Un nuovo modo di raccontare l'Europa?
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Giulia LenaCon l'avvicinarsi delle elezioni europee, bisogna cercare di riconciliare gli europei con le istituzioni. L'ultima idea della Commissione europea? Riaggiornare il racconto della storia del continente. Sarà il romanzo dell'anno, o l'ennesimo buco nell'acqua?
Come un vero e proprio oggetto concettuale non identificato, l'aprile 2013, sono stati aperti i lavori del "nuovo modo di raccontare l'Europa" ("New narrative for Europe", ndr.). Un progetto che rappresenta un ulteriore tentativo di colmare il divario tra l'Unione europea e i suoi cittadini. "L'Ue ha scritto un racconto sulla guerra e la pace", spiega Morten Lokegaard, l'eurodeputato all'origine del progetto. "Tuttavia, per molte persone al di sotto della quarantina, resta un'idea molto astratta. Bisogna quindi cercare un'identità e valori comuni", afferma Lokegaard.
Il nuovo racconto prenderà la forma di un manifesto, redatto da un "comitato culturale", composto da Morten Lokegaard e da altre 19 personalità del mondo della cultura. Dal mese di luglio 2013, sono stati instaurati dialoghi con intellettuali, artisti e scienziati, attraverso colloqui organizzati in Polonia, Italia e Germania. In seguito i prescelti redigeranno il manifesto che verrà consegnato al presidente Barroso nella primavera del 2014. Secondo Morten Lokkegaard, una delle prime scoperte di questi colloqui è l'importanza delle diverse storie nazionali: "È proprio una specificità dell'Europa quella di avere storie diverse. La nostra identità comune si potrebbe costruire attorno a questa diversità".
"Per far sì che funzioni, bisogna essere un po' critici"
Per gli esperti si tratta di un'iniziativa interessante, ma dal successo non assicurato. "Se lo scopo è fare l'ennesima brochure che afferma che tutto va bene, non serve a niente", spiega Marianne Dony, presidentessa dell'Istituto di studi europei di Bruxelles. "Per far sì che funzioni, bisogna essere un po' critici!", continua.
"Bisogna fare attenzione a non riscrivere la storia europea in maniera troppo articificiale, perché servirebbe solo a rafforzare l'idea di un'Unione europea lontana dai cittadini", sottolinea Michael Malherbe, esperto in comunicazione europea. Lui rimpiange che i cittadini non siano stati inclusi in maniera più profonda in questa iniziativa. "Il risultato finale sarà sicuramente di una grande qualità accademica, ma non dirà nulla di ciò che pensano gli europei della storia del loro continente", sentenzia.
La Commissione afferma tuttavia di voler aprire il dibattito: "Sin dall'inizio, l'obiettivo era di parlarne con la gente", spiega uno dei portavoce. Ciascuno può in effetti prendervi parte, inviando il suo contributo al progetto. Il manifesto finale dovrebbe anche essere sottoposto al dibattito pubblico. "Non si tratta quindi in nessun modo di uno studio di saggi per degli esperti!", conclude il portavoce.
Translated from La Commission européenne et son « nouveau récit » pour l'Europe