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La promozione del territorio alla moda Astigiana: Le Sagre d'Asti

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Torino

Buona cucina, buon vino e tradizione, a settembre andate ad Asti!

Quando ci si ritrova ad essere una città satellite, che negli anni è diventata una delle città dormitorio intorno a Torino, difficilmente si attrae turisti, con pessimi effetti per le proprie strutture alberghiere e turistiche. Ma Asti, almeno per un mese su undici, riesce a riportare in auge la sua grandiosa storia medievale, quando batteva moneta e fronteggiava a viso aperto barbarossa.

Quel mese su undici: settembre

Grande è in autunno la promozione dei vini dell’astigiano. Al festival della Douja d’Or, per esempio, si può degustare un Barolo al prezzo simbolico di 3,50 euro. Inoltre, i 15 migliori ristoranti della città abbinano un loro piatto d’autore con un dolce preparato dalle 15 migliori pasticcerie della provincia, il tutto accompagnato da vino d’eccezione a 16 euro.

In piazza invece, 45 proloco si sfidano portando piatti della tradizione contadina e un bicchiere di Barbera d’Asti a prezzi simbolici (dai 2 ai 7 euro): gran fritto misto, baciuà (soffice zampino di maiale lessato, sotto aceto aromatizzato, impanato e fritto in padella) con bagnetto, tagliatelle con il tartufo, finocchini e Moscato d’Asti...  Il tutto si conclude con il Paliotto (competizione degli sbandieratori) e con la corsa medievale del Palio, la più vecchia d’Italia.

E gli altri 11 mesi ?

Per 3 settimane a settembre gli alberghi di Asti hanno prezzi simili a Londra e trovare una stanza è impossibile. Quello che manca alla città è creare ragioni di visitarla durante gli altri 11 mesi. Con molte delle maggiori aziende che hanno ridimensionato organico e cifra d’affari Asti tende a rimpicciolirsi e diventa difficile re-inventarsi. Negli anni passati si è provato a fare delle mini-edizioni delle festività di cui sopra durante l’anno, ma l’unico risultato è stata la rabbia dei ristoratori, che non possono competere con i prezzi di una proloco. Capitalizzare su queste feste fa di sicuro bene alle casse del comune ma come rendere la città interessante dopo questi eventi resta un problema economico non da poco.

Durante la festa si possono incontrare persone da ogni dove, tutti gli astigiani invitano amici fuori porta e la città raddoppia la propria popolazione. Ne esce una grande giornata per il made in Italy, data la quantità di stranieri che si ritrovano ad assaggiare i nostri vini e i nostri prodotti tipici, ma sarebbe necessario trovare un modo di coinvolgere questi visitatori durante tutto l’anno. Inoltre, non esiste un sistema di raccolta dati durante le fiere autunnali da inserire in un database, in modo da poter ricontattare i visitatori anche a evento concluso e proporre loro i prodotti del territorio. Considerando gli strumenti di marketing oggi disponibili  certe occasioni non andrebbero perse.