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Turchia: 138 nomi di dominio internet proibiti. E nell'Ue?

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Torre di Babelesocietà

Classificata come “parzialmente libera” secondo l’indice della libertà di stampa di Journalistes sans frontières Giornalisti senza Frontiere, la Turchia è il paese europeo con il più alto numero di nomi di dominio internet vietati. La lista nera del comitato direttivo turco delle telecomunicazioni sulle parole messe al bando (c'è anche anche bildaz, cognata!

) è stata inviata alle società di hosting il 28 Aprile. In Europa ci sono casi simili meno divertenti.

Nel corso degli ultimi anni, in Turchia, l’accesso a Youtube, blog, Myspace, Vimeo e Google è stato enormemente limitato. Solo manipolando gli indirizzi IP, migliaia di persone hanno trovato il modo di poter disporre della propria libertà di espressione ed accesso ad internet. Il governo turco continua a ribadire il suo impegno per una democrazia più concreta ed il rispetto dei diritti umani, ma la libertà in Turchia non è tale da molto, moltissimo tempo. Ad esempio, è possibile accedere ai siti banditi utilizzando il canale alternativo ktunnel.com, che permette di navigare senza rendere visibili i propri riferimenti IP.

Mentre l'ICANN( Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, l'organismo che gestisce la rete) ha approvato la creazione degli indirizzi erotici .xxx, rendendo così ufficiali i siti per adulti, i provvedimenti presi dal Comitato Direttivo Turco per le Telecomunicazioni, (TIB) si sono abbattuti come una mannaia sulla democrazia. La lista in questione include termini scontati –non si possono usare le parole 31 (masturbazione in slang turco), gay o l’equivalente in turco gey, (fondo-schiena in turco con la 'Ö' al posto della'O') o gotatesli (erotico). Gli attivisti per la libertà di internet hanno definito il regolamento assurdo, affermando che dovrebbe portare anche alla chiusura di molti siti che non contengono nulla di indecente o deplorevole, o di qualsiasi sito contenga - secondo logica - la parola" virtuale" (sanal) a causa delle lettere che compongono la parola dopo la s…

A livello europeo alcuni nomi di dominio, come quelli delle città, sono “riservati”. Quando i domini .eu hanno cominciato a diffondersi nel 2006, il The Guardian ha rivelato come tedeschi e spagnoli abbiano avanzato l’ipotesi di proibire nomi di domini monarchici e nazisti come queenlenor.es. Nessuna parola è stata bandita in Germania (dove sono stati registrati addirittura 844.318 domini degli oltre 3 milioni denominati .eu). Tuttavia si sono  verificati casi speciali di natura giuridica in merito alla questione dei domini. Ad esempio non è possibile utilizzare nomi di dominio che possano danneggiare un marchio registrato, come è stato stabilito a gennaio 2010 per scheiss-t-online.de (‘shit-T-mobile.de', come dire "la compagnia telefonica T-mobile è una merda").

Non ci sono domini censurati in Italia, ma i siti di informazione come quelli dei giornali devono essere registrati preventivamente nei tribunali. In Polonia le proteste hanno ritardato un progetto di legge risalente al 2009 per la creazione di una black-list di siti vietati. Sebbene nelle direttive generali si ribadisca che i nomi di dominio non possano contenere termini generici come internet, java o postmaster, ci chiediamo: esiste qualcosa di più ridicolo della messa al bando operata dal TIB di alcune parole turche? In cima alla lista delle parole assurde individuate da cafebabel.com troviamo le parole Haydar - che si riferisce a Haydar Dümen, un ginecologo turco noto per il suo turpiloquio in televisione, liseli (teenager) e fire (fuoco).

Illustrazione ©Henning Studte

Translated from Censorship: EU vs Turkey's 138 internet domain name ban