Participate Translate Blank profile picture
Image for Strage di Orlando: terrorismo sì, ma soprattutto odio anti-LGBT

Strage di Orlando: terrorismo sì, ma soprattutto odio anti-LGBT

Published on

Translation by:

Stefano Fasano

società

(Opinione) Sabato 11 giugno Omar Mateen ha aperto il fuoco con un fucile d'assalto in un locale LGBT di Orlando, in Florida, uccidendo 49 persone e ferendone 53. È la più grande sparatoria di massa nella storia degli Stati Uniti, ma non solo: è anche il più grande attacco singolo premeditato contro la comunità LGBT in un Paese occidentale dai tempi dell'Olocausto.

Nel corso della diretta di Sky News dedicata alla sparatoria avvenuta sabato sera all'interno del Pulse, noto locale gay di Orlando (Florida, USA), il giornalista del Guardian Owen Jones si è allontanato dallo studio dopo che gli altri invitati si sono rifiutati di accettare il fatto che l'attacco fosse soprattutto pensato per essere contro la comunità LGBT.

I politici di entrambi gli schieramenti politici statunitensi si sono affrettati a rilasciare dichiarazioni che sottolineassero come l'attacco fosse la prova evidente del fatto che il loro programma fosse quello giusto. Qualche esempio? Dopo essersi fatto i complimenti da solo per aver "previsto" il rischio del terrorismo islamico, in un orrendo ed insensibile sfoggio di auto-compiacimento Donald Trump ha condannato l'Islam in toto, auspicando uno stop all'immigrazione di persone di religione musulmana. Voci della sinistra statunitense hanno invece utilizzato l'attacco come la prova inequivocabile che il controllo del mercato delle armi stia diventando sempre più necessario. In Europa le reazioni invece iniziano ad arrivare.

Dopo la dubbia rivendicazione dell'attacco da parte dell'ISIS, la tragedia è scivolata nell'ottica del terrorismo islamico mondiale che prende di mira dei giovani che ballano e si divertono. Il Sun titolava: "Il Bataclan dell'America". Il Telegraph invece usciva con: "L'ISIS dichiara guerra ai gay dell'occidente". Il fatto che il Pulse fosse un locale LGBT sembra quasi passare in secondo piano di fronte alla minaccia del terrorismo islamico globale.

Ma in tutta questa storia vi è una seconda tragedia, che si va ad aggiungere a quella che è già stata considerata la sparatoria di massa più sanguinosa della storia degli Stati Uniti (includendo le 133 sparatorie avvenute solo dall'inizio dell'anno, per citare qualche numero). Come lo stesso Owen Jones ha fatto presente su Sky News, la sparatoria del Pulse è anche il più grande massacro premeditato di persone LGBT dai tempi dell'Olocausto nazista. Nello stesso giorno inoltre un uomo pesantemente armato è stato arrestato a Los Angeles, mentre si dirigeva verso la parata del Gay Pride. La disgustosa natura omofobica degli eventi di Orlando è sotto gli occhi di tutti, e deviare l'attenzione e la natura dell'attacco verso origini di altro tipo serve solo a provare troppo presto la comunità LGBT di un dolore che le appartiene di diritto.

Violenza chiama altra violenza

Certo, potrebbe alla fine risultare vero che Omar Mateen era un "combattente" in contatto diretto con l'ISIS. Ma fino a quando non avremo maggiori informazioni in merito, permettere all'organizzazione terroristica di rivendicare così facilmente la responsabilità di questi attacchi può solo fomentare un clima di paura, che va a giustificare una violenza sempre crescente. Violenza che può venire sia da coloro che possono ancora radicalizzarsi, in risposta a quella che vedono come una sempre crescente incompatibilità tra Islam e "Occidente", sia da coloro che si concedono il lusso di esternare il proprio biasimo per l'omofobia ignorando però le proprie colpe culturali nell'alimentare dei crimini d'odio all'interno dei propri confini. 

Nel 2016 ci ritroviamo di fatto ad avere un candidato alla presidenza degli Stati Uniti che, in risposta al più grande atto criminale d'odio nei confronti delle persone LGBT, ha rilasciato una dichiarazione in cui la comunità oggetto dell'attacco non è stata nemmeno menzionata. Al contrario, il primo sindaco di Londra di religione musulmana ha risposto lanciando un apposito hashtag in supporto dei diritti LGBT. Senza considerare che, ad esempio, ai ed alle transessuali in North Carolina è fatto addirittura divieto di utilizzare un bagno destinato ad un sesso diverso da quello avuto alla nascita. E che su Sky News l'unica voce LGBT invitata alla discussione è stata sminuita e ridotta al silenzio per aver tentato di "rivendicare" la tragedia come specificatamente diretta verso la comunità di cui essa faceva parte.

Ci sono discussioni importanti da fare a proposito del terrorismo globale, ed azioni urgenti sono richieste per riformare la legge sul controllo delle armi negli Stati Uniti. Ma, almeno per i prossimi giorni, questo non riguarda l'Islam. E nemmeno le armi. Questo riguarda il fatto che nel 2016 ci sono ancora persone uccise per aver amato.

Il dibattito su Sky News da cui il giornalista Owen Jones ha deciso di allontanarsi.

Translated from Pulse, Orlando: Terrorism, yes, but undoubtedly an LGBT hate crime