"The Brussels Business", si apre il sipario sul mondo delle lobby
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Patrizia GallettiAttualmente, sugli schermi d'Europa, si proietta un documentario raffinato, che mira a fare luce sugli oscuri affari del lobbismo nell'Unione Europea. Il film segue un lobbista apparentemente onesto e le attività del Corporate Europe Observatory, e fa della capitale belga una sorta di Gotham City.
Tuttavia, c'è qualcosa che manca e, al di là della fotografia studiata e delle riprese eleganti, non ci sono rivelazioni sorprendenti.
Il lobbismo è una faccenda poco chiara. Il documentario uscito questa primavera, "The Brussels Business", ha cercato di far luce sulla questione. Per coloro che vivono al di fuori dell'area della capitale belga, questo è un film atteso da tempo che aprirà gli occhi a non poche persone. La rivista Internazionale l'ha selezionato tra i documentari della rassegna Mondovisioni presentati al festival di Ferrara. Per quelli che vivono a Bruxelles, tuttavia, non c'è niente di nuovo o eclatante e il panorama finanziario delle lobby risulta addirittura più grande e complicato di quanto sia in realtà.
Esistono lobby buone?
Secondo il ricercatore Dieter Plehwe, il 68% delle lobby a Bruxelles segue il commercio, e solo l'1-2% fa affari. La pellicola racconta le attività di un lobbista "buono". E contemporaneamente analizza la storia e la genesi del Corporate Europe Observatory, creato per fare luce sulle attività delle lobby meno trasparenti di Bruxelles. Verifica come lo sviluppo delle attività delle lobby abbia influenzato la legislazione dell'Unione Europea. A questo punto, il film avrebbe potuto approfondire le indagini sulle pratiche contraffatte e poco chiare. Invece si limita a spiegare come l'Europa stia rispondendo alla crescente rete delle lobby, con un registro della trasparenza ben poco soddisfacente.
I registi Friedrich Moser e Matthieu Lietaert, entrambi ex lobbisti, utilizzano uno stile di ripresa raffinato che rende Bruxelles quasi una sorta di Gotham City. Alla prima, a metà aprile, un ex rappresentante della Commissione Europea ha preso la parola nel dibattito che ha seguito la proiezione, dichiarandoche avrebbe voluto davvero che il suo lavoro fosse affascinante come quello descritto nel film. La realtà è che il lavoro della Commissione Europea e dei lobbisti non è messo allo scoperto nel documentario, che rifugge dall'esplorare ciò che molti descrivono come i delinquenti peggiori - quei gruppi che sono stati nominati come i peggior lobbisti per essere meno trasparenti, tanto da giustificare un'inchiesta.
Il documentario è privo di buona materia prima e si basa solo su set e rievocazioni ben filmati
Da un punto di vista puramente cinematografico, il documentario è privo di buona materia prima e si basa solo su set e rievocazioni ben filmati, che mettono alla prova ancora una volta la credibilità di quello che racconta. Il film è per la maggior parte mera speculazione, non supportata da alcuna argomentazione. Non è facile, generalmente, per un documentario delineare un'attività così com'è. Di solito, è più semplice arrivarvi da una prospettiva storica. In definitiva, tuttavia, "The Brussels Business" raggiunge quello per cui era stato pensato, cioè stuzzicare l'interesse per una materia inesplorata. I registi saranno in viaggio con il film per partecipare a dibattiti in giro per l'Europa, come parte di un progetto più ampio per stimolare la gente a parlare dell'argomento.
Tutte le foto © TheBrusselsBusinessMovie/ pagina facebook ufficiale
Translated from 'The Brussels Business': Michael Moore-esque treatment for lobbying?