«Restano significativi ostacoli alle elezioni libere e giuste»
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loredana stefanelliAli Kerimli, leader del Fronte popolare dell’Azerbaijan, ha parlato con cafè babel poco prima delle elezioni in Azebarijan. L’opposizione si è trovata di fronte a molti ostacoli, ma lui è convinto che ci sia ancora speranza di cambiamento.
Ali Kerimli ha lottato per la riforma politica in Azerbaijan fin da quando organizzò da studente il movimento Yurd (Patria), che poi divenne parte del Fronte popolare dell’Azerbaijan. Quest’ultimo si è poi trasformato nel 1995 nel Partito del fronte popolare dell’Azerbaijan, di cui Kerimli è il ora il leader.
Qual è il problema principale riguardo alle elezioni del 6 novembre?
La composizione dell’amministrazione centrale delle elezioni resta un ostacolo significativo per avere delle elezioni libere e giuste, dal momento che tutti i presidenti dei cinque principali comitati del Paese appartengono al partito attualmente al governo. Va da sé che né le elezioni presidenziali del 2003 né quelle locali del 2004 sono state giuste o democratiche. L’accesso alle liste elettorali è ristretto e non c’è alcun modo per verificare votazioni doppie o multiple. In passato i voti degli oppositori noti non comparivano neanche sui registri. Un rapporto della missione di osservazione elettorale effettuata dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha espresso serie preoccupazioni riguardo il processo elettorale, elargendo contestualmente numerose raccomandazioni per un ulteriore miglioramento. Le autorità, tuttavia, non sono state d’accordo con la maggior parte di questi risultati, e hanno pertanto seguito solamente alcune di quelle raccomandazioni.
In che modo l’opposizione sta affrontando il fallimento delle riforme?
I partiti all’opposizione stanno organizzando una campagna decisamente attiva, comprendente molti incontri e perfino l’andare porta a porta a spiegare alla gente la nostra politica e il nostro programma per il Paese. Il progresso più importante è rappresentato dal fatto che adesso l’opposizione è unita: abbiamo formato una coalizione ed avremo un unico candidato a sfidare ogni collegio elettorale. Tuttavia Ali Hasanov, un assistente del Presidente, ha deciso che l’opposizione può organizzare manifestazioni solo nei luoghi designati dall’ufficio del sindaco. In questo modo, ogni volta che vorremmo organizzare un evento, ci spediranno in zone della città talmente remote da rendere difficile per noi parlare con la gente. Durante la nostra assemblea di ottobre il governo ha cercato di intimidire i partecipanti ed ha perfino usato la forza contro i sostenitori: quasi duecento persone sono state arrestate e ferite. Nelle ultime settimane le autorità hanno minacciato di usare la forza per impedire ai gruppi di opposizione di allestire quelle che loro chiamano “provocazioni” contro il governo nelle ultime settimane precedenti le elezioni. Questo divieto illegale non può fermare la nostra lotta per una campagna democratica.
In che modo l’Ue sta influenzando la strada della riforma?
In Azerbaijan un importante motore per la riforma è la membership del Paese alla Politica europea di vicinato della Commissione Europea (Enp). Sono convinto che il futuro dell’Azerbaijan risieda in Europa. Spesso mi hanno accusato di rappresentare gli interessi dell’Occidente e non quelli dell’Azerbaijan, ma credo davvero che il nostro futuro risieda nell’appartenenza all’Europa. L’Ue dovrebbe continuare ad interessarsi per quanto necessario al governo dell’Azerbaijan, perché solo in questo modo si potranno realizzare riforme legali e istituzionali, specialmente nel campo dei diritti umani e di libertà di assemblea.
Qual è il ruolo dei giovani nella politica dell’Azerbaijan?
In Azerbaijan i giovani stanno diventando politicamente attivi. Dopo gli eventi a cui si è assistito in Ucraina e in Georgia, dove i giovani hanno svolto un ruolo davvero importante durante le rivoluzioni pacifiste, il governo è sospettoso nei confronti della partecipazione di qualsiasi giovane alla vita politica. Recentemente Ruslan Bashirli, capo di una giovane organizzazione chiamata Nuova idea, è stato arrestato con l’accusa di aver tramato per rovesciare la leadership in Azerbaijan, in seguito alle istigazioni degli agenti dell’intelligence armena. Anche Sarvan Sarhanov, altro membro della stessa organizzazione, è stato interrogato e picchiato per essersi rifiutato di testimoniare il falso. Questi arresti sono parte del piano governativo mirante ad intimidire l’opposizione. Il loro obiettivo è quello di attirare falsamente l’attenzione su altri problemi e di distrarci dalla nostra lotta per ottenere elezioni libere e giuste. Queste provocazioni, questi attacchi, queste campagne psicologiche e questi tentativi di ricatto non riusciranno a distoglierci dalla nostra battaglia.
Qual è la situazione dei mezzi di comunicazione in Azerbaijan?
Tutte le stazioni televisive sono controllate dal governo. Solamente un’emittente è riuscita a rimanere imparziale ma ora è sotto pressione e la relativa stazione radio regionale è stata costretta a chiudere. Un canale fuori dai confini dell’Azerbaijan sostiene l’opposizione,,ma il governo ha preso le dovute precauzioni per impedirne la trasmissione in Azerbaijan. Tutti i giornalisti sono messi sotto pressione per non criticare il governo. Sono numerosi i casi di abusi, minacce e attacchi ai giornalisti e la situazione è preoccupante. Un giornalista, Elmar Huseynov, è stato ucciso sette mesi fa. Era il direttore di una rivista settimanale, Monitor. Tutti sono convinti che dietro alla sua morte ci sia il governo, ma non è stata aperta alcuna indagine. Inoltre il 9 ottobre altri due giornalisti sono rimasti gravemente feriti. Ci si aspetta che la Comunità internazione metta sotto pressione il governo e lo spinga a non usare la forza contro il proprio popolo. Gli sviluppi in Georgia ed Ucraina hanno dato alla gente nuova speranza e nuovo coraggio circa la possibilità di cambiamento.
Translated from “There remain significant obstacles to free and fair elections”