Un audace fashion designer a favore dei diritti LGBT
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Barbara QuintilianiA tu per tu con Kristof Buntinx, fashion designer belga e un attivista per i diritti dei gay.
Kristof Buntinx è un fashion designer belga che vive a Bruxelles. Recentemente ha pubblicato un libro che raccoglie parte del suo lavoro degli ultimi anni. Include immagini della sua collezione di intimo chiamata ‘To Russia with love’, in reazione alle leggi anti-gay in Russia.
cafébabel: Salve Kristof, grazie per aver accettato di parlare con noi. Puoi spiegarci la tua evoluzione come fashion designer? Come hai cominciato? Da quanto tempo lo fai?
Kristof Buntinx: Ho studiato a lungo, ho iniziato quando avevo 21 o 22 anni. Credo di aver cominciato nel 1997. Ho lavorato in una grande agenzia di pubblicità e successivamente mi sono orientato verso la moda. Ho studiato molto e ho fatto alcuni tirocini in grandi case di moda, sia all’estero che qui in Belgio. Tra il 2007 e il 2008 ho iniziato a mettermi in proprio e devo dire che sta andando bene. Ho ricevuto molte recensioni positive dalla stampa e buone opinioni dal pubblico. Ora ho intenzione di lavorare più da vicino con i grandi artigiani in modo che loro possano dedicarsi alla produzione, distribuzione e vendita e io al design e al concept, come ho fatto con un marchio olandese per la mia nuova collezione di intimo per il prossimo autunno.
cafébabel: Hai detto di essere un attivista per i diritti dei gay. Appartieni a un gruppo? Pensi che la comunità gay sia discriminata qui in Belgio?
Kristof Buntinx: Sono un attivista gay. Per anni ho organizzato incontri una volta al mese per gruppi di omossesuali qui a Bruxelles. Sì, penso ci sia ancora discriminazione quando si cammina per strada. Penso che chiunque abbia girato Bruxelles non abbia mai visto ragazzi gay tenersi per mano. Questo perché è pericoloso! Alcune persone potrebbero sputarti in faccia o picchiarti se stai camminando mano nella mano o sei apertamente gay: questo è il problema! C’è ancora discriminazione ma tutti pensano e credono che non sia più un problema, che siamo accettati o che possiamo sposarci e che abbiamo avuto un primo ministro gay; è tutto vero ma in realtà, vi sfido a passeggiare con due uomini mano nella mano su Boulevard Anspach: avrete sicuramente guai. Ora facciamo affidamento alla Rainbow House, che è finanziata dal Governo, per difendere i nostri diritti. Ma probabilmente per la difesa dei diritti dei gay sarebbe meglio avere un ente autosufficiente piuttosto che dipendere dalle sovvenzioni del governo.
cafébabel: Sei mai stato al ‘Gay Pride’?
Kristof Buntinx: Sì, fin dall'inizio. Ero membro del gruppo gay studentesco a Leuven e poi siamo andati a Bruxelles per partecipare alla parata. È stato molto divertente ed è cambiata molto con gli anni. Penso che ora sia diventata più uno street party, non è più solo per i gay. È come una grande festa dove puoi incontrare tutti: uomini, donne, bambini, famiglie. Non la considero più una manifestazione per i diritti dei gay.
cafébabel: Com'è cambiato l’ambiente gay a Bruxelles durante gli ultimi 20 anni?
Kristof Buntinx: È cambiato molto. Venti anni fa esistevano locali con finestre scure e bisognava suonare il campanello per poter entrare. Esistono ancora ma è tutto molto più libero. Nel centro città c’è la cosiddetta “gay street”. Per fortuna è situata accanto alla stazione di polizia così le persone possono stare per strada e bere qualcosa in tranquillità; quindi è senza dubbio più libero di prima.
cafébabel: Qual è il ruolo dei social media e come pensi che questi strumenti possano aiutare a migliorare la situazione?
Kristof Buntinx: Penso che i social media aiutino molto. Facebook è a favore dei gay, o almeno lo è nella mia pagina. Non so che cosa viene mostrato sulla timeline degli altri o nelle notizie. Inoltre i social media hanno aiutato a cambiare la vita delle persone gay. Molti giovani non vanno più nei bar. Ora esiste un’applicazione chiamata Grindr. Ci sono diverse app che ti permettono di scoprire se c’è una persona gay nei paraggi con cui puoi connetterti. In questo modo non c’è più bisogno di andare nei bar, il che è un peccato visto che mi manca un po’ quel fascino e il fatto di incontrare persone nella vita vera invece di usare applicazioni.
cafébabel: Hai una nuova collezione in uscita. Da dove trae ispirazione?
Kristof Buntinx: L’idea mi è venuta a maggio dell’anno scorso e ho pensato che nel mondo stavano capitando molte cose e gli eventi di Parigi ancora non erano accaduti. Volevo comunicare che c’è molta aggressività nel mondo ma dobbiamo cercare di non portarla nelle nostre case e nei nostri letti, è molto simbolico, del tipo “fate l’amore non fate la guerra”. Quindi, anche se c’è aggressività là fuori, a casa e a letto manteniamo la pace. Questo è il mio messaggio.
Musica preferita: The Key, The Secret degli Urban Cookie Collective;
Sapore preferito: In questo momento sto pensando ai pancakes con sciroppo.
Materiale preferito: Seta, decisamente.
Vista preferita: Da una terrazza di un paese esotico, con palme e spiagge deserte. Lo adoro.
Profumo preferito: Reminiscence.
Translated from A daring fashion designer in support of LGBT rights