Lo scandalo del logo della “Romania”: perché non proporne uno per i Rom?
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Federico IarloriIl marchio istituzionale della Romania, finanziato con fondi della UE, è stato finalmente lanciato sul mercato lo scorso 29 luglio nel padiglione rumeno dell'EXPO Universale di Shangai, benché lo slogan “Scopri il giardino dei Carpazi” non abbia (ancora) ottenuto grandi risultati.
Dallo scorso 29 luglio, i turisti di tutto il mondo dovrebbero iniziare a riconoscere la Romania dal suo nuovo logo verde con lettere scritte a mano e la forma di una foglia che ne promuovono la natura e la biodiversità. Così la Romania si unisce, a livello mondiale, a paesi come Maldive, Nuova Zelanda o Norvegia, che assegnano maggiore importanza alle loro “bellezze naturali” rispetto all'arte ed alla cultura che possono offrire, come nel caso di Italia e Francia.
Presumibilmente, il logo è costato al ministero del turismo rumeno 1.000 euro ed è criticato fortemente perché sembra essere stato preso da un archivio di immagini preesistenti. I blogger rumeni hanno indagato sino a trovarne uno simile in vendita su internet a 250 euro. Lo stesso ministro del turismo ha fatto riferimento alla sua somiglianza con il logo di una società di trasporti del Regno Unito. Dal canto suo, l'UE lanciò un logo similare nel gennaio 2010, una “euro-foglia” verde per indicare gli alimenti biologici disegnata da uno studente tedesco.
Il nuovo marchio commerciale della Romania proviene dalla stessa ditta (con sede in Spagna) che creò con successo il logo spagnolo che festeggia 26 anni d'esistenza nel 2010. Identificarsi con Joan Miro ed un'immagine del sole ha funzionato con gli spagnoli, ma la campagna rumena, per ora, non ha catturato l'immaginazione locale. Alina Popescu, che possiede un'agenzia di marketing e pubblicità in Romania, critica nettamente l'iniziativa in un post sul suo blog: questa campagna non porterà turisti in Romania poiché questi hanno ancora difficoltà ad identificare i Carpazi con la Romania. Il giornalista Sabin Orcan adotta la stessa linea sul quotidiano nazionale Adevărul: “Proviamo invano a tentare gli stranieri a visitare i 'Giardini dei Carpazi'. Sbagliamo, perché quando giungono qua vedono che la bellezza dei paesaggi e l'ospitalità dei rumeni sono “conditi” da buche, immondizia e cani randagi, insieme a molte altre noie che li accompagnano dall'aeroporto alle loro camere d'hotel”.
In ogni caso, i 73 milioni di euro dedicati alla campagna, probabilmente non vedranno uno sforzo di riposizionamento da parte di un'agenzia di pubbliche relazioni in Gran Bretagna. Il 3 di agosto, una ricerca condotta da The Guardian nel Regno Unito ha rivelato che Londra è la capitale del “lavaggio della reputazione”, avendo rinnovato l'immagine turistica di nazioni molto diverse e con i peggiori indici di rispetto per i diritti umani come l'Arabia Saudita o la Cina. Immaginate se il governo prendesse spunto per il marketing da questo stile e si ispirasse allo slogan della Slovenia del 2007, “I Feel S'LOVEnia” ('Mi sento S'LOVEnia). Concentrarsi sulla parte 'Roma' della parola 'Romania' (roma significa gitano in inglese) avrebbe l'esito assicurato di convertire tutta l'attuale diatriba politica contro la comunità rom e, forse, giocare la carta di un valore turistico differente.
Immagine principale scattata a Brasov, Carpazi meridionali (Immagine: ©Linderash/ Agapie Camil/ Flickr)
Translated from 'Branding Romania' scandal: next step, brand Roma?