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Segreti di una Sarajevo cosmopolita (15 foto)

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A 15 anni di distanza dall’epilogo della guerra, Sarajevo risorge dalle sue ceneri. In questa città, a prevalenza musulmana, incontriamo ragazzi multilingue, rappresentanti della generazione post-comunista cresciuta durante gli anni dell’assedio (1992-1995).  Il racconto fotografico di quattro giorni trascorsi nella capitale bosniaca.

Tutte le foto: © Boris Svartzman/ svartzman.com/

La foto-galleria fa parte dello speciale sui Balcani realizzato da Cafebabel.com nel 2010-2011. Per saperne di più sul progetto clicca su Orient Express Reporter.

Sarajevo, panorama

Novembre: La capitale della Bosnia-Erzegovina si annida in una vallata sormontata da montagne.

La festa d’Indipendenza

E’ il 25 novembre: i negozi, le scuole e le università sono chiuse per la festa d’Indipendenza bosniaca. Alcuni reduci della Seconda Guerra Mondiale accompagnati dal Presidente croato (uno dei tre presidenti in rotazione permanente) giungono al Teatro nazionale di Sarajevo per celebrare mestamente una data che risale agli anni della Jugoslavia. Non si tratta però di una vera festa nazionale. La ricorrenza viene infatti celebrata soltanto nella Federazione bosniaco-croata, una delle due entità in cui è scissa la Bosnia. L’altra, la Repubblica serba di Bosnia-Erzegovina, festeggia la sua festa d’Indipendenza il 7 gennaio.

Pausa pranzo all’ufficio passaporti

Dal 15 dicembre 2010, la Bosnia approfitta dell’eliminazione del visto. A partire da quella data infatti, i cittadini albanesi, così come prima di loro quelli serbi, montenegrini e macedoni, possono circolare liberamente nei 25 stati dell’area Schengen, provvisti soltanto del loro passaporto. Secondo le stime circa 400.000 bosniaci residenti all’estero, inviano i loro guadagni al Paese natìo, afflitto da un tasso di disoccupazione che si attesta intorno al 45%.

Liberi dal passato

La libertà dal passato è soltanto relativa. Sarajevo riporta così alla luce tracce, monumenti e statue, a testimonianza delle atrocità del passato, affrontando il tema della libertà da diversi punti di vista. Le giovani registe Nejra Hulusic e Sabrina Begovic leggono le cifre del Memoriale eretto nel maggio 2010 in ricordo delle piccole vittime di Sarajevo. Durante l’assedio morirono 521 bambini, 1.600 in tutto il Paese. “A volte penso che potevo esserci io al loro posto” commenta Sabrina leggendo i nomi delle vittime del 1985-1986. Una volta sfiorate, le cinque colonne metalliche ruotano a stento sotto la spinta del vento, quasi a creare una melodia.

 Art attack

Alcune zone della città mostrano una proficua interazione col passato, come dimostra questo edificio della Galerija 10m2. A maggio 2011 è stata allestita una biennale d’arte contemporanea chiamata D-O ARK Underground.

Vista dall’alto

Ecco un’immagine familiare all’Occidente: un cimitero musulmano sulla collina di Sarajevo. Le tombe ottomane sono sparse un po’ ovunque. Durante l’ultima Guerra che ha coinvolto l’Europa, infatti, si preferì non sotterrare i corpi in ampi spazi come questo, per evitare i colpi dei cecchini.

 Il sistema educativo

E’ sabato mattina. In una moschea vicino al cimitero un ragazzo insegna il Corano ai bambini prima di mostrare loro come declamare le preghiere, con l’aiuto di Youtube. L’atmosfera è allegra e rilassata, tanto che i piccoli allievi gironzolano liberamente per la stanza durante la lezione.

Interpretazioni della modernità

La moderna scultura in vetro nel parco di Veliki, in centro città, raffigurante una madre col suo bambino, ha suscitato parecchie critiche da parte dei genitori dei bambini vittime della guerra. Pare infatti che i ragazzi del posto che lo usano come punto di ritrovo cittadino, lo abbiano soprannominato “phallus”.

Twitter testimone di violenza

3 novembre, notizie dalla città assediata: un falso allarme bomba questa mattina e colpi sparati nel pomeriggio… benvenuti a Sarajevo” denuncia Nejra Hulusic nella sua pagina twitter, di ritorno da una viaggio d’affari nella tranquilla cittadina di Utrecht. La donna, madre di un bambino, scherza amaramente raccontando come la città sia diventata un covo di bande criminali alla stregua “della Sicilia e di Rio de Janeiro”. Altri spari si sono avvertiti il 16 dicembre su un ponte che la donna attraversa ogni giorno.

Cinema d’essai

Seguendo le orme del Kriterion di Amsterdam, lanciato dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli studenti del Kriterion di Sarajevo hanno celebrato nel 2005 i dieci anni dalla fine della guerra inaugurando il primo festival del cinema d’essai della capitale.

Cinema o casinò?

Alcuni studenti di scienze politiche, economia e ingegneria hanno recentemente ottenuto l’autorizzazione a proseguire l’attività del cinema Tesla organizzando proiezioni mensili, dopo che il magnate del cinema multiplex “Cinema city” aveva proposto di trasformarlo in un casinò.

L’Europa a Sarajevo

Latifa Imamovic e le sue sorelle Sadzida e Sumeja Tulic fanno parte del team Kriterion,che è riuscito a portare l’Europa nella capitale dei Balcani. A novembre infatti Sarajevo ha ospitato, come Amsterdam e Pristina prima di lei, il festival del cinema e dell’arte indipendente “4 Tuned Cities”. Alla manifestazione sono intervenute personalità da tutta Europa.

La vita notturna di una città a prevalenza musulmana

Dopo aver visitato i tre principali nightclub di Sarajevo, dove alla dance tradizionale si preferisce il dubstep, arriviamo tra le colline balcaniche dove si sta svolgendo una festa tradizionale. “Dopo il nazionalismo, abbracciamo ora nuovi stili di vita: democrazia, islam, tolleranza” ci spiega Sumeja. “Oggi, c’è una concezione della tolleranza del tutto particolare. Si è permissivi con l’alcool e intransigenti col velo” aggiunge Latifa.

Il mercatino delle pulci

Il team di Kriterion ha organizzato il primo mercato delle pulci cittadino al cinema Tesla dove vengono venduti libri, DVD e magliette con graffiti disegnati da artisti e grafici. Si trovano anche memorabilia della Jugoslavia appartenenti a ragazzi nati dopo la guerra, che hanno scovato gli oggetti nei meandri della casa, esposti con entusiasmo come reliquie del passato.

Il mercatino della domenica

Il vero mercato della domenica è ad ovest della città. Prendendo un tram sull’unica strada che porta all’aeroporto e camminando per 5 minuti, ci si imbatte in oggetti di ogni genere: dai vestiti alle automobili. La realtà attuale è che si vive alla giornata in questo paese dalla complessa struttura politica. Si attende la luce alla fine del tunnel.

Translated from Sarajevo's cosmic, cosmopolitan secret (15 images)