Karin Park: “In Giappone, senza internet, ho creato il mio stile da sola”
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Eugenio CollinassiLa sua musica, dark con incursioni mistiche, risente dell'influenza della nativa Svezia e dell'infanzia in Giappone. Dopo il suo primo successo in Norvegia, Karin Park, 34 anni, di Djura, è ancora quasi sconosciuta nel resto d'Europa.
Cafebabel.com: Karin, come hai deciso di diventare una musicista?
Karin Park: Avevo 5 anni quando l'ho deciso. Avevo le idee chiare sin da piccola. Mi piaceva cantare, ma soprattutto ero consapevole di non saper fare nient'altro. Mi sono trovata qualche lavoretto, ma scrivere canzoni e cantare è sempre stata la mia strada.
Cafebabel.com: Come mai ti sei fatta conoscere soprattutto in Norvegia, e non in patria, in Svezia?
Karin Park: Dopo il liceo mi sono trasferita a Bergen. Dovevo rimanere lì solo un paio di mesi, per guadagnare un po' di soldi come cameriera. All'epoca era difficile trovare lavoro in Svezia. Mi sono innamorata della città, e specialmente del dialetto locale – adoro i dialetti! In breve mi sono accorta che era anche una città frizzante e sono diventata presto parte della scena musicale. Così sono rimasta!
Cafebabel.com: Leggo che sei nata nelle foreste svedesi in una famiglia particolarmente religiosa – quanto c'è delle tue radici nella tua musica?
Karin Park: La mia famiglia è cristiana. Ho cominciato a cantare in chiesa molto presto. Veniamo da un villaggio svedese di 400 anime, ma a 7 anni ci siamo trasferiti in Giappone e lì ho frequentato una scuola di missionari. Lo spostamento ci ha fatto crescere in fretta. In Giappone, c'erano pochissime influenze occidentali. E soprattutto eravamo senza internet. Abbiamo dovuto crearci uno stile, una musica e un'identità praticamente da soli. Quando siamo tornati in Svezia non sono mai riuscita a reintegrarmi veramente, mi sono sempre sentita un'estranea. Non so quanto tutto ciò abbia influenzato la mia musica. È difficile da dire: sicuramente non ho avuto un'adolescenza ordinaria, ma non la cambierei per nulla al mondo.
Cafebabel.com: Quali altre influenze sono state importanti per la tua musica?
Karin Park: Le persone che ho incontrato lungo la strada e i luoghi dove ho vissuto. L'ambiente ha un grande impatto su di me e io sono stata costantemente in movimento. Non mi sono mai fermata da qualche parte con un gruppo di persone. Ho sempre fatto nuove amicizie e instaurato nuove relazioni. Mi annoio facilmente e cerco qualcosa di nuovo e diverso.
Cafebabel.com: Musicalmente chi ti ha ispirato?
Karin Park: I Fad Gadget, i Depeche Mode, Captain Beefheart e i The Cure sono quelli che mi hanno ispirato di più. E ovviamente Whitney Houston.
Cafebabel.com: I media ti hanno paragonato, tra gli altri, a Björk e ai The Knife – ti ritrovi in queste analogie?
Karin Park: Sono tra i musicisti più cool della terra, quindi decisamente sì. Spesso le persone sentono il bisogno di fare paragoni con altri artisti. E io mi sento onorata per queste referenze.
Cafebabel.com: Per te è importante veicolare un messaggio attraverso la musica?
Karin Park: Mi piacerebbe incoraggiare le persone a essere creative nel loro approccio alla vita e a non lasciare che siano gli altri a decidere cosa è meglio per loro. La mente umana è così potente! Io non voglio dire che cosa fare o dare consigli, ma racconto loro la mia vita e le mie esperienze. Tutti siamo in grado di decidere da soli.
Cafebabel.com: Oggi il femminismo è un tema caldo per i media – come ti rapporti con esso come donna e come artista?
Karin Park: Sono decisamente in prima linea. È veramente importante che la condizione femminile cambi nel mondo. In Scandinavia, siamo arrivati lontani per quel che riguarda la partità dei sessi, ma c'è ancora molto da fare. Ora ci sono molti modelli femminili in tutta Europa che rappresentano la donna forte, potente e sicura di sé – molto più che una decina d'anni fa. Questo è quello di cui abbiamo bisogno. Vedere band e artisti sul palco al festival Les Femmes s'en mêlent (festival dedicato alle donne a Parigi, ndt) è stata come un'iniezione di vitamine per me.
Immagini © Karin Park official facebook page
Translated from Karin Park: 'Moving to Japan from a Swedish village makes you grow up fast'