Staff Benda Bilili, la voce dei senzavoce del Congo
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Cecilia Lunati«Siamo tutti degli handicappati, no?» È questa la frase che appare nella loro pagina Myspace.
Dopo più di un mese in tournée per l’Europa, questo gruppo di musicisti di strada paraplegici, provenienti da Kinshasa, lascia dietro di sé folle di persone euforiche e stupefatte, dopo quasi un anno dall’uscita del loro album di debutto Très Très Fort, su concessione del produttore Belga Vincent Kenis della Congotronics fame. Sofia Verzbolovskis da sette anni prepara un documentario francese sul gruppo.
I cantanti Ricky Likabu, Theo Nsituvuidi, Kabose Kabamba, Djunana Tanga e il compositore principale Coco Ngambali, sono cresciuti con la poliomelite in uno dei paesi più svigoriti e poveri del mondo. A causa delle loro menomazioni fisiche, gli altri musicisti della capitale della Repubblica Democratica del Congo si sono rifiutati di suonare con loro. Ed è per questo che Ricky, Theo, Coco, Kabose e Djuana si sono riuniti nel 2004, spinti dalle loro esperienze comuni di discriminazione e d’invalidità fisica.
Oggi, il gruppo crede fortemente che l’invalidità esista nella testa e non nel corpo. Con questa idea, hanno scosso il pubblico di tutto il mondo con performances da far muovere i fianchi, e hanno ottenuto il Premio “Artista del 2009” alla Womex di Berlino (Esposizione Internazionale di Musica). Il nome del gruppo, Staff Benda Bilili, una parola in dialetto Lingala che significa “al di là delle apparenze”, è solo una premessa alle potenti canzoni che esprimono una sincera frustrazione e mostrano i grandi problemi del Congo. Parliamo di pezzi come Polio – che implora i genitori a vaccinare i loro figli – e Tonkara", in cui la delusione e le proteste vengono trasmesse sia attraverso le parole che con accordi sentimentali, profondi ed evocativi. In Moto Moindo e Marguerite, Roger Landu, il più giovane membro dei Benda Bilili con i suoi 18 anni, si contorce ipnoticamente in un assolo con la satonge, strumento che lui stesso ha creato usando una lattina di conserva di pesce vuota, una corda e il legno.
Il loro sound è esplosivo: racchiude la musica soukous tipicamente congolese, suoni della rumba, passando per il reggae, l’R&B vecchio stile e i suoni Afro-Latini e funk. È veramente impossibile riuscire a stare fermi fra l’adrelina che si libera dai ritmi, Roger che stringe e suona il satonge con lo stile di Hendrix, la vitalità coinvolgente di Kabama e la costante connessione che hanno con il pubblico. Staff Benda Bilili è un gruppo senza alcun dubbio determinato a far divertire le persone,a farle danzare e scatenare in pista. Sperano inoltre di aumentare la fantasia delle persone e di far esplodere la loro curiosità e il loro senso critico. «Anche se esiste una barriera linguistica, vogliamo che le persone rientrino a casa e cerchino di capire meglio il significato delle nostre canzoni dopo averle ascoltate in musica», afferma Ricky.
Sono la voce dei senzavoce del Congo , un paese che ha sopportato anni di guerre civili, corruzione ed un incessante senso di instabilità. Il loro infinito amore per il ritmo, le loro profonde critiche sociali e il loro spirito indomabile hanno ipnotizzato le folle, incitato alle rivoluzioni del ballo in tutto il mondo e aperto un varco al dialogo. Il loro ruggente esordio sulla scena musicale ha definitivamente lasciato tutti con un implacabile desiderio di gridare ancora insieme al gruppo.
Foto di Sofia Verzbolovskis. Performance video di Na Lingui Yo di Florent de la Tullaye, uno del duo di registi francesi che hanno filmato il gruppo/ Youtube
Translated from Staff Benda Bilili, voice of the voiceless in Congo