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Libano, Hezbollah copre le truppe Onu. Contro Al Qaeda

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Politica

La forza di interposizione? Ha riportato la stabilità. Per questo gli estremisti libanesi ora vogliono coprirla. Dagli attacchi di Al Qaeda.

Basta con gli eufemismi. Francia, Italia, Polonia e Spagna non partecipano a una semplice missione di pace nel Sud del Libano ma a una vera e propria forza di interposizione. E la minaccia da neutralizzare è costituita da una galassia abissale di gruppi islamisti. Lo dicono i rapporti dell'intelligence Onu: sono fino a sei le sigle terroriste che minacciano la sicurezza delle nostre truppe facenti parte della Forza Interna delle Nazioni Unite per il Libano UNFIL (nell'acronimo inglese), il cui mandato è stato prorogato fino al 31 agosto 2008. Le truppe lo sanno, così come lo sa l’Europa, e anche Setefilla Garrido, nonna di David Portas, un soldato sivigliano di vent'anni assassinato in un attentato: «sapeva che rischio correva, ma mio nipote sapeva anche che c'era una cosa più importante: aiutare chi ha bisogno. Se con la sua morte si migliora questo Paese e si consegue la pace, anche lui finalmente potrà riposare in pace».

Le armi? Da Siria ed Iran

Nel maggio 2007 le Nazioni Unite informavano il Governo spagnolo (la terza nazione impegnata in Libano con 1.100 soldati) di stare “molto all’erta” di fronte alla proliferazione di gruppi sunniti contrari alla presenza straniera alla frontiera con Israele. Così come di fronte all’aumento di commercio di armi illegali in provenienza da Siria ed Iran. Fonti del Ministero della difesa Spagnolo vennero a conoscenza di questa tendenza inquietante lo stesso giorno in cui un bomba uccise sei soldati spagnoli vicini alla base libanese Miguel de Cervantes, il 24 giugno 2007. Il rischio era reale. «Sono gruppi che si sono rafforzati con il contrabbando e che si sono insediati con fermezza nei piccoli villaggi del Sud. Ci sono stati problemi con loro fin dal momento in cui ci installammo nel settembre del 2006», riconosce uno dei militari trasferito nella zona appartenente alla forza operativa spagnola.

I rifugiati (palestinesi), l'asso nella manica del terrorismo

È nei luoghi più poveri, dove si concentrano i rifugiati palestinesi, che si annidano i terroristi più pericolosi, vicini a Osama Bin Laden. Sono gli stessi che hanno organizzato gli attacchi contro le truppe Unfil. Si pensi ai campi di Ei El Hilweh e Yunb Al Sham nella città di Sidone. Da lì irradiano la loro influenza e tessendo una densa rete di assistenza sociale, sulla scorta di quanto fa Hamas in Palestina, approfittano della complicità dei libanesi. Le truppe straniere? Allentano la morsa degli ebrei ma allo stesso tempo rappresentano un “disturbo” imposto dall’Occidente. È questo il loro modo di pensare. Ecco perché le basi militari vengono attaccate, i villaggi si rifiutano di collaborare con la Forza internazionale e talvolta vengono coinvolti negli attentati.

I Governi europei hanno intensificato i contatti con l’Autorità Nazionale Palestinese tenendo conto che cinque dei principali gruppi che tengono sotto assedio le truppe europee (Fatah Intifada, Fath Al Islam, Jund Al Sham, Osbat Al Ansar e Jund Allah) sono nati dall’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp). Per il Presidente palestinese Abbas sono tempi di duro lavoro. Oltre agli innumerevoli problemi interni, è impegnato a fermare gli estremisti suddivisi, secondo l’Onu, nei 12 campi di rifugiati di origine palestinese presenti in Libano. «Autentici nascondigli per esplosivi, autobombe e magazzini di armi leggere», riconosce la Spagna che consiglia alle sue truppe di mantenersi lontane da queste trappole. Da quando finì la Guerra dei 38 giorni condotta da Israele nell’estate del 2006, la Finul ha localizzato già cinque centri d’addestramento militare, gestiti da Fatah Al Islam e Jund Al Sham, i più vicini ad Al Qaeda. Secondo osservatori internazionali, sono loro i responsabili degli attentati a hotel e imprese occidentali, di un aggressione senza feriti all’ambasciata degli Stati Uniti a Beirut e di attentati costanti, anche se di bassa intensità, contro i caschi blu.

Di fronte all'esposizione degli Stati europei presenti a Sud del fiume Litani (il più vicino a Israele), i capi di zona di Hezbollah – più che un gruppo terrorista una vera filosofia di vita per un numero consistente di libanesi – hanno assicurato alle Ambasciate di Francia, Italia e Spagna che i loro uomini “copriranno le spalle” alla Unfil contro gli attacchi di Al Qaeda. Questa l'analisi del celebre giornalista britannico Robert Fisk, nel giugno 2007. Dal punto di vista di Hezbollah, infatti, le truppe Unfil hanno riportato la stabilità in Libano. Hanno vietato il sorvolo dello spazio aereo da parte di Israele. E proteggono la frontiera Sud. È per questo che persino i terroristi impegnati nella guerra allo Stato libanese come Hezbollah, si impegnano a coprire la Unfil. Ma il fantasma di Al Qaeda continua ad infestare le basi delle truppe Onu. Senza tregua.

VIDEO/ LA MINACCIA DI AL-ZAWAHIRI

Il numero due di Al Qaeda minaccia gli interessi di Francia e Spagna nel Magreb e chiede l'espulsione delle truppe Unfil dal Libano

Translated from Líbano: el espejismo de la paz