Ma che Welfare è questo?
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laetitia brandolinIl nuovo “Labour” britannico è riuscito a proteggere il paese dalla disoccupazione e dalla crisi economica che sta attualmente colpendo alcuni paesi dell’Ue. Ma dietro le statistiche si nasconde un’immagine meno rosea.
Quante cose cambiano nell’arco di un paio di lustri! Negli ultimi dieci anni il Regno Unito ha visto il suo tasso di disoccupazione crollare e il Pil impennarsi. E adesso è più ricco –almeno per reddito pro capite- persino della Francia o della Germania, le cui economie ristagnano e hanno difficoltà a sostenere i propri dispendiosi sistemi assistenziali. Il fisco meno gravoso, un mercato del lavoro più flessibile, e un approccio più alla mano nella politica aziendale sono sicuramente le ragioni del cambiamento in Gran Bretagna. Il suo sistema assistenziale è ridotto, si focalizza per lo più sui casi estremi, curandosi meno della solidarietà nazionale rispetto ai i sistemi francese o tedesco. Gli individui sono quindi incoraggiati a fare ricorso a fondi privati per malattia e vecchiaia.
La Gran Bretagna detta legge?
Ciononostante, dietro le sorprendenti statistiche economiche, la realtà della Bretagna attuale è molto diversa. Il fatto che l’assistenza sociale inglese sia quasi del 30% più povera (come percentuale di Pil) rispetto agli equivalenti francese e tedesco, spiega perché, nell’indice di povertà 2004 dell’Onu, il Regno Unito sia meno ben piazzato delle sue controparti continentali: il tasso di povertà infantile è del 51% maggiore di quello tedesco ed il doppio di quello francese. Dal 1997, da quando cioè è il partito laburista a guidare il paese, l’ineguaglianza sociale è aumentata, mentre è crollata in Francia, Germania e Italia.
I sotto-finanziati servizi pubblici britannici farebbero rivoltare nella tomba il fondatore del Servizio di sanità nazionale (NHS), Clement Attle, ma in realtà il problema non è solo che il governo Blair non è pronto ad aumentare le tasse per poter elargire le sovvenzioni necessarie. Il servizio sanitario è a corto di letti e di medici, il tasso di mortalità infantile è tra i più alti nell’Europa occidentale e l’aspettativa di vita è più bassa che in Francia, Germania o Italia. Il sistema scolastico manca di uniformità: nelle città a un estremo ci sono fallimentari scuole statali e a un altro esclusive scuole private. E poi c’è una minor mobilità sociale rispetto alle altre nazioni sviluppate, il Paese vanta una delle peggiori fedine ambientali in Europa, senza parlare dei trasporti pubblici. I lavoratori tedeschi e francesi hanno in media 235 ore di tempo libero all’anno in più rispetto alla controparte britannica, ma nonostante questo la loro produttività oraria è significativamente più alta. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economici (OCSE), tra il 1990 ed il 2000 la qualità della vita è aumentata del 7% sia in Francia che Germania, mentre invece è calata del 6,2 % nel Regno Unito.
Un’assistenza sociale alternativa
La miglior soluzione per i problemi economici di Francia e Germania (e in alcuni ambiti anche per quelli di Belgio, Lussemburgo, Italia, Olanda e Spagna) è quella di non seguire l’esempio dell’assistenza sociale britannica. Con le multinazionali che promuovono la mobilità di lavoratori non specializzati, la risposta all’elevato costo dell’economia in Europa occidentale non dovrebbe essere tagliare la spesa sociale, perché così si permette a queste corporazioni di tenere in ostaggio il mercato del lavoro, minacciando gli standard di vita in nome della competitività.
Per far sì che queste economie superino le loro difficoltà, si dovrebbe intraprendere un modello di stato sociale più simile a quello scandinavo, nel quale lo stato protegge il lavoratore coprendo un ruolo più ampio nell’economia, attraverso industrie statalizzate e servizi pubblici estensivi e ben finanziati. Nonostante i loro problemi economici, i paesi scandinavi sono ancora molto ricchi: è quindi evidente che un processo simile di ridistribuzione della ricchezza, mediante un sistema sociale do ut des, potrebbe garantire anche ai cittadini di altri paesi uno standard di vita adeguato, proteggendo i lavoratori dagli effetti della globalizzazione. Nei paesi scandinavi, una maggior tassazione, in particolare a carico delle fasce più ricche, ha permesso allo stato di avere il denaro necessario per aumentare la spesa pubblica, particolarmente importante alla luce del crescente problema di invecchiamento demografico.
La borsa o la vita
L’assistenza sociale dovrebbe poter fornire una ragionevole indennità anche per i disoccupati. I neo-liberali criticano le indennità troppo “generose” – soprattutto in Germania – come responsabili dell’alto tasso di disoccupazione. Effettivamente la povera assistenza nel Regno Unito obbliga i disoccupati a cercare di ottenere un nuovo lavoro il prima possibile, ma ciò in realtà determina solo un aumento dei “lavoratori poveri” (1,4 milioni di lavoratori britannici ricevono un salario minimo di 7,35 euro all’ora). Ma se sono garantiti dignitosi diritti per i lavoratori, come l’obbligo di un certo numero di ore settimanali di servizio e buone condizioni lavorative, dare indennità maggiori per la disoccupazione non significa necessariamente ridurre la motivazione degli impiegati a tornare al lavoro, come anche i dati provenientidall’economia scandinava dimostrano. Uno stato sociale che sostenga i pubblici servizi, le infrastrutture e la coesione sociale crea quei dipendenti bene educati, sani e contenti, per i quali le compagnie dovrebbero essere pronte a “sborsare”. Lo stato sociale britannico invece – pur generando più ricchezza – non rappresenta un passo in avanti, e anche gli attuali sistemi francese e tedesco stanno fallendo nell’assicurare crescita economica, posti di lavoro o ancora più semplicemente nel mantenere uno standard di qualitàdella vita soddisfacente.
Adesso che l’Europa occidentale ha raggiunto un alto livello di ricchezza, non deve continuare a lottare disperatamente per averne di più: una distribuzione più uguale della ricchezza che già possiede sarebbe sufficiente per assicurare ad ognuno dei suoi cittadini una buona qualità della vita per gli anni a venire.
Translated from British welfare is in a state