La stampa europea sul terremoto in Abruzzo
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Francesca BarcaIl bilancio dei danni in Abruzzo sale di giorno in giorno. Oltre ai 237 morti si parla di migliaia di feriti e di quasi 17mila persone senza casa. Mentre le ricerche continuano la stampa europea fa un primo bilancio, attaccando la negligenza delle autorità. La rassegna stampa di Eurotopics.
La Stampa, Italia
Dopo il terremoto in Abruzzo La Stampa attacca la negligenza delle autorità e le responsabilità urbanistiche: Questa catastrofe «ci dice di edifici costruiti in fretta e al risparmio, cercando di usare meno ferro possibile, e un calcestruzzo ricco di sabbia e povero di cemento. Di imprese edili irresponsabili e di una committenza pubblica già allora priva di scrupoli e di rigore, oltre che di norme capaci di fissare dei requisiti minimi di resistenza strutturale. Di almeno due decenni di un’edilizia ebbra di velocità e potenza muscolare.(…) In Italia abbiamo uno dei più accreditati centri di rilevazione sismografica (a Pavia) e la Protezione Civile più efficiente, generosa, rapida del mondo, ma ci manca l’idea di un’emergenza costante che deriva da decenni di incuria e superficialità; quel tipo di emergenza che non riguarda il come rispondere a eventi sporadici e imprevedibili, ma il come cambiare con assoluta urgenza uno stato di cose ormai insostenibile. Perché proprio questo, se permettete, è l’ultimo crudele paradosso che ci viene dall’Abruzzo: ci riempiamo tutti la bocca della parola “sostenibilità” senza accorgerci delle migliaia di costruzioni che, attorno a noi, non si sostengono più da sole».
Frankfurter Allgemeine Zeitung, Germania
Dopo il sisma il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung chiede ai politici il conto di quanto accaduto: «Numerose abitazioni sono state costruite senza autorizzazione o ampliate in modo illegale. I Governi hanno elargito condoni immobiliari – ultimamente con Berlusconi nel 1994 e nel 2001 – e goduto, per questo, di grande popolarità. Ma a causa dei condoni questi palazzi non sono mai stati controllati. È stato sufficiente che venisse pagata una bella tassa d’indulgenza al fisco. (…) Il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha, nel frattempo, causato l’equivalente di 1,3 miliardi di euro di danni solo per le strutture pubbliche. Ciononostante, sono anni che il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, sprona i politici dicendo che sarebbe molto più conveniente – in termini economici – prevenire le catastrofi piuttosto che riparare ogni volta i danni».
Libération, Francia
Dopo il terremoto a L’Aquila, il quotidiano francese Libération si ferma a riflettere sulla forza ostile della terra: «La terra non è una madre. Al massimo una matrigna. I terremoti, gli tsunami ( …) vengono a ricordarci questa verità crudele. Sono delle sofferenze che non hanno senso. Non possiamo dare la colpa agli uomini, incapaci di prevederle o di proteggersi, e i soltanto i credenti le attribuiscono a Dio o a Satana. Dipendono solo da una fatalità ceca. Ed è proprio quest’assurdità che suscita due osservazioni molto contemporanee. Se la natura è una vittima a cui, appunto, bisogna andare in aiuto, essa è soprattutto un’entità disumana in cui abitiamo grazie all’abuso, a forza di ingegno e di lotta. Nella sua filosofia indifferente agli uomini essa è, prima di tutto, come la madre, una forza ostile. Bisogna proteggerla ma, allo stesso tempo, proteggersi».
Translated from Italien: Lehren aus der Erdbeben-Katastrophe