La libera università e l'anarchico lituano: «Improvvisiamo e sperimentiamo»
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Annalisa ArataA 27 anni è forse troppo giovane per essere etichettato come il “padre” dell'odierno movimento anarchico lituano. Kasparas Pocius resta comunque uno dei cofondatori di anarchija.lt, della rivista Juodraštis (La Bozza) e della Università Libera Vilnius, ed è anche uno dei personaggi pubblici più in vista quando si tratta di presentare al grande pubblico le idee anarchiche della Lituania.
Kasparas Pocius nega di essere un precariat, ovvero uno tra i tanti che non hanno un lavoro sicuro o un salario stabile. «Non c'è sicurezza, ma è proprio quando scappi dall'illusoria sicurezza della routine offerta dalla ‘società spettacolo’, che una miriade di opportunità d'improvvisazione e sperimentazione ti si presentano davanti», spiega. In una società che stigmatizza la maggior parte delle idee politiche di sinistra e non si impegna seriamente nelle ‘iniziative di comunità non formali’, come la Libera Università di Vilnius (Laisvasis universitetas, LUNI). Come può crescere, un anarchico?
Kasparas ricorda quando da bambino andava alle manifestazioni per l'indipendenza della Lituania, assisteva alla Rivoluzione Cantata dei Paesi Baltici (Estonia, Latvia and Lithuania’s pre-independence period, 1987 - 1990 - ed). «Ho osservato che anche le cose che ci sembravano infinitamente democratiche e solenni, o almeno lo erano a prima vista, possono degenerare - dice parlandoci delle sue disillusioni sugli ideali dei primi anni dell'indipendenza Lituana - l'euforia è stata subito sostituita da un ‘capitalismo reale’, che si basava sull'accumulo primitivo di fondi e sulle frodi a livello nazionale. Nel frattempo, l'alienazione e la privatizzazione delle coscienze sradicava ciò che rimaneva della coscienza collettiva».
Da Seattle a Parigi: ispirazione globale
Quali eventi hanno influenzato lui e gli altri anarchici in Lituania? Kasparas comincia la sua storia a Seattle: «Il 30 novembre 1999, i movimenti sociali hanno organizzato una bella messa in scena per i potenti che partecipavano alla conferenza ministeriale dell’organizzazione mondiale del commercio, che avrebbe dovuto dare il via ad una nuova fase delle negoziazioni commerciali. Le istituzioni capitalistiche hanno subìto un duro colpo, l’opinione pubblica ha cominciato a dubitare dell’ideologia del mercato libero, i vizi della globalizzazione capitalistica sono stati messi sotto esame, si cominciarono a cercare delle alternative. Questo evento, riconosciuto a livello mondiale e paragonabile alla caduta del muro di Berlino, ha contribuito alla formazione del pensiero critico in Lituania». Il criticismo verso l’emergere della società consumista e il sostegno acritico della Lituania per quello che Pocius definisce “Nuovo Modello di Ordine Americano” hanno raggiunto lo slancio nel nuovo millennio. «Più o meno nel 2000, gli attivisti punk di Vilnius hanno organizzato delle azioni anti-Nato, dimostrando l’esistenza di una emergente coscienza e sensibilità globale nei confronti di ciò che stava succedendo nel mondo. E poi è arrivato il 2005, e la storia del cinema Lietuva, che ha dato l’avvio alla crescita del movimento civico in tutto il paese». Il cinema, popolare tra i giovani per il suo orientamento alternativo e per i festival eccitanti, era stato chiuso dai suoi proprietari, che lo avevano comprato dal comune ad un prezzo ridotto durante la massiccia campagna di privatizzazione. La scusa per la chiusura del cinema era che “non produceva guadagno”.
Ricorda quando, nonostante i diversi valori, in molti avevano combattuto insieme contro la penetrazione degli affari negli spazi pubblici
Pocius ricorda teneramente il tempo in cui, nonostante i loro diversi valori, una grande massa di gente aveva combattuto insieme contro la penetrazione degli affari negli spazi pubblici. «Abbiamo organizzato due conferenze dedicate agli argomenti della sinistra moderna, per avvicinare la nostra sinistra locale ai temi chiave, discussi dal resto del mondo. La casa editrice Kitos knygos ('Altri Libri') ha pubblicato un romanzo di politica radicale che ebbe come effetto la sensibilizzazione della società. Nello stesso tempo, il traduttore Darius Pocevicius, l’editore Gediminas Baranauskas e io abbiamo dato vita al portale anarchija.lt, che organizza diverse azioni politiche e culturali. Nel 2008 abbiamo creato la Università Libera di Vilnius, che serve a bilanciare le riforme ‘canaglia’ neoliberali applicate all’istruzione superiore. Ha contribuito a ridare rilevanza alle esperienze della Francia del ’68».
anarchija.lt
«Sono sempre stato più attratto dalle correnti di anarchismo che sottolineano l’importanza della comunità, che non da da quelle incentrate sull’individualismo», spiega Pocius. Il portale anarchija.lt è stato creato per controbilanciare i ‘media aziendali’ fornendo notizie del movimento anti capitalismo nel mondo. «Rappresenta le persone che aderiscono alle comunità in maniera indipendente, che usano i mezzi e i frutti del loro lavoro, dell’aiuto reciproco, l’emancipazione e l’uguaglianza, che sono tutti prerequisiti alla crescita di una personalità libera e critica - ripete Pocius - siamo orgogliosi del fatto che il portale sia un Indimedia Lituano», aggiunge. Ricorda le minacce che ha ricevuto da diversi parlamentari che hanno fatto causa al portale, perché hanno confuso gli anarchici con i comunisti sovietici nonostante la connotazione prettamente antistaliniana dei primi. «A maggio il portale è stato attaccato dagli hacker. Comunque la nostra sensibilità attiva ci ha permesso di dimenticare il malcontento e non fare caso ai paranoici malfattori che ci avevano impaurito».
Il precariat non soltanto vive in condizioni di insicurezza permanente, ma approfitta dei vantaggi che possono derivarne
I russi del XIX secolo come Mikhail Bakunin, teorico dell’ “anarchismo collettivo” e Pyotr Kropotkin, sono stati gli ispiratori di Pocius. Cita anche degli autori ‘ottimisti’ come Antonio Negri, Paolo Virno e Nick Dyer-Witheford, che hanno dato l’orientamento al marxismo autonomista nell’Italia degli anni ’60. Menziona anche degli autori ‘pessimisti’, come Franco Berardi-Bifo, che ha recentemente tenuto delle conferenze all’Università Libera. «In mezzo all’attuale crisi lituana, dovremmo ricordare un consiglio datoci dagli autonomisti: rifiutatevi di lavorare. In passato i situazionisti francesi usavano dire: non lavorate mai, create. Il precariat di cui parlo, volente o nolente, usa questo slogan, non soltanto vive in condizioni di insicurezza permanente, ma approfitta dei vantaggi che possono derivarne. È arrivato il momento di cominciare ad usare i prodotti della moderna società tecnologica invece di continuare a sopportare il giogo del lavoro e dello sfruttamento». Kasparas ci parla di come la Lituania non fosse stata esclusa dal movimento rivoluzionario socialista della Russia del 1910. Tuttavia i veri anarchici russi furono annientati dagli ‘oracoli della dittatura del proletariato’ e dai loro seguaci.
Oggi Pocius si tiene molto impegnato con la Libera Università che, usando le sue parole, è «un’iniziativa informale per l’auto-illuminazione». L’iniziativa si è diffusa in varie città della Lituania in cui non c’era accesso all’istruzione superiore. Non ha mai rimpianto di aver lasciato il suo corso di laurea in storia all’Università di Vilnius. «Le qualità che posseggo come storico mi aiutano nella ricerca. Le tentazioni intellettuali non si riducono dietro ai limiti dello studio ‘serio’. La conoscenza si affina da sola, cambia forma diventando strategia per l’azione». Oggi si guadagna da vivere facendo traduzioni. Si rifiuta di classificare come hobby tutte le sue attività di volontariato. Insiste sul fatto che quello che fa è un vero lavoro, che forma il tuo modo di pensare e vivere. Spera che nel futuro possa mantenere le sue ideologie e che abbia qualcosa da condividere “con le comuni del futuro”. Le sue principali preoccupazioni a breve termine sono prendersi cura della sua nuova e appena formata famiglia (Kasparas si è sposato qualche giorno prima di questa intervista), e incoraggiare gli altri ad amare la vita.
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Translated from Kasparas Pocius, not quite the father of Lithuanian anarchism in the millenium