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L'Europa che vorrei: giovani americani nel Vecchio Continente
Published on November 6, 2012
Translation by:
rce
società Politica
Con un tasso di disoccupazione giovanile del 16% , sembra che gli Stati Uniti si stiano contendendo un triste primato con la sfortunata Unione Europea, che, in fatto di mancanza di lavoro, supera l'America di ben sette punti, con una percentuale del 22,8%. Nonostante le difficoltà che caratterizzano l’Europa, il continente si conferma un forte polo d’attrazione per la gioventù statunitense : studenti universitari, giovani e coraggiosi americani imbarcati nell’ardua impresa di cercare lavoro al di qua dell’Atlantico, e giramondo curiosi di conoscere le origini dell’Occidente. Approfittando delle elezioni presidenziali in America, il cui risultato ridisegnerà i confini degli Stati Uniti nel mondo, per Cafebabel, ecco cinque voci dall’altro lato dell’oceano : vivono in Europa e questo è quello che vorrebbero cambiare.
“Cambierei le politiche sull’immigrazione e il lavoro per gli stranieri. In particolare, vorrei che fossero più tolleranti verso gli americani perché gli scambi
intercontinentali sono fondamentali. Del resto, non sarebbe meglio solo
per noi, ma per chiunque volesse venire a lavorare in Europa. Se hai le
qualifiche e le giuste competenze, e questo è quello che importa, la tua
nazionalità non conta. Noi invece ci sentiamo colpevoli di essere nati
altrove”. Nell'immagine: una guida indispensabile per non perdersi nella metro di New York (cc) D.so /Flickr, Natalie vicino l'Ile de la Cité e una mappa della metro di Parigi (cc) bepatou /Flickr.
“Se potessi cambiare qualcosa dell’Europa, sarebbe di certo il fatto che
la gente pensa che io approvi incondizionatamente tutte le mosse e le
decisioni del governo americano. Come faccio a essere informato
sul mio paese se la maggior parte dei cittadini statunitensi neanche
segue la politica o ne parla? Di sicuro, vivere in Europa è più
economico. Odio i tassi di cambio.”. Nell'immagine: una vecchia targa di una macchina dello stato di Virginia (cc) sixes & sevens /Flickr, Evan che esce da una stazione della metro nella capitale catalana e la classica B che hanno tutte le vetture immatricolate nella città di Barcelona (cc) woody1778a /Flickr.
"Se potessi cambiare qualcosa dell’Europa, sarebbe la percezione
collettiva riguardo gli americani. Tutti quelli che ho conosciuto mi
ripetono che non sembro la tipica statunitense. Seguono critiche agli
americani che finiscono con: “Sì, Natasha , tu non sei la solita yankee”.
Con le prossime elezioni presidenziali, vorrei che gli europei
capissero che non esiste uno statunitense tipico. Il bello del nostro
paese è l’unità, che bilancia le tante differenze che puoi trovare da
est a ovest. Non mi piace quando in Europa mi fanno notare che non sono
come si aspettavano che io fossi. È un desiderio singolare, ma è
frustrante sentirsi dire che non rispecchi la tua nazionalità perché non
incarni nessuno stereotipo della American Pie (torta americana, i cui
ingredienti sono mescolati nello stesso impasto, tanto da rappresentare
il tipico miscuglio di popoli degli Stati Uniti, ndr) ”. Nell'immagine: un francobollo olandese del 1994 ispirato a una delle opere di Piet Mondrian —Broadway Boogie-Woogie , 1943 — (cc) U.S. Embassy The Hague /Flickr, Natasha nel suo paese adottivo con un altro francobollo che commemora il Sunshine Skyway Bridge di Florida (cc) Fifth World Art /Flickr.
“Mi piacerebbe cambiare il modo in cui gli europei percepiscono noi americani. Vorrei ci fosse una maggiore unità, così come una strategia politica che promuova l'uguaglianza tra tutti gli stati membri”. Nell'immagine: Philly cheesesteak s (cc) Dave Hopton /Flickr, Bryan di fronte al Pantheon di Roma e i tipici saltimbocca alla romana (cc) multipel_bleiben /Flickr.
“Cambierei il sistema educativo. La mia università in America era incredibilmente esigente, avevo molto lavoro da fare a casa tutti i giorni, ma imparavo davvero tanto. In cambio, qui puoi frequentare e poi semplicemente presentarti il giorno dell'esame finale. I professori a malapena ricordano come ti chiami... Magari questo dipende dal centro, dalla grande città e forse non si tratta di qualcosa di strettamente europeo”. Nell'immagine: Steel Pier di Atlantic City (New Jersey ) (cc) Holly Ford Brown /Flickr, Rachel nel portico della Lavandera del Parc Güell di Barcellona e la ruota del Tibidabo (cc) jsantander /Flickr.
Translated from Jóvenes estadounidenses entre nosotros: ¿qué cambiarían de Europa?
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