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La scrittrice Olja Savičević e la 'lost generation' croata

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Default profile picture Elisa Romano

Cultura

Originaria di Spalato, 36 anni, la poetessa e narratrice Olja Savičević ha recentemente pubblicato in tedesco il suo romanzo d'esordio Addio, Cowboys!. I suoi racconti e poesie hanno ricevuto molti riconoscimenti e sono stati tradotti in oltre dieci lingue. Si è confidata a cafabebel.

com raccontando guerra di ieri e i giovani di oggi, e descrivendo la sua speranza più grande: poter parlare un giorno della sua tragedia familiare "in modo più aperto".

cafebabel.com:Da poco ha affermato che il suo ultimo romanzo, Addio, Cowboys! ('Adio kauboju') non è il genere di libro sulla Croazia che un ente turistico consiglierebbe. Perché?

Olja Savicevic: L'ente turistico ha un compito molto più difficile: mettere le cose in una luce il più attraente possibile. Il lavoro di un autore, invece, è di mostrarle così come le vede. Se qualcuno è veramente interessato alla Croazia o più in generale alla regione del sud-est europeo, non troverà la verità nelle guide turistiche o nei principali media, ma nei libri. La buona letteratura rimane ancora fuori dalla portata degli spin-doctor. La mia è la storia di una ragazza del posto: siamo nel sud della Croazia, in una Dalmazia percepita come una mecca del turismo dagli stranieri, celebrata nei canti dalla gente del posto per il solo fatto della sua bellezza. Il romanzo sottolinea la sproporzione tra questa 'vita in paradiso' e quella degli abitanti autoctoni, che a volte sembra più una vita d'inferno. Ad un certo punto la mia protagonista tenta anche di osservare la città attraverso gli occhi di un turista, e dice: "Più questa città mi diventa estranea e più mi piace. Più mi piace e meno mi preoccupo. E viceversa". Ho volutamente scelto lo spaghetti western e il selvaggio West come matrici di questo romanzo contemporaneo situato in un sobborgo mediterraneo. Nella sua storia, proprio come nella realtà, si possono trovare elementi che possono fare un buon western ma non una buona vita: una piccola comunità claustrofobica, un ricco proprietario terriero locale, tanta corruzione, illegalità, violenza e, ultima ma non meno importante, la protagonista Rusty, un'eroina solitaria di sorta, che decide di fare giustizia da sé.

cafebabel.com:Che cosa mantiene viva l'attenzione dei giovani lettori per le sue storie?

Olja Savicevic: Il mio pubblico è composto sia da uomini che da donne, ma c'è un certo numero di lettrici più giovani. Ho avuto la fortuna di conoscere alcune ragazze che si identificano facilmente nelle mie eroine moderne - o per essere più precisa anti-eroine. La resistenza al patriarcato è un argomento universale ancora abbastanza sentito. Grazie alla nuova ondata di scrittrici, solo recentemente abbiamo acquisito eroine letterarie dallo spirito libero che sono indipendenti, autonome e senza inibizioni sessuali. Sono anche libere dal bisogno di trasformare il sesso in un'ideologia. Voglio scrivere letteratura che non resti indietro ma che cerchi di stare al passo con i tempi. Addio, Cowboys! parla della violenza tra i giovani, del suicidio di un'adolescente meravigliosa, dell'(im)possibilità di essere liberi e diversi in un ambiente che non ama la diversità. I giovani non hanno difficoltà a identificarsi in tutto questo. E non dimentichiamo che anche le persone anziane sono state giovani una volta.

cafebabel.com:Si dice che la sua letteratura ritragga la vita ordinaria di ogni giorno e si ispiri soprattutto alle giovani generazioni. Cosa significa essere giovani nella Croazia di oggi?

Olja Savicevic: Come giovane insegnante appena uscita dall'università, ho lavorato nelle scuole medie per un paio di anni. Mi sembra che i giovani siano simili ovunque, proprio come i loro interessi, amori e problemi, con variazioni minime. Tuttavia, una generazione nata durante la guerra si trova ora nel proprio presente. Ancora non è stata offerta loro una sorta di prospettiva o di contenuto. A differenza di noi che godevamo tutti dell'istruzione gratuita, il loro futuro dipenderà per lo più dallo spessore del portafogli dei genitori. Suppongo che non sia così semplice crescere spiritualmente e materialmente in tempi di crisi, privi di illusioni e di eroi.

'Our whole adult life, when we are not struggling for a better life for ourselves or for our children, is spent trying to make the dreams of the our former little boy or girl selves come true, or in regret for letting down the child we once were; either way, it is complicated'

cafebabel.com: La guerra può davvero essere fonte di ispirazione?

Olja Savicevic: Sì - in primo luogo sotto forma di resistenza alla guerra. La guerra è il male. Non c'è nulla di eroico o glorioso in essa. La guerra ha bisogno di essere completamente demistificata e questo non potrà mai essere fatto dai politici, e certamente non sarà fatto dall'industria cinematografica di Hollywood, ad esempio. Solo gli scrittori, gli artisti e i filosofi lo potranno fare. La precedente generazione di scrittori e giornalisti croati è stata la prima a parlare apertamente con spirito critico dei crimini di guerra che si stavano perpetrando in Croazia, mentre tutto era ancora in essere. In Serbia questa denuncia comincia a manifestarsi solo ora. Alcuni scrittori della mia generazione stanno tentando di affrontare il pubblico con la verità, denunciando chiaramente i crimini e il sentimento nazionalista diffusi in mezzo a loro. Purtroppo sembrano piuttosto soli nel loro tentativo: denunciare coloro che hanno ucciso, violentato e saccheggiato nel nome della Croazia è il più alto atto di patriottismo e dignità umana che si possa compiere. Per me che possiedo un'identità multietnica, queste cose sono di immensa importanza. Forse allora sarei in grado di parlare della guerra e persino della tragedia della mia famiglia più apertamente, se solo ci fosse meno tristezza, amarezza e vergogna dentro di me.

cafebabel.com: Leggiamo spesso il termine 'lost generation', la generazione perduta — lei si identifica in questa classificazione?

Olja Savicevic: Completamente. Da quando siamo diventati esseri consapevoli stiamo aspettando che arrivi una vita normale, ma non è ancora successo. Nel frattempo abbiamo avuto dei bei momenti e qualche occasione di svago e, naturalmente, ci siamo divertiti, innamorati, abbiamo viaggiato, letto e ascoltato buona musica, ma non abbiamo mai vissuto una vita normale in una società più o meno ordinata .

Traduzione dal croato: Antonija Primorac

Foto : home-page : per gentile concessione di Olja Savičević ; Assise : © Andrija Zelmanović, 2010

Translated from Croatian writer Olja Savicevic: 'We have never lived in a normal society'