[ita] La vittoria di Syriza: scongelamento dell'UE?
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Ana Mazza[Parere] Il partito di sinistra ha vinto le elezioni politiche in Grecia. Come ha fatto Syriza a vincere e cosa può significare per l'Unione europea?
Negli ultimi cinque anni, la Grecia è stata spesso per l'Unione europea (UE) sinonimo di un enorme mal di testa. La vittoria del partito di sinistra Syriza domenica scorsa (25 gennaio) di sicuro porterà dei problemi per alcuni nei prossimi giorni o settimane. Dopo la nomina ufficiale di Alexis Tsipras come nuovo primo ministro della Grecia, parlare della politica Greca è come ritrovarsi con una gatta da pelare. Ebbene sì, a volte è così confusa che ci viene voglia di piangere dalla frustrazione.
Dal 2010, il paese è stato messo sotto esame. La Grecia era in confusione e disastrata. Più o meno diciotto mesi dopo l'inizio della crisi finanziaria, l'implosione greca dimostrò a tutti come il debito pubblico poteva diventare un problema. Nel momento della crisi, ogni governo, tra cui quello greco nel 2008-09, acquistò dei debiti da parte del settore privato (banche, compagnie di assicurazioni, fondi pensione ecc.) per evitare l'enorme cataclisma dell'economia mondiale (che comunque avvenne). Ma l'acquisto del debito non significò la sua cancellazione, e per la Grecia, il debito pubblico fu così elevato e instabile che divenne rapidamente problematico.
Possiamo avere una macchina del tempo, per favore?
Per comprendere appieno la crisi Greca, dovremmo tornare indietro negli anni 2000-02. L'Unione Europea stava completando la creazione dell'euro (moneta comune condivisa dai paesi dell'UE disposti a farlo). In quel momento, la Grecia, che era una delle economie più deboli del club europeo (prima dell'allargamento ai paesi dell'Europa orientale nel 2004), non era destinata a entrare nell'euro. La sua economia era ritenuta troppo fragile per entrare nell'area dell'euro.
Ma, con l'aiuto delle banche americane come la Goldman Sachs i capi greci mentirono, falsificando le loro statistiche e si unirono in extremis all'euro.
Nel 2002, la Grecia adottò l'euro così come la Francia, Germania, Belgio e Spagna. Economie più stabili sostennero la credibilità dell'euro e la possibilità della Grecia di prendere in prestito denaro sui mercati finanziari iniziò. Per esempio, anche se le risorse finanziare dell'Italia e la Grecia erano completamente diverse, ottennero dei prestiti con lo stesso tasso basso d'interesse. Chiaramente, l'economia greca fu sopravvalutata e sovrastimata. Questa analisi non vuole essere un insulto al popolo greco, semplicemente non erano ancora pronti.
Fu così che la crisi finanziaria del 2008 (causata principalmente da ex mutuatari Ateniesi e "i loro complici"), accade. Dato che "ottenere dei soldi" non era più facile, i mercati finanziari (principalmente banche, investitori, fondi pensione) divennero avidi nei confronti della Grecia, e misero all'asta tutto ciò che avevano nelle loro tasche.
Gli interessi a lungo termine della Grecia esplosero e si diffusero in altri euro economie sopravvalutate come quelle della Spagna, Irlanda, Portogallo e Italia. Una task force di esperti composta dalla Commissione europea, la Banca centrale europea e il Fondo Monetario Internazionale, istituirono la Troika per poter "aiutare" la Grecia attivando il cosiddetto "fondo salva-stati", in modo tale da garantire un pò di ossigeno economico e scongiurare il rischio di insolvenza sovrana dello Stato.
Lo smantellamento della Troika?
Quattro anni e mezzo dopo l'arrivo della Troika ad Atene, la situazione greca non era cambiata nemmeno un pò. La cattiva gestione della Troika e una fondamentale mancanza di responsabilità politica rivelarono tutti i punti deboli dell'UE. Un'amministrazione bloccata, la scarsa comunicazione, e l'incapacità dell'UE di prendere una decisione palesò il surrogato di solidarietà esistente tra i paesi che condividevano la moneta unica. La cura fu peggiore della malattia.
La disoccupazione, la povertà, e i debiti esplosero come una bomba ad orologeria. Oggi, il 25% dei Greci si trovano ad affrontare la disoccupazione (ufficialmente), le pensioni e i salari sono stati tagliati, quasi la metà della popolazione ci pensa due volte prima di andare dal medico, i bisogni primordiali come l'elettricità e l'acqua sono inaccessibili ai più poveri e il debito pubblico è raddoppiato in 6 anni fino a raggiungere 180% del PIL entro la fine nel 2014.
L'ex eurodeputato socialista, Liem Hoang Ngoc, ha detto dopo un'inchiesta parlamentare, che le decisioni della Troika mancavano di trasparenza e responsabilità politica. La conseguenza diretta di tutto ciò è che il paese si trova ad affrontare diverse crisi sociali e politiche.
È dal 2010, che gli studenti e i sindacati sono spesso sulla strada, la maggior parte delle proteste vengono organizzate in televisione e le radio finiscono le trasmissioni durante la notte. Simbolicamente durante l'inverno del 2012, gli alberi del parco dove secondo i libri di storia, Platone e Socrate solevano passeggiare, sono stati utilizzati dalle persone per riscaldare le proprie abitazioni.
Nel 2014 arrivò Il premio di consolazione: il bilancio pubblico greco finalmente era equilibrato, ma a quale prezzo? Ammettiamolo, la guida della Troika e più tardi dai governi greci non migliorò la situazione. Il think-tank MacroPolis stimò che nel corso degli ultimi quattro anni soltanto € 11 miliardi della Troika finanziarono l'economia greca, mentre i rimborsi agli investitori raggiunsero oltre i 40 miliardi di euro.
Migliorare le condizioni economiche e sociali
I Greci sono arrabbiati e ora sono alla ricerca di migliori condizioni di vita. L'austerità è andata troppo a lungo. Syriza, un partito radicale di sinistra emerse come il principale partito di opposizione alla fine del 2011. Nel 2012 arrivò secondo alle elezioni politiche costringendo i partiti delle due fazioni, il Pasok (centro-sinistra) e la nuova democrazia (conservatori, centro-destra) a formare una coalizione. Questa coalizione non riuscì a calmare il clima politico (corruzione massiccia, evasione fiscale e comportamenti aristocratici dell'elite che chiaramente non erano d'aiuto).
Syriza, che nel 2012 non considerava l'idea di uscire dalla euro zona come un tabù, ha pian piano annacquato questa sua inclemenza. Hanno focalizzato il loro programma verso un miglioramento delle condizioni di vita, più facile accesso alla sanità e ai servizi pubblici, nonché a correggere alcune mostruosità dell'economia greca. Ancora oggi, i proprietari di navi o la Chiesa ortodossa sono fuori dal sistema fiscale, l'imposta sul reddito è ancora iniquo e tende a favorire certe aziende, mentre il bilancio della difesa è estremamente rilevante rispetto a quello di altri paesi dell'UE (alcune voci dicono che l'industria militare Francese e Tedesca mantiene tuttora degli appalti con il governo greco).
Dire che Syriza vuole tornare "alla consueta gestione" come prima della crisi è fuorviante e sbagliato. Con il suo programma Syriza cerca solo di trovare un equilibrio e vuole nel complesso rinegoziare il debito pubblico che è palesemente insostenibile per il paese.
Effetto valanga per il Sud dell'Europa?
Proprio adesso la lotta di Syriza contro l'austerità somiglia di più al mito di Davide contro Golia. La Grecia rappresenta nemmeno 4% dei voti nel Consiglio dell'Unione europea, il corpo legislativo composto dagli Stati membri. In Parlamento, i (radicali) gruppo di sinistra (SUE/SVN) alleati con i Verdi e i social democratici (centro-sinistra) sono sufficientemente potenti per creare una maggioranza di sinistra. La Commissione Europea appena eletta si ostina a portare avanti misure di austerità nonostante si siano indebolite negli ultimi mesi e ancora non riconosce la svolta delle politiche economiche sostenute dalla sinistra. Ad esempio, il vice-presidente in carica per l'Euro e il dialogo sociale, Valdis Dombrovskis che era il primo ministro della Lettonia, attuò misure di austerità peggiori di quelle Greche. Anche se la Lettonia sta facendo un pò meglio, tre anni dopo questo drastico rimedio, il tasso di disoccupazione rimane superiore al 10% e la popolazione sta diminuendo a un ritmo impressionante.
Tuttavia, c'è ancora speranza per una più equa e sociale Unione Europea. Quest'anno, il Portogallo, la Spagna e forse il Regno Unito sono propensi (secondo i sondaggi ) ad eleggere governi che possano creare un effetto a valanga e sovraccaricare la maggioranza liberale e moderata tra gli Stati membri. In definitiva, una maggioranza di sinistra nell'Unione Europea sarebbe d'accordo nell'agevolare il problema del debito in Grecia, dato che ora oltre il 70% di esso è di proprietà di enti pubblici.
E' per questo che Syriza dovrà essere sagace e convincente. Ma è stata la scelta di ANEP, un quasi partito di destra nazionalista, come partner di coalizione la mossa migliore? Sì, abbiamo capito la necessità di creare una squadra in grado di creare misure forti contro austerità, ma sarà difficile trovare un'accordo per temi come l'immigrazione, i servizi pubblici accessibili a tutti e la giustizia sociale.
Revisionato da Sarah Batterton
Translated from Syriza’s victory: defrosting the EU?