby Perkins, che richiede un dibattito pubblico sulla questione, mira a far leva sullo spirito nazionale inglese e degli altri territori. Perkins sostiene che «[usare "God Save the Queen"] non solo impedisce a noi inglesi di celebrare tutta la nazione rappresentata, ma è addirittura causa di risentimento da parte degli altri Paesi componenti le Isole Britanniche, ai quali pare che l'Inghilterra si sia appropriata dell'inno britannico».
Anche se il dibattito sembra riguardare per lo più gli eventi sportivi, questo si è aperto durante un periodo di attenzione politica verso il decentramento dell'Inghilterra con politiche quali "Voti inglesi per leggi inglesi" attualmente in discussione al Parlamento. In quanto inglese poco patriottico, mi entusiasma esplorare una lista di potenziali inni alternativi.
Inghilterra: terra verde e deliziosa
Storicamente, Jerusalem è la canzone associata più di frequente ad un potenziale inno inglese; questa si origina da un poema di William Blake scritto nel XIX secolo. Per quanto la canzone sia convenientemente edificante, tutto questo parlare di spade, frecce e lance appare remoto rispetto al moderno cittadino inglese; "Portami le pantofole e una bella tazza di te" suonerebbe più accurato.
Se si cerca qualcosa di più moderno e leggermente più vicino all'immaginario stucchevole di una terra verde e deliziosa, fa al caso nostro il classico pezzo dei Kinks, "The Village Green Preservation Society". Sebbene Ray Davies non sembri sapere che Donald Duck è americano, l'elenco melodico scorre i decenni di cultura inglese attraverso un incitante (pur misurato) appello patriottico. Anche se Dio non salvasse Sua Maestà, sicuramente salverebbe un sacco d'altre cose.
Dal momento che il dibattito parlamentare sarà per lo più rivolto ad eventi sportivi, ha senso consultare il "bel gioco". La mia opzione preferita presa dal mondo calcistico sarebbe "Three Lions on a Shirt", in un'esibizione del 1998 di due comici di mezz'età un po' strani: David Baddiel e Frank Skinner. La canzone tocca quella nozione inglese di puro ottimismo cieco di fronte ad una sconfitta certa. Cantare a squarciagola il verso «thirty years of hurt, never stopped me dreaming» (trent'anni di dolore non hanno mai frenato i miei sogni, n.d.t.) all'inizio dei Mondiali potrebbe essere correttamente apologetico (l'ultima vittoria dell'Inghilterra fu nel 1966, cinquant'anni fa), oltre che più modesto rispetto ad altri inni nazionali.
Il calcio non è l'unico settore in cui le vecchie glorie inglesi vengono invocate per giustificare i fallimenti odierni. Ovviamente parlo dell'Eurovision Song Contest. Potrebbe esserci un modo più deciso per concludere il dibattito sull'inno se non con la vittoria di Bucks Fizz nel 1981 con "Making Your Mind Up"? Famosi per la loro esibizione osé, le due interpreti femminili accorciarono notevolmente le loro gonne a metà strofa. Dimenticatevi degli Haka... Non sarebbe meraviglioso se la nazionale inglese di rugby iniziasse ogni partita sfilando per il campo vestiti con gonne a lustrini, poi strappate via dai loro compagni di squadra in modo spettacolarmente plateale? Sfortunatamente, questa possibilità è esclusa dal fatto che l'Inghilterra partecipa all'Eurovision in un tutt'uno con il resto del Regno Unito.
Comunque, la mia personale preferenza per l'inno nazionale va a Monty Python, quei grandi, adorati giganti dello humour inglese. Non c'è migliore canzone per riassumere lo spettro completo dell'ethos inglese, dall'amore per le sciocchezze alla cieca determinazione dell'antiquato Blitz spirit, se non un appello immortale all'ottimismo quale "Always Look on the Bright Side of Life" ("Cerca sempre il lato positivo della vita", n.d.t.). Forse hai passato una brutta giornata, forse sei stato crocifisso, ma ciò non ti impedirà di sederti al pianoforte e di farti una bevuta. Mettici in scena, Brian...
Translated from Playlist for England: Choosing an English National Anthem