Montmartre underground: la Parigi (nascosta) da bere
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Giulia LenaMontmartre è uno dei posti forse più conosciuti di Parigi. La basilica del Sacro Cuore e i suoi dintorni, luoghi fuori dal comune e carichi di storia, dominano la città e un quartiere i cui confini vanno ben oltre la banale Place du Tertre e il parco di divertimenti che la circonda.
Al di là dei borghesi di Lamarck (a nord), situtati tra il quartiere africano di Château-Rouge (ad est) e i sexy shop a Pigalle (a sud-ovest), i dintorni della grande Montmatre custodiscono storie straordinarie.
Un intinerario pensato appositamente per chi di Montmartre conosce solo le strade di Amelie Poulain, ricco di consigli per fare una bevuta, nel quartiere dove da tempo immemore storie uniche o altre curiosità animano la vita dei locali. Fondando l’atemporalità di una Montmartre sottovalutata. Dal Sacro Cuore, una vista alienante su Parigi permette di immaginarsi ogni sorta di avventura nella capitale. E scendendo dalle scale ad ovest, è possibile viverne subito una.
Aperitivo, la dolce vita a Parigi!
All’incrocio tra la rue Clignancourt e la rue Muller, ci si fa una pinta ascoltando buona musica al Clair de la Lune, un vecchio bar per incontri. L’accoglienza è calorosa. Ggrandi pareti vetrate danno il benvenuto al chiarore del giorno per lasciare più tardi il posto alle luci della notte. Il bar dalle forme arrotondate ricorda un omaccione simpatico. La luce rosata dei neon si riflette nello zinco. Vecchie locandine di film e di concerti decorano le pareti. Senza troppo insistere sul vintage, i gestori hanno preservato l’autenticità del luogo.
Judith, una cameriera dal fascino innegabile, ci descrive una giornata tipo. Il mattino, all’apertura, espresso e giornale per quelli che hanno bisogno di rilassarsi 5 minuti tra casa e ufficio. Poi i genitori che hanno appena lasciato i bambini a scuola si ritrovano qui, a volte con il piccoletto, quando è troppo piccolo per la scuola ma già pronto per andare al bar! A mezzogiorno qualche raro turista si avventura nella zona. I clienti abituali sono sempre un po’ lì, per due chiacchiere con il proprietario, mentre altri cercano la calma di un posticino tranquillo. A fine giornata, gli amanti dell’aperitivo riempiono il bar per transformarsi in festaioli notturni. Il Clair de Lune conosce i propri clienti e vi si adatta. È questo il bello. Uno dei vecchi clienti abituali, nato nel quartiere, palesemente un ex punk, racconta: “Per noi è sempre stato ilB.A.V, il Bar à Vieilles, ovvero il bar delle vecchie. Quando eravamo piccoli, c’erano un sacco di vecchie signore che aspettavano i ragazzi per offrire loro un panino, una birra e ...”
Bastardi senza gloria
Qualche via più in là, La Renaissance sembra essere un ristorantino di quartiere estremamente normale. E invece ha ispirato moltissimi cineasti. Dall’apertura nel 1905, La Renaissance non è cambiato. Quasi per niente. Negli anni '30 sono state aggiunte delle vetrate art déco, gli specchi al mercurio hanno perso il loro splendore, ci si chiede se il giallo senape delle pareti sia voluto oppure no. Biancastre in origine, portano i segni delle sigarette fumate durante un secolo. L’accento tipico di un ragazzotto parigino e gli scherzi insolenti del barista contribuiscono all’atmosfera del bar. Quando ci sono i clienti abituali, apre la discussione in modo grossolano e si diverte ad assistere agli animati scambi verbali attorno al bancone di marmo – dove un caffè costa 1€. Di recente, questa dolce vita atemporale di quartiere ha conquistato Tarantino che ha girato qui qualche scena di Bastardi senza gloria (2009). Senza pretese, La Renaissance è un supersite dei retroscena di Montmartre.
Di recente, questa dolce vita atemporale di quartiere ha conquistato Tarantino che ha girato qui qualche scena di "Bastardi senza gloria"
Conosciute per i sexy shop e le prostitute, le vie del perimetro a sud della collinetta di Montmartre costituiscono un vivace spazio culturale e festivo. Pigalle è una zona musicale dove molti musicisti vengono a comprare gli strumenti. Un pubblico eclettico frequenta le sale concerti e La Cigale è il palco leggendario della zona. Vi hanno suonato i Led Zeppelin, David Bowie, Iggy Pop, Prince, i Radiohead e i Red Hot Chili Peppers. Alle spalle della sala, c’è la rue des Martyrs, dove La Fourmi, vale a dire "la formica", diversamente dalla favola di La Fontaine, sembra aver stretto una proficua alleanza con la compagna Cigale. Aperto da 15 anni, questo locale atipico dallo spazio decostruito è festivo e tranquillo, spesso pieno di gente. A ornare un alto soffitto, un grande lampadario circondato da bottiglie di vino che domina l’ambiente. La birra non è troppo cara e la musica vi risuona fino alle 3 del mattino, una rarità visti i vicini sempre più intolleranti. Alcuni dicono aver visto i Radiohead in incognito prendere da bere qui. Con la complicità de La Cigale, questa band non è stata certo l’unica a venirci a fare una bevuta. Molto frequentato, l’accoglienza è meno intima che al Clair de Lune o a La Renaissance. I baristi sanno di lavorare in un locale alla moda. Ma un altro punto a favore è che il bar è piacevole, cosmopolita e vicino ai servizi della zona per quelli che se ne vanno con la coda tra le gambe.
Montmartre è ancora molto altro. Basta girovagare e correre il rischio di perdersi. E d’altronde è proprio la cosa migliore che possa succedervi. Ci sono storie più interessanti di quelle conosciute da tutti. Meno visibili. Storie che forgiano l’identità di un posto. E, come testimoniano queste righe, non bisogna mai esitare a scavare un po’.
Foto: © Thomas Laborde
Translated from Montmartre underground : Paris dans la bouteille