Numeri che parlano da soli: la povertà estrema nel mondo è calata
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Matteo IacovellaEbbene sì: nel 2016 ci possiamo ancora svegliare con delle buone notizie. Ma per trovarle bisogna saperle cercare.
Non vi sarà di certo sfuggito: fra Brexit, Donald Trump, il colpo di stati in Turchia, l'attentato a Nizza e i cambiamenti climatici, sono ben poche le notizie che ci fanno fare i salti di gioia sul divano. E vabbè, ci sarà pure Pokémon Go, ma basta che diate uno sguardo al vostro vecchio iPhone 3G S per rendervi conto che oggi anche la tecnologia vi volta le spalle.
Che cosa ci rimane? Le buone notizie, è vero, ma bisogna sapere dove andarle a cercare. È quanto dice in sostanza un articolo del sito americano Quartz. Nell'oscuro universo dell'economia mondiale apprendiamo che il numero di persone che vivono in situazione di grave indigenza (chi vive quotidianamente con meno di 1,90$) è sceso drasticamente da una cinquantina d'anni a questa parte. In termini assoluti, la buona notizia è che dal 1970 oltre 1 miliardo e mezzo di persone sono riuscite a uscire da tali condizioni. Oggi, dunque, la povertà estrema colpirebbe "soltanto" 710 milioni di persone, cioè il 9,6% della popolazione mondiale.
Secondo le statistiche della Banca Mondiale, i meriti vanno alla Cina. Nel 1981, 880 milioni di cinesi versavano in condizioni di estrema povertà. Nel 2010 questo numero è passato a 150 milioni. Grazie al miracolo economico cinese, la popolazione mondiale riesce, tutto sommato, a vivere in condizioni leggermente migliori. Avete letto bene: leggermente. Perché se ci mettessimo a parlare della situazione dell'Africa subsahariana o dell'impatto dell'economia cinese su alcune classi sociali in altri paesi del mondo, vi lancereste di nuovo sul divano, sotto la coperta.
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Questo articolo fa parte della nostra rubrica Numeri che parlano da soli: statistiche, vignette ed analisi, per capire meglio il mondo intorno a noi.
Translated from Le chiffre qui parle : vers la fin de l’extrême pauvreté sur Terre ?