Precarious Europe: il racconto della "generazione Grexit e Brexit"
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Elisabeth-Astrid Beretta"Raccontare le esperienze di una generazione" recita il sottotitolo di questa startup giornalistica, lanciata 6 mesi fa da tre giornalisti freelance. Nonostante l'impatto negativo di un titolo che contiene la parola "precarietà", Niki Seth-Smith, una delle fondatrici, è entusiasta. Da Atene, la giovane britannica ci parla degli stili di vita precari e delle nuove correnti politiche della sinistra.
cafébabel: Come vi è venuta l'idea di Precarious Europe?
Niki Seth-Smith: Nel nucleo editoriale siamo in tre. Io e Yannis Baboulias siamo di base ad Atene, e Jamie Mackay vive a Firenze. Lavoravamo a Londra per Open Democracy prima di trasferirci. Abbiamo persone nei diversi paesi che lavorano come redattori-collaboratori. Volevamo ottenere punti di vista nuovi ed interessanti dalla generazione dei 16-35enni, che oggi si dirige verso questi nuovi partiti e movimenti emergenti, i quali in molti casi sembrano andare per la maggiore. Saranno loro a determinare la futura direzione dell'Europa e dell'Unione in crisi. I media necessitano di una piattaforma plasmata dai giovani europei, che offra stabilità e un compenso equo. I media tradizionali non coprono questa funzione, mentre i nuovi media spesso si aspettano un lavoro non retribuito, specie dal "precariato" giovanile. Abbiamo messo su una startup da 6 mesi e poi abbiamo ottenuto le sovvenzioni per il nostro obiettivo. Al momento stiamo cercando nuovi finanziamenti per la seconda fase.
cafébabel: Dove ha sede Precarious Europe?
Niki Seth-Smith: Ecco il punto, non abbiamo una reale sede da nessuna parte. Io e Yannis lavoriamo da Atene. Abbiamo anche mantenuto una relazione con Open Democracy tramite un progetto di partenariato organizzativo. Per adesso sono l'entità giuridica che sta dietro a Precarious Europe (PeEu, n.d.r.). Non abbiamo una nostra sede legale, dipende da dove sono stabiliti i giornalisti e i redattori. Siamo piuttosto transeuropei.
cafébabel: Come mai vi siete trasferiti ad Atene?
Niki Seth-Smith: C'erano più ragioni. Ovviamente una delle principali era che volevamo coprire le elezioni greche (a Gennaio 2015, n.d.r.). Prima di trasferirmi ad Atene, ero in Scozia per il referendum sull'indipendenza (il 18 settembre 2014, n.d.r.). Abbiamo coperto entrambi gli scrutini con un approccio molto generazionale. La Grecia è in qualche modo sull'orlo del precipizio per quanto riguarda la precarietà. In quel senso, i giovani greci devono confrontarsi con l'insicurezza del mercato del lavoro, dell'impiego e delle condizioni di alloggio. Ma ora, negli ultimi 5 anni, quella è diventata la situazione di tutta la popolazione. La precarietà dei giovani diventa quella di tutti. Si tratta di un fenomeno molto più presente nel Sud Europa che altrove. Allora sì, aveva un senso per noi essere ad Atene.
cafébabel: Cameron ha previsto un referendum su un eventuale Brexit prima della fine del 2017. Non sarebbe stato importante trovarsi sul posto per le elezioni britanniche del 7 maggio 2015?
Niki Seth-Smith: Sì, ma si può scrivere un pezzo sulle elezioni britanniche anche dal punto di vista greco. Così abbiamo fatto.
cafébabel: Avete anche voi una vita precaria?
Niki Seth-Smith: (ride) "Nuove esperienze innovative realizzate da giovani", suona bene. Contiene tutte quelle parole che suscitano interesse, ma ci vuole anche una parte di ethos nel proprio approccio, serve concentrarsi sui dettagli pratici e il modo in cui la gente vive quotidianamente. Lavoro dal mio appartamento a Atene e Jamie da casa sua, a Firenze. Riceviamo spesso email dagli altri giornalisti. Invece delle solite scuse per il ritardo di un articolo, ci descrivono davvero la loro situazione con lunghe email che parlano del loro carico di lavoro, delle loro condizioni lavorative o del fatto che non sono stati pagati per degli altri pezzi. È interessante avere questo genere di scambio sincero, grazie alla nostra piattaforma.
cafébabel: C'è chi dice che la nostra generazione "Y" ama lavorare in questo modo, da freelance senza vincoli e gerarchie. Pensate che siano bugie?
Niki Seth-Smith: No, non penso che siano bugie. Si tratta di qualcosa su cui ci sta esercitando attraverso nuovi modelli lavorativi, allo stesso tempo accade una cosa simile sulla scena politica. Quel rifiuto delle gerarchie nei partiti politici sembra in parte il rifiuto delle gerarchie nel lavoro. Entrambi sono positivi a lungo termine. Tuttavia, ci sono ovviamente problemi pratici che subentrano e che dobbiamo superare per creare nuovi modelli.
cafébabel: Come definisce la precarietà nel 2015?
Niki Seth-Smith: È molto complesso. Il nostro progetto, per esempio, era ispirato da una lettura del libro di Guy Standing, Il precariato. Ovviamente c'è sempre stato un precariato relativo all'alloggio e alla disoccupazione, le migrazioni sono sempre esistite. Nessuna di queste tendenze è nuova. Però ci concentriamo sul precariato giovanile e cerchiamo di capire a cosa potrebbe somigliare una futura politica condotta dalla nostra generazione: la precarietà non è necessariamente riservata ai giovani. Viviamo in un'epoca nella quale l'alloggio, la disoccupazione e le migrazioni sono la norma. Questo pone l'accento sulla giovane generazione, che cresce assieme con questa "regola".
cafébabel: Quali sono le conseguenze di questa nuova "norma" sulla vita quotidiana?
Niki Seth-Smith: Ad un livello più profondo, prima di tutto appaiono gli effetti psicologici, nuove forme di angoscia e depressione. La gente è divisa fra la disoccupazione e il sentirsi completamente schiacciati dal lavoro e stressati. Quanto al quotidiano, non saprei nemmeno da dove cominciare.
cafébabel: Precarious Europe è stato lanciato nel contesto delle ultime elezioni in Grecia ed è stato creato da una fondazione marxista. La vostra rivista ha un orientamento politico?
Niki Seth-Smith: Abbiamo trattato soprattutto la salita al potere di Syriza, osserveremo Podemos nei prossimi mesi. Abbiamo avuto inoltre notizie interessanti sulla nuova sinistra polacca. Ma non abbiamo una linea politica. Ci impegnamo ad offrire la possibilità di esprimersi a quei politici che sono in linea con la nostra generazione.
cafébabel: Ma quando si legge il primo articolo di Precarious Europe, sembrate molto favorevoli a Syriza.
Niki Seth-Smith: Siamo favorevoli a Syriza nel senso che quello è un partito che dà ascolto ai giovani.
cafébabel: Qual è stata la posizione della vostra testata riguardo al referendum del 5 luglio in Grecia?
Niki Seth-Smith: Sosteniamo la necessità di una maggior democrazia in Europa, crediamo che questo referendum sia stata la cosa giusta da fare per permettere al popolo di decidere. Ma Precarious Europe non era a favore né del "Sì" né del "No".
Translated from Precarious Europe: the mag covering everything from Brexit to Grexit