La cara filastrocca natalizia dello sciopero e del trasporto mancato
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Alessia SmaniottoDisseminare su altri il proprio disagio è davvero il miglior modo per ottenere ciò che vogliamo? Uno sguardo ai recenti eccessi di sciopero che hanno scosso l'Europa, nel momento in cui la Corte di giustizia inglese ha condannato lo sciopero “festivo” del personale di bordo della British Airways.
Tutti erano un po' ansiosi, il primo giorno delle vacanze di Natale 2009. Con la colonna sonora sospesa sulle note minaccianti di “recessione” e “licenziamento”, la sfida economica di fare del mese di dicembre un vero Buon Natale ha causato molta più inquietudine dell'anno scorso. Non c'è da preoccuparsi, le vacanze di Natale non si riassumono in qualche regalo, due o tre decori e in una casa riscaldata: ciò che conta è tornare a casa per ritrovare i nostri cari, no?
Trasporti interrotti
Non proprio. Il secondo giorno una sospettosa sfilata di belle bionde tirate a lucido accompagnate da qualche dandy che ci è andato pesante con il gel, si sono invitati negli uffici della British Airways. Erano membri di Unite, il sindacato del personale di bordo dal nome astuto (“sindacati”, appunto). Dopo il campanello che li ha annunciati, i sindacalisti hanno dichiarato, sicuramente sorridendo, che faranno sciopero per tutto il periodo delle vacanze. La Corte inglese ha sventato il rischio pronunciandosi il 17 dicembre, salvando così il viaggio a circa un milione di passeggeri, ma Unite già pensa a cosa fare l'anno prossimo. Il terzo giorno è stato il duro inverno a bloccare la rete dei trasporti europei: i treni ad alta velocità Eurostar che collegano la Francia all'Inghilterra sono stati cancellati per tre giorni consecutivi impendendo il viaggio a circa 40mila persone.
Il quarto giorno delle vacanze di Natale, la Garda Siochana, la polizia irlandese, si è presa la briga di organizzare una votazione dal tema “possibile sciopero”, nonostante gli scioperi della polizia siano proibiti per legge. P.J. Stone, del sindacato di polizia Garda Representative Association (o “Gra”, che in gaelico significa “amore”) ha lamentato il sentimento di insignificanza e inutilità di cui sarebbero affetti i suoi uomini. Un po' come i clienti della British Airways, uno può immaginare... Comunque, faccia alla possibilità inattesa di un colpo di mano della polizia, il ministro della giustizia, Dermot Ahern ha récriminé: «È un affronto alla nostra democrazia. Dovremmo agire». Non ha precisato, però, che tipo di misure potrebbe prendere lo Stato senza l'intervento della polizia.
Università bloccate
Il quinto giorno, la riforma di Bologna pare sia ancora difficile da digerire dagli studenti tedeschi. Durante quel che è diventato famoso con il nome di “sciopero dell'educazione 2009”, gli studenti hanno protestato per mesi contro la maldestra inefficacia di quell'iniziativa europea del 1999, che aveva per scopo la sincronizzazione del sistema dei crediti delle università dell'Ue. Quest'estate circa 250 mila studenti sono scesi nelle piazze di tutta la Germania; oggi, mentre la maggior parte degli studenti sono rinchiusi in glaciali biblioteche per preparare gli esami del primo semestre, altre migliaia di studenti continuano la protesta. Almeno loro non impediranno a noi lavoratori di guadagnarci onestamente da vivere.
Il sesto giorno, lo sciopero della RER A di Parigi, la metro extraurbana più frequentata di Francia (fino a un milione di passeggeri al giorno), ha seminato il panico sia tra gli abitanti delle periferie sia tra i turisti, che si sono ritrovati bloccati tra le mura (o anche fuori) di una capitale caotica a -3 gradi. E già corrono le voci per il prossimo sciopero della RER B.
Contro lo sfruttamento
Il settimo giorno la gente ha cominciato ad averne abbastanza di sentir parlare scioperi. L'ottavo giorno la collera è diventata difficile da gestire. In un sistema economico basato sul profitto, lo sciopero è uno strumento potente e necessario per contrastare quel che altrimenti di trasformerebbe in sfruttamento. Certo che però, la scelta di scioperare a Natale potrebbe essere visto quantomeno come un colpo basso. Il nono, il decimo e l'undicesimo giorno, la gente comune dovrà pagare un prezzo salato per colpa di sindacati che non riescono a trovare un modo migliore per negoziare se non rovesciare i loro problemi addossi a tutti, fin che qualcuno non gli dia ciò che chiedono. In un clima invernale di disoccupazione drammatica, gli scioperanti farebbero meglio ad aspettare la fine dello stressante periodo delle feste, anche perché da qua al dodicesimo giorno, i cittadini incazzati saranno meno inclini che mai nell'offrirgli un qualsivoglia sostegno. A parte cantargli la filastrocca di Natale, of course.
Images: adebⓞnd/flickr,Niklas Plessing/flickr,dalbera/flickr
Translated from Unions, strikes and snow: Europe's 12 days of christmas discontent