Numeri che parlano da soli: i 50.000 omosessuali vittime del "Paragrafo 175" in Germania
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Il governo tedesco ha riconosciuto il diritto degli omosessuali perseguitati dal cosiddetto "Paragrafo 175" ad essere pubblicamente riabilitati e risarciti. Tra il 1946 e il 1994 furono condannate circa 50.000 persone in osservanza a questa legge. Meglio tardi che mai.
Il ministro della giustizia tedesco Heiko Maas ha annunciato l'11 maggio che il governo di Berlino risarcirà tutte le vittime ancora in vita del cosiddetto "Paragrafo 175". Si tratta di una legge varata dalla Germania di Bismarck subito dopo l'unità tedesca nel 1871, la quale prevedeva la criminalizzazione e conseguenti pesanti pene per tutti coloro sospettati di commettere "atti contro natura". Legge che, con qualche modifica, è rimasta in vigore fino al 1994.
Il bilancio della storia del paragrafo 175 non è affatto leggero. Fu utilizzato ed inasprito dal regime nazista nel 1935, raddoppiando la pena a 10 anni in caso di flagranza di reato, ma anche giustificando persecuzioni e pestaggi, castrazioni e deportazioni degli omosessuali nei campi di concentramento, marchiati con il famigerato "triangolo rosa". Secondo alcune stime sarebbero all'incirca 100mila gli omosessuali assassinati nella Germania di Hitler tra il 1933 e il 1945.
La questione più interessante (e scandalosa, se vogliamo) è però il fatto che quel paragrafo continuò ad esistere anche nelle due Germanie postbelliche. Nella Germania Est esso fu abolito solo nel 1969. Nella Bundesrepublik invece furono condannati per "atti contro natura" ben 50.000 omosessuali tra il 1946 e il 1994, dei quali molti finirono anche in carcere. Fortunatamente anche nella Germania Federale le persecuzioni divennero più rare dal 1969 in poi, grazie ad un ammorbidimento del paragrafo 175 proposto dall'allora ministro della giustizia Heinemann. Più rare, ma non assenti: dal 1969 al 1994, anno dell'abrogazione, si registrano i casi di altre 3.500 persone accusate di omosessualità.
L'11 maggio il governo tedesco ha finalmente riconosciuto il merito di queste persone ad essere pubblicamente riabilitate e risarcite. Meglio tardi che mai.
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