Legislazione europea contro la prostituzione: l'esempio della Svezia
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TizianaTasse, pesca e prostituzione. Tra queste, l’ultima è un aspetto transnazionale, regolato in ciascun paese da leggi molto diverse. È necessario che l’UE mandi un segnale forte contro ogni forma di "tolleranza". Soltanto in questo modo potranno diminuire i clienti e le vittime del traffico umano, come è accaduto in Svezia negli ultimi dieci anni.
In alcuni paesi europei la prostituzione è illegale: in Svezia, dal 1999, una prestazione sessuale a fronte di denaro è reato e la prostituzione è considerata una violenza sessuale. In Irlanda è illegale qualsiasi forma di prostituzione: la ricerca e la vendita di prestazioni sessuali e le case chiuse. In paesi come la Germania e la Grecia la prostituzione è legale, è regolamentata, e le case chiuse sono ammesse. Tuttavia, la maggior parte dei paesi europei, inclusi Belgio e Spagna, sono zone grigie, ibride: essi ammettono alcune forme di prostituzione, ma non lo sfruttamento di questa. Nel Regno Unito e in Italia le case chiuse sono illegali; in Francia, invece, la “prostituzione attiva” è un reato, mentre la prostituzione in sé è tollerata. In Danimarca la prostituzione è legale dal 1999, ma solo come una attività part-time fino a poco tempo fa.
Non dite agli svedesi che è il più vecchio del mondo
Gli stati che hanno legalizzato la prostituzione sostengono che questa sia sempre esistita e, pertanto, l'hanno regolamentata per poterla controllare. La posizione della Svezia, che considera la prostituta una vittima, è una visione molto innovativa. In precedenza, infatti, si riteneva che la prostituta, (l’85% delle prostitute è rappresentato da donne), scegliesse liberamente sia di entrare nell’industria del sesso che i suoi clienti. Ancor più importante, era ampiamente diffusa l’idea che la prostituta fosse d'accordo.
Tuttavia, come hanno sottolineato i legislatori svedesi, prostituzione spesso non è sinonimo di "donna consenziente" e felice di fare sesso con circa 20 sconosciuti al giorno. La realtà è piuttosto amara: delle circa 700.000 persone che ogni anno arrivano nell’UE, 90% di esse sono coinvolte nell’industria del sesso. Queste vittime del sesso sono rinchiuse all’interno di stanze in cui ricevono i clienti e non possono scappare per una serie di motivi: vengono drogate e private del passaporto, non parlano la lingua del luogo e si fa creder loro che la fuga non porterebbe che alla prigione, a percosse e ad altri stupri. Non si può far continuare la prostituzione perché i suoi sostenitori ritengono impossibile fermarla in quanto da sempre presente. Si teme che bandire la prostituzione si possa tradurre nell'aumento di crimini quali lo stupro o la pedofilia. Ricerche condotte in Svezia hanno messo in luce che non vi è stato alcun aumento di stupri e violenze contro le donne a partire dal 1999. La prostituzione in strada è dimezzata, senza essere rimpiazzata da quella via Internet e, ancor più importante, la Svezia è diventata un mercato meno vantaggioso per il traffico umano. Infine, la concezione generale è cambiata: se nel 1999 il 30% era a favore della legge, ora si è arrivati al 75% dei consensi.
Bisogna unire gli sforzi per colpire il cliente, non la prostituta
Da molti punti di vista, la prostituzione porta con sé una credenza bizzarra e superata secondo la quale le donne dovrebbero essere disponibili a soddisfare il desiderio sessuale degli uomini. Nelle società in cui la prostituzione è accettata, agli studenti si insegna che essi possono fare sesso con qualsiasi ragazza o donna, a patto che paghino per questo, che il corpo della donna è disponibile e che i loro desideri sessuali hanno il diritto legale di essere soddisfatti. Soltanto rendendo la prostituzione illegale e non accettabile si giungerà al rispetto dei diritti della donna, nonché al rafforzamento dei principi di uguaglianza tra i sessi.
Nella maggior parte dei paesi dell’UE è la prostituta a essere incriminata. La Francia ha ribadito la sua posizione contro la prostituzione e sta abbozzando una legge favorevole all'incriminazione del cliente, e non della prostituta, come nel caso della legislazione svedese. Fino a quando ci saranno politiche e leggi diverse nei 27 Stati membri dell’UE, l’industria del sesso continuerà a prosperare e a svilupparsi oltre i confini nazionali e i clienti viaggeranno per acquistare prestazioni sessuali. Mentre l’UE sta cercando di contrastare il turismo del sesso in destinazioni poco note, come la Thailandia, tale forma di turismo è presente proprio entro i confini dell’UE.
Immagine: (cc) Jenny Kristina Nilsson/ flickr/ jennykristina.com
Translated from ‘Sweden says’? It’s time for a common EU position on prostitution