Una legislazione europea in materia di stage? Un'illusione
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Ana MazzaLe regole, le condizioni e le definizioni degli stage non sono uguali nei 28 stati membri dell'Unione Europea. La Commissione ha già pubblicato una relazione sui miglioramenti legislativi che potrebbero essere introdotti e anche il Parlamento sì è mosso nella stessa direzione, votando una mozione non vincolante. Eppure una legge comune europea in materia di stage rimane ancora un'utopia.
Stage: le principali differenze tra gli stati membri dell'UE
In un ambiente costituito da 28 differenti Stati e 28 normative diverse sul lavoro, è lecito domandarsi come ognuno di questi paesi definisca lo stage. Per esempio, se osservate da vicino la definizione di stage nel Regno Unito, troverete difficile capire perché lo "stage" oppure il "tirocinio" non hanno uno status giuridico. Lo stage, per essere definito tale, deve contenere le seguenti diciture: lavoratore, volontario o dipendente, che sono correlate da norme specifiche.
Inoltre, uno studente britannico che fa uno stage come parte del proprio percorso di studi non ha diritto ad avere un salario minimo. La stessa situazione si riscontra in Germania ma qui, spesso, le società rimborsano le spese legate ai colloqui dei candidati.
Ci sono poi un certo numero di paesi nei quali gli studenti sono sicuri di ricevere un salario minimo. Ad esempio, in Francia, gli stagisti ricevono una retribuzione minima di 500 € al mese (se lo stage dura più di 3 mesi). In Irlanda, la compensazione finanziaria per gli stagisti arriva fino al 80% del salario minimo dei lavoratori. In Spagna, gli studenti e i neo laureati non vengono considerati allo stesso modo. Se nei confronti dei primi non vi è alcun obbligo legale di retribuzione, i secondi possono vantare il 60% del salario minimo. A tutte queste prassi, poi, bisogna aggiungere le normative nazionali riguardanti l'orario di lavoro.
Come dimostrato dai dati dell'iniziativa European Interns Day, la situazione è estremamente complessa. Secondo i loro numeri, il 59% dei 4,5 milioni di stage svolti da laureati e studenti non sono stati retribuiti. Quel che è peggio è che, secondo questi dati, il 40% degli stagisti lavorano senza alcun tipo di contratto, il che significa senza alcuna protezione in caso di incidenti sul lavoro.
Cosa bisogna fare?
Le istituzioni europee sono ben consapevoli di questa situazione inaccettabile ma, allo stesso tempo, fanno parte dei selezionatori che chiedono numerosi diplomi ed esperienza per poter essere ammessi ad uno stage non retribuito. Uno studio indipendente (pubblicato nel 2012 dalla Commissione nell'ambito di una relazione a livello comunitario) afferma che la mancanza di un quadro comune europeo riguardante gli stage rischia di creare una "notevole discrepanza" tra gli Stati membri. «Generalmente, nella maggior parte dei paesi in cui esiste una definizione comune di tirocinio, è presente un forte legame tra istruzione ed esperienza lavorativa», afferma la relazione.
Alcuni paesi hanno costruito un quadro legislativo apposito per questi tipi di tirocini mentre altri no, ma generalmente, i tirocini formativi «tendono ad essere molto più regolamentati». Un ottimista potrebbe pensare che la situazione generale non sia poi così male, almeno per gli studenti europei. Eppure la relazione sottolinea che «i quadri legislativi e regolamentari non garantiscono necessariamente la qualità dei tirocini. Piuttosto, è l'attuazione dei regolamenti e di un solido monitoraggio dell'intero processo a giocare un ruolo chiave nel garantire la qualità dei tirocini. Vi è una particolare preoccupazione che riguarda l'inadeguatezza dei regolamenti che disciplinano i tirocini in un libero mercato». In poche parole, un documento ufficiale della Commissione afferma che non ci sono regole e, quando esistono, sono inutili.
A conclusione del loro studio, gli esperti forniscono sette raccomandazioni per quanto riguarda il «tirocinio nelle aree in cui sono necessarie ulteriori misure, sia a livello comunitario che nazionale»:
1) Definire chiaramente a livello europeo, ciò che significa un tirocinio;
2) Sostenere il fatto che il tirocinio venga incluso come parte del programma di studi;
3) Aumentare l'offerta dei tirocini, soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese;
4) Definire un quadro di qualità per i tirocini;
5) Fornire sostegno finanziario ai tirocinanti, in particolare quelli provenienti da ambienti svantaggiati;
6) Incoraggiare un processo più trasparente e aperto per l'assunzioni dei tirocinanti; e
7) Sviluppare una valutazione più affidabile e sicura di tutti i tipi di tirocini sia a livello nazionale che comunitario.
In che misura può agire il Parlamento europeo?
Sembra che sia stato riscosso un ampio consenso tra i partiti politici al Parlamento Europeo, per migliorare le condizioni dello stage, ed è evidente come la questione sia legata al problema dell'occupazione giovanile. Nell'emiciclo, le grandi maggioranze spesso votano a favore della legislazione per migliorare l'occupazione giovanile nel settore politico denominato "occupazione e affari sociali".
Questo fu il particolare caso della mozione di risoluzione votata nel 2010 per promuovere il corretto accesso dei giovani al Mercato Europeo del Lavoro. In questa mozione (non vincolante), era stata presa in considerazione anche la questione dello status degli stage. I membri del Parlamento Europeo responsabili della relazione considerarono lo stage come un passo fondamentale verso l'occupazione, così come dimostrato da alcuni studi secondo cui, in seguito dell'esito positivo dello stage, nel 70% dei casi si passa all'assunzione. Inoltre fu proposta una "Carta di qualità dello stage a livello europeo". Questa carta ufficiale (§21) dovrebbe istituire le «norme minime che gli stage devono avere per garantire loro (gli studenti) un valore educativo ed evitare lo sfruttamento».
Tali norme dovrebbero includere, tra le altre, un limite di tempo, una descrizione appropriata delle qualifiche che devono essere acquisite, un sussidio minimo basato sugli standard del costo della vita in cui il tirocinio viene effettuato, la copertura assicurativa e tutte le prestazioni di sicurezza sociale in linea con le norme locali. Nel testo, gli eurodeputati insistono sulla necessità che la Commissione avvii un disegno legislativo che possa successivamente essere rettificato e modificato attraverso il normale processo di codecisione.
Finora, non si è arrivati a scrivere nessuna carta, anche se il Parlamento ha fatto un secondo tentativo nel 2012 all'interno della proposta di risoluzione sull'iniziativa "Opportunità per i Giovani" presentata dalla socialista francese Pervenche Berès. La mozione aveva lo scopo di fornire una maggiore qualità degli stage offrendo salari dignitosi e condizioni di lavoro adeguate, inoltre alla reintroduzione dell'idea della carta.
La palla si trova adesso in entrambi i campi, ossia tra gli stati membri e la Commissione. Vediamo se le due squadre riusciranno ad aiutare i 4,5 milioni di Europei che, ogni anno, si trovano ad essere stagisti.
Translated from An EU-wide law on internships: still a pipe dream