Mondiali 2010: un "goal verde" per il Sudafrica
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Alba FortiniUn evento imponente come la Coppa del Mondo di calcio non implica solo spese logistiche e per la sicurezza. Nell’epoca del cambiamento climatico si pone anche il problema degli effetti che un evento del genere ha sull’equilibrio climatico globale.
Secondo le stime, la quantità di emissioni prodotte durante i Mondiali in Sudafrica sarà otto volte superiore rispetto a quella della Coppa del Mondo 2006 in Germania, e si aggirerà attorno ad un totale di 900 mila tonnellate di CO2. A queste emissioni va aggiunto un altro milione di tonnellate di CO2 prodotte dagli spostamenti a livello globale. La causa di quest’emissione sensibilmente maggiore di elementi inquinanti è innanzi tutto la posizione geografica del Sudafrica, lontano dagli altri centri mondiali, ma anche la bassa efficienza energetica dei mezzi pubblici, che influiranno ulteriormente sulla quantità di CO2 prodotta: la maggior parte delle emissioni sarà prodotta dal trasporto cittadino, dai voli a lungo raggio e dall’energia utilizzata per il soggiorno dei tifosi e dei partecipanti. Al fine di neutralizzare almeno parzialmente le emissioni prodotte e contenere l’impatto climatico dei Mondiali, il Sudafrica ha formulato assieme all’UNEP (il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente) ed alla FIFA un pacchetto di misure, il Green Goal
Il programma Green Goal è stato sviluppato inizialmente nel 2006 per i Mondiali in Germania, durante i quali, per la prima volta, durante l’organizzazione sono stati considerati anche alcuni aspetti ambientali: in diversi settori, importanti dal punto di vista del rispetto dell’ambiente, le caratteristiche delle strutture sono state toccate da misure pensate per mantenere basso l’impatto dell’evento sull’ambiente, senza però incidere sull’economia o creare problemi nell’organizzazione dei Mondiali.
Secondo il resoconto della FIFA e del Comitato organizzativo locale (LOC) tedesco, il programma Green Goal è stato un successo. Per questo è stato consigliato di lavorare ad un programma simile per i luoghi che ospiteranno in futuro i Mondiali. Il Sudafrica ha accolto il consiglio ed ha integrato nel progetto e nell’organizzazione dell’evento vari obiettivi per salvaguardare l’ambiente. A sentire Blessing Manale, direttore generale dell’ufficio della Pianificazione, Coordinazione ed Informazione del Ministero per il Turismo e l’Ambiente, si tratta di obiettivi ambiziosi: «I Mondiali 2010 saranno più verdi che mai».
Acqua piovana e taxi ecologici
Il programma Green Goal 2010 tocca il campo dell’energia, dell’acqua, dei rifiuti, del trasporto, delle biodiversità e della riduzione della CO2, ed è stato sviluppato dal LOC sudafricano in collaborazione con la FIFA. Il programma prevede che gli stadi siano riforniti prevalentemente di acqua piovana e che, per diminuire i rifiuti, mettano a disposizione alimenti impacchettati in confezioni riutilizzabili o riciclabili, che possono anche essere buttate in appositi cestini. I tifosi sono invitati ad utilizzare i mezzi pubblici per andare alle partite e, proprio per questo, nei luoghi che ospiteranno i Mondiali, l’anno scorso sono stati effettuati numerosi investimenti nel settore delle infrastrutture.
Affinché il 50% dei tifosi possa raggiungere gli stadi ed il Fan Fest con i mezzi pubblici, negli ultimi anni sono state investite ingenti somme di denaro per migliorare i trasporti e sono state costruite numerose piste ciclabili e pedonali. Inoltre, già da tempo esiste la Green Cab Company, un servizio di taxi ecologici che trasporta i passeggeri con la sua flotta di auto a GPL, e Città del Capo vuole alimentare parte dell’illuminazione cittadina attraverso l’energia eolica. Anche Durban s’impegna per dei Mondiali verdi e pianifica di neutralizzare le emissioni di CO2 dando vita a vari progetti, fra cui una pista pedonale che collega lo stadio e la spiaggia dove si terrà il Fan Fest, l’ampliamento della rete di trasporto pubblico con nuove stazioni ed un migliore servizio di autobus all’interno della città. Inoltre, per i tifosi è stato redatto un “Environmental Code”, che fa notare, fra l’altro, che a Durban si può bere senza problemi l’acqua del rubinetto.
A questi progetti si aggiungono varie iniziative di rimboschimento, ad esempio a Johannesburg, dove sembra siano stati piantati oltre 200 mila alberi. Un’altra iniziativa nazionale è il Green Pass, che sarà distribuito ai tifosi e conterrà vari consigli per un comportamento che rispetti l’ambiente durante i Mondiali, oltre ad un servizio di SMS attraverso il quale si potrà scoprire in pochi secondi se il pesce presente sul menù fa parte della lista rossa o se si può mangiare tranquillamente. La maggior parte delle misure climatiche è quindi rivolta ai tifosi, ma c’è anche un impegno da parte delle società calcistiche e della FIFA stesse: più della metà delle squadre partecipanti si sono date l’obbligo di neutralizzare le emissioni di CO2 derivate dai loro voli a lungo raggio.
In definitiva, tutte queste misure sono degne di lode e contribuiranno a rendere i Mondiali più verdi, ma bisogna ancora lavorare sulla comunicazione: in un minisondaggio condotto fra i tifosi solo un quarto degli intervistati era al corrente del Green Goal o di altre iniziative climatiche condotte durante i Mondiali. Resta da sperare che i fan contribuiscano non solo al calcio, al tifo ed alle feste, ma anche a dei “Mondiali verdi”.
Foto: Claire L. Evans/flickr; Dimitra Tzanos/flickr; unep.fr.
Translated from Fußball-WM 2010: Südafrikas "Green Goal" im Kampf gegen den Klimawandel