"KEEP CALM E AND CALL LENIN" - MANIFESTAZIONE 2013
Published on
Translation by:
Valentina AmbrogioNowosibirsk, terza città russa per popolazione con circa un milione e mezzo di abitanti, non è di certo ciò che si può definire una metropoli della cultura. I suoi nove mesi d’inverno annuali e la lontananza dalle grandi città (3 mila km da Mosca e 5 mila dal confine est dell’UE) creano per lo più un’atmosfera di tristezza.
Kalininplatz, solitamente caratterizzata da un grigiume generale, il 9 settembre 2013 s'è tinta di vari colori grazie alla presenza di un gruppo di manifestanti che ha deciso di riunirsi proprio in questa piazza indossando costumi e sorreggendo cartelloni dipinti a mano di fronte alle numerose telecamere dei fotografi presenti. L’umore generale è quello di una festa di strada, di un carnevale, di una manifestazione e dell’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze. Gli slogan che vanno per la maggiore sono “Put a banana in your ear” o “Keep calm and call Lenin” - che tradotti rispettivamente significano “metti una banana nell’orecchio” e “mantieni la calma e chiama Lenin. Questi non sono altro che degli assurdi giochi di parole, spesso comprensibili solo ai presenti. Mascha Kiseljowa, co-organizzatore della manifestazione di quest’anno insieme all’amico Artjom Loskutow, dice: “Trovo particolarmente bello lo slogan ‘L’asfalto migliore non si trova sulla strada’. È un’allusione alla protesta di Mosca dello scorso anno durante la quale i manifestanti presero pezzi di asfalto dal manto stradale utilizzandolo come arma”.
Poco dopo la rielezione di Putin per un altro mandato, Artjom organizza la prima manifestazione insieme ad amici e artisti. Fino ad allora il primo maggio era stato teatro di sfilate tradizionali, relitti dai tempi dell’Unione Sovietica, che vedevano la partecipazione di diversi partiti dell’opposizione. “Ogni anno sentiamo le stesse parole, che puntualmente il due maggio finiscono nel dimenticatoio”, dice Artjom e aggiunge: “è un rituale senza senso, senza un briciolo di dialogo politico”. Nel 2004 si sono riversati per le strade circa 70 manifestanti prendendo parte alla sfilata ufficiale, da qualche parte tra i comunisti e i nazional-bolscevichi, proclamando lo slogan “Io ho coccodrillato, io coccodrillo e io coccodrillerò”.
"Abbiamo fatto un passo avanti e due indietro"
Un corteo composto che riunirà dalle 2 alle 4 mila persone ha marciato lungo la Krasny Prospekt (la “Via Rossa“, strada principale di Novosibirsk) in direzione della Piazza dedicata a Lenin. Dopo il lungo inverno la stazione è cosparsa di buche e crepe. Effettivamente l’asfalto migliore non si trova sulla strada. Dai megafoni si sentono frasi come “Buon anno!” o “Babushka!”, che in russo significa nonna, ogni qual volta s’intravede una signora anziana da una finestra aperta. Più volte tutto il corteo si ferma e i manifestanti in costume e con i cartelloni in mano si mettono in posa davanti alle telecamere, come fanno gli attori sul set durante le riprese. In testa al corteo troviamo Mascha e Artjom; sul loro cartellone arancione si legge in caratteri argentati “Verso un passato buio”. Mascha ci spiega che il loro slogan vuole essere “una parodia degli slogan sovietici che facevano riferimento ad un futuro splendente". "Abbiamo fatto un passo avanti e due indietro”, così i due commentano gli avvenimenti degli ultimi anni.
Nell’inverno del 2011 ha avuto luogo in Russia la più grande protesta sin dai tempi della caduta dell’Unione Sovietica. Decine di migliaia di persone protestarono contro i brogli elettorali e la rielezione di Putin, molti anche sfoggiando assurdi cartelloni in codice. “Capita spesso che queste proteste vengano paragonate alla nostra manifestazione”, dice Artjom. “Noi abbiamo voluto sperimentare utilizzando l’arte come forma di protesta politica, con ottimi risultati.”
A seguito delle proteste di massa il diritto di assemblea è stato limitato, le multe sono aumentate e sono state varate delle leggi per una maggiore censura di internet e per il controllo delle ONG. Molti attivisti politici sono stati arrestati. Tra la folla, risalta un grande cartello dedicato ad Alexej Gaskarow, arrestato per aver protestato contro la rielezione di Putin il 6 maggio 2012.
Lo stesso Artjom è stato dietro le sbarre più volte: fu arrestato nel 2009 dal cosiddetto Centro E (organo responsabile per la lotta al terrorismo e all’estremismo) per presunto possesso di stupefacenti, e nel 2010 per presunta resistenza a pubblico ufficiale. “Volevano che cooperassi”, racconta. “Sono andati nella mia università e dalla mia famiglia raccontando di atti satanici con gatti morti”. Racconta anche di quella volta in cui lui e Mascha sono stati picchiati da sconosciuti. Tuttavia afferma di non avere paura, dopotutto, dice: “Ho Twitter!”
LA CITTA’ IN CUI VOGLIAMO VIVERE
Artjom pubblica il suo dialogo con le autorità sul suo blog kissmybabushka.com. “Non è propaganda cattiva”, spiega. In effetti la manifestazione è un tema molto discusso dai media russi. Nel 2010 Artjom ha ricevuto il premio Innowazija del ministero della cultura per il migliore progetto regionale nell’ambito dell’arte contemporanea. Nel frattempo, non sono solo le strade di Nowosibirsk a riempirsi di manifestanti: le proteste interessano oltre 25 città russe, tra cui Mosca e San Pietroburgo. “Forse queste sono semplicemente le regole del mercato”, dice Artjom, forse sono quelle stesse regole (come internet, ad esempio) che il ventiseienne conosce meglio di molti funzionari pubblici appartenenti alla vecchia generazione.
La manifestazione si conclude in un angolo di strada. La proposta di Artjom di marciare verso la centrale Piazza Lenin è stata respinta. L’accesso è bloccato da una catena di poliziotti. “Non ci trattano come partecipanti ad una festa di strada, ma come estremisti criminali”, dice Artjom. La manifestazione si scioglie senza particolari eventi straordinari dopo appena mezz’ora a seguito dell’intervento delle forze dell'ordine. Sulla città cala di nuovo quel velo di grigio torpore e tutto torna come prima, come se niente fosse mai successo.
Proprio come 10 anni fa Putin è sempre - nuovamente - al potere. Il Web però è pieno di immagini consultabili non soltanto dalla Russia. Manifestanti in costume e striscioni colorati su uno sfondo grigio ghiaccio: l’effetto è suggestivo, forse molto di più in foto che nella realtà. “La pubblicità è un aspetto importante per la manifestazione”, dice Artjom, che tuttavia non ritiene che le foto siano il fattore più importante. “Per 364 giorni all’anno, molti di noi vogliono lasciare Nowosibirsk, ma per un giorno, uno solo, l’1 maggio, facciamo in modo che la città diventi il posto in cui vogliamo vivere.”
Translated from "Keep calm and call Lenin" - Monstration 2013