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[ita] Salman Rushdie al Festival del libro di edimburgo : noi ci caratterizziamo dall'odio

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giuseppe ricci

Palloncini di poesia

 E' alquanto surreale vedere in carne ed ossa lo scrittore anglo-indiano. Il sessantacinquenne è talmente circondato dalla leggenda - dagli anni trascorsi in clandestinità , fino ad una breve apparizione nella sit com britannica " il diario di Bridget Jones " che sembra quasi essere finto come i suoi racconti.Egli si trova al festival del libro di Edimburgo per parlare di belle storie e di una vita 

Salman Rushdie è stato costretto a nascondersi dopo che il leader supremo dell'Iran emise una fatwa invocando la sua uccisione sulla base che il suo romanzo  del 1988 -I versi satanici -fosse un insulto all'Islam. ' Un tizio disse di credere che la fatwa fosse semplicemente  " una pessima opinione su qualcuno ",' ridacchia. 'Penso che stesse scherzando.'

romanzi sull islam e su londra

Rushdie ha ereditato il suo interesse per l'Islam da suo padre, un non credente che è stato comunque affascinato dal fenomeno della religione. Lo scrittore dimostra il rispetto per la fede della cui mancanza , considerando le sue esperienze vissute, potrebbe essere perdonato. 'Secondo il racconto del profeta della rivelazione, egli vide un angelo gigantesco all'orizzonte. Mio padre mi chiese  se avrei visto la stessa cosa se fossi stato in piedi accanto a lui. La mia risposta  fu 'probabilmente no'. Eppure non stava mentendo. Allora di che si trattava ? '

Rushdie si imbattè nel racconto dei versetti satanici, o la tentazione del profeta, mentre era all'Università. 'Ricordo di aver pensato anche allora,' Oh, è una bella storia!'' Lui ridacchia, e spinge gli occhiali sul naso. 'Venti anni dopo ho scoperto abbastanza quanto bella fosse questa storia'

Ciò nonostante, Rushdie non ritiene che i suoi romanzi riguardino principalmente l'Islam.                                    'I figli della mezzanotte (1980) mi sembrava che fosse innanzitutto un romanzo su Londra,' riflette.                   'E' ambientato in un momento che potremmo ormai chiamare di alto -thatcherismo, un momento di disagio sociale ,  di malcontento razziale. Eppure, a causa di tutto il resto, questo aspetto non è stato focalizzato.           'Egli commenta che molto spesso, quando si discute sullo'stato dei romanzi inglesi ', i critici affermano che manchino  tali racconti  su Londra. 'E io dico' - alza la mano come uno scolaretto - ' mi scusi, eccone  uno! ' Lui ridacchia, e poi sospira. 'Speriamo che ora che tutto quel tempo è passato si possa leggere il libro solamente come un romanzo.'

Bombay: una città occidentale in oriente

Nonostante questa speranza, Rushdie si lamenta che viviamo in 'una cultura dell' intolleranza ', che si collega all'ascesa della politica di identità. 'Classicamente noi ci caratterizziamo da ciò che amiamo - le nostre famiglie, i nostri amici, le nostre comunità,' riflette.                                                                                                                     'Oggi invece noi ci caratterizziamo dall'odio. Al giorno d'oggi, se niente ti fa incazzare, chi sei mai ? '

Troppo spesso, questo tornare alle dicotomie est e ovest, l'Islam ed il Cristianesimo,il conflitto tra Oriente e Occidente è il luogo comune del nostro tempo -  è un presunto scontro culturale che oramai va avanti da secoli,' esclama.                                                                                                                                                                      Egli fa notare che la città indiana Bombay, dove era cresciuto, era solo un arcipelago di isole fino a quando i colonizzatori britannici svilupparono al  suo interno  una città e un porto. 'Bombay è una città occidentale costruita a est. Sono cresciuto pensando a est e ovest  come realta'  non separate, bensì intrecciate nello stesso luogo. La mia opera letteraria cerca di esaltare questo aspetto   '.

Verso la fine della audizione, torna a parlare dei versi satanici. 'Sapevo che ai musulmani conservatori non sarebbe piaciuto il libro, ma del resto non è obbligatorio leggere un romanzo,' egli fa notare, e aggiunge come un ripensamento, 'lo dovrebbe essere però. Si dovrebbe almeno essere obbligati a comprarli.                       Immagina come un editoria fascista che ti obblighi a comprare un certo numero di libri in un anno.                Così allora avrebbe qualche importanza  '.

Translated from Salman Rushdie at Edinburgh Book Festival: 'We define ourselves by hate'