LINGUE STRANIERE MASSACRATE NELLE SCUOLE BRITANNICHE
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Sonia Lo ConteNel Regno Unito il numero di studenti di lingue straniere è ai minimi storici. Una ex insegnante di lingue racconta come il sistema educativo ha distrutto la sua passione e l'ha allontanata dal mondo dell'insegnamento. Che diavolo sta succedendo nelle scuole britanniche?
La percentuale di diplomati in lingue straniere è scesa ai minimi storici nel 2013, con una diminuzione del 50% di ragazzi che studiano lingue dopo i 16 anni. Il Regno Unito ha da sempre una pessima reputazione in fatto di competenze linguistiche. Ora però, con il 40% delle università che rischiano la chiusura delle facoltà di lingue a causa dello scarso interesse, e una crisi universalmente accettata delle povere competenze linguistiche che minacciano di ostacolare il Paese culturalmente ed economicamente, è ormai chiaro che qualcosa non funziona.
Neo-laureata in francese, il mio sogno è sempre stato quello di condividere la mia passione insegnando. Appena due mesi dopo aver iniziato il PGCE (master post-laurea per l'insegnamento) - obbligatorio se vuoi insegnare nelle scuole statali britanniche - ho abbandonato con mia grande gioia e la sensazione di essere sfuggita per un soffio ad un tragico destino. Il morale degli insegnanti nel Regno Unito è decisamente sotto i piedi a causa del continuo scontro con le riforme e con le ispezioni dell'Ofsted (l'ispettorato dell'istruzione), sempre più numerose e basate solo sui risultati. Ad ogni modo, per quanto mi riguarda, i curriculum disastrosi degli studenti under 16 sono stati sufficienti per farmi desistere e abbandonare per sempre.
QUANDO SI CLICCA IL PULSANTE SBAGLIATO...
Nel Regno Unito si è sempre dibattuto sul reale valore del certificato GCSE (Certificato Generale di Educazione Secondaria, ndt.) che si ottiene a 16 anni. Molti lamentano che il corso sia noioso, banale, che punti l'attenzione soprattutto all'esame finale e ogni anno sia sempre più facile.
Per quanto riguarda le lingue, nonostante ci siano molti studenti che lavorano sodo, siano motivati e raggiungano una buona padronanza della lingua, il fatto che posseggano il GCSE non significa affatto che sappiano parlare, scrivere o comprendere tale lingua.
L'esame orale prevede che gli studenti preparino le risposte a una serie di domande. Fin qui niente di strano. Però, queste risposte non devono essere spontanee, bensì scritte in precedenza e lette poi all'esame. Ho visto una studentessa, che si era preparata le risposte a casa con l'aiuto di Google Translate, presentarsi all'esame di lingua francese parlando un portoghese inascoltabile. Come mai? Aveva premuto il pulsante sbagliato e "tradotto" le sue risposte in portoghese anziché in francese. Quando le é stato detto che avrebbe preso un "B", un voto rispettabilissimo, non si era ancora resa conto che la lingua che stava leggendo non era quella che in realtà avrebbe dovuto studiare. E' stata sgridata e le é stato permesso di ridare l'esame. Ma quando si può ottenere un "B" al GCSE senza essere neppure in grado di riconoscere la propria lingua target, con chi bisogna prendersela?
Si potrebbe pensare che gli esami scritti siano un po' più impegnativi. Peccato che non siano previsti esami scritti. Solo una "valutazione di controllo". Gli studenti devono scrivere un breve tema su un argomento già trattato e secondo una griglia da seguire. Tuttavia, per massimizzare i voti, molte scuole fanno scrivere e riscrivere questo tema in classe e come compito a casa prima di avere la stesura definitiva per dare il giudizio finale. Preparando il lavoro a casa gli studenti possono avere l'aiuto di genitori, amici, internet e di qualunque altra risorsa utile allo scopo. A questo stadio l'insegnante può anche dare il proprio riscontro scritto. Sembrerebbe a prova di errore no?
COME PICCOLI ROBOT DIFETTOSI
E non è finita qui. Molte scuole forniscono agli studenti "esempi" esaustivi, tanto da non doversi neppure sforzare a pensare. Se, ad esempio, l'esaminatore fosse in vacanza, agli studenti verrebbe data una lista di vocaboli con annessa traduzione per frasi come: "Nel negozio di souvenir ho comprato...", "Dopo aver visitato il..., sono andato...". Tutto ciò che devono fare è unire i puntini e voilà: frasi fatte su misura, che gli studenti non possono costruire da soli.
Ogni valutazione, se si vuole ottenere il massimo dei voti, deve contenere almeno un'espressione idiomatica, dunque agli studenti viene data una lista di frasi idiomatiche inerenti l'argomento, solo da inserire. Tuttavia, la loro completa ignoranza su come utilizzare la lingua, a questo punto può ritorcersi contro. Nell'elaborato di uno studente ho letto la frase seguente: je avoir les dents longues. (letteralmente "io avere i denti lunghi", l'espressione idiomatica significa "essere ambizioso"). Ho pensato a un semplice errore e ho sottolineato, gentilmente: "Hai dimenticato di coniugare il verbo". Di fronte alla sua vuota espressione chiedo: “Sai come si coniuga il verbo avoir?”, domandandomi quale fosse il problema. La risposta è stata: “Scusi, cosa significa coniugare?”. Tutti questi studenti miravano al voto più alto, A*, ma non sapevano cosa fosse una coniugazione, un verbo o che avoir fosse differente da au revoir. Non sapevano che 'j'ai' corrisponde a 'io ho', e non avevano la minima idea del perché l'espressione che avevano inserito nel loro testo fosse sbagliata.
Allora di chi è la colpa se le cose stanno così? Certo non degli studenti i quali fanno semplicemente ciò che viene detto loro. Dunque degli insegnanti? Recentemente nel Regno Unito è stato introdotto lo stipendio "a provvigione" basato sui risultati degli studenti, ciò significa che i voti del GCSE alla fine del mese incidono sul portafoglio degli insegnanti. Non possiamo di certo aspettarci che gli insegnanti sacrifichino i voti degli studenti (e dunque le prospettive d'istruzione e di un impiego futuri), la reputazione della loro scuola e le proprie carriere per assicurare che gli studenti padroneggino la lingua.
E' probabile quindi che, finché il sistema attuale non cambierà, l'apprendimento di una lingua straniera nel Regno Unito resterà la peggiore in Europa. Peggio di così non può andare. Anche se non sappiamo quali folli metodi stia progettando il Ministro dell'Istruzione britannico Michael Gove…
Translated from Foreign Languages Butchered in British Schools