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La cultura che “conta”

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Con il budget Ue a priorità dell’agenda del prossimo Consiglio Europeo del 15 e 16 dicembre, è tempo di fare anche un po’ di “conti culturali”. La parola a Isabelle Schwarz della Fondazione europea per la cultura.

«L’Europa non è solo mercati, ma anche valori e cultura… La cultura, Colei che rende la vita degna di essere vissuta», ha affermato il Presidente della Commissione Europea, Barroso, al convegno Un’anima per l’Europa, tenutosi nel novembre dell’anno scorso a Berlino.

Cultura: non solo parole

Sempre più politici riconoscono nella cultura il trait d’union di un’Unione Europea che si allarga, e sostengono che il progetto europeo fallirà se non riuscirà a coinvolgere attivamente i cittadini. Ma arte e cultura possono influire di più sul processo di integrazione solo disponendo di risorse adeguate, sia a livello europeo che nazionale.

Attualmente Cultura 2000 costituisce il solo programma Ue per la cooperazione in ambito culturale. Ma misero è il suo budget 2000-2006: 236,5 milioni di euro (e dunque 33,7 milioni all’anno), circa la stessa cifra di cui dispone annualmente un teatro lirico di una grande città europea. In questo caso però i soldi devono bastare per sette anni, venticinque Paesi e quattrocentocinquanta milioni di abitanti. La discrepanza fra le belle parole e i magri stanziamenti al settore cultura diventa ancora più evidente se si fa un paragone con altre voci del bilancio europeo: nel 2005 gli aiuti finanziari ai produttori di banane dei Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (che costituiscono il Gruppo Acp) equivalgono a quelli stanziati per Cultura 2000 (34,5 milioni di euro). Molto meno, d’altronde, di quanto destinato alla coltivazione delle noci (novantasette milioni), ai premi per la produzione di tabacco grezzo (novecentoquaranta milioni), e ai sussidi per l’olio d’oliva (2,3 miliardi).

Settanta centesimi per la cultura

Nel marzo di quest’anno la Fondazione europea per la cultura e il Forum europeo per le arti e il patrimonio hanno lanciato una campagna al fine di decuplicare i fondi per la cultura: che attualmente ammontano a sette centesimi per abitante. Questo aumento avrebbe un grande impatto sul numero e sulla portata di programmi culturali che interessano milioni di europei, senza per questo intaccare l’equilibrio del bilancio generale.

Grazie alle pressioni degli aderenti a questa campagna, il Parlamento Europeo ha portato a seicento milioni di euro il budget previsto per il prossimo programma, Cultura 2007 (che durerà fino al 2013): dicinannove centesimi annui per abitante. Ma il relativo successo resta comunque lontano dalla soglia dei settanta centesimi. Inoltre tale stanziamento è ancora incerto, visto che dipende dall’approvazione del bilancio generale per il periodo 2007-2013: approvazione che non sarà facile, a giudicare dalle aspre schermaglie fra gli Stati membri.

Questa settimana, quando il Consiglio Europeo riaprirà a Bruxelles i negoziati sul bilancio, vedremo se i governi nazionali sono davvero pronti a investire nel loro futuro, se sapranno tradurre la loro retorica in politiche lungimiranti e in stanziamenti adeguati per faccende apparentemente “leggere” come la cultura. Se non si giungerà a un compromesso, nessuna iniziativa né programma potranno dare un seguito a programmi come Cultura 2000, che terminerà alla fine del 2006.

Translated from Culture Counts!