Imparare la religione all’università
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gabriele lanziLa teologia o lo studio "di Dio e dei suoi rapporti con il creato".: si può studiare in Europa? E chi paga: pubblico o privato? Un dibattito che coinvolge tutti i Paesi europei e in particolare la Francia, con il suo modello di laicità.
La storia della teologia come disciplina universitaria non è senza incidenti. Essa è stata spesso oggetto di dure critiche al punto da essere stata talvolta soppressa, come fu il caso in Italia nel 1875. Le critiche sono state molto aspre in Germania. Nonostante questo le facoltà di teologia, che siano cattoliche, protestanti od ortodosse, sono rimaste con continuità in ogni corpo universitario nell'Unione europea.
Finanziate dallo Stato in Portogallo
In Europa gli istituti di teologia, di università private o dello Stato, beneficiano generalmente di sovvenzioni e sono abilitate a rilasciare diplomi riconosciuti. Le facoltà di teologia cattolica delle Università di Lovanio e di Louvain-la-Neuve, nel Belgio, sono interamente sovvenzionate da fondi pubblici. Il Portogallo è il solo Paese europeo con la Francia ad aver scritto all'interno delle loro Costituzioni il principio della separazione tra Stato e Chiesa: tuttavia la facoltà di teologia cattolica dell'Università di Lisbona beneficia dal 1990 di uno statuto particolare poiché, oltre ad essere inserita in un’università pubblica, è finanziata dallo Stato. In Spagna le università private (che sono essenzialmente cattoliche) rilasciano dei diplomi riconosciuti dallo Stato. Anche le università pubbliche sono autorizzate a creare delle facoltà di teologia cattolica. In Gran Bretagna e in Irlanda le scuole di teologia, pur restando indipendenti, sono riconosciute o integrate nell'università che conferisce i diplomi. Altrove in Europa, nei Paesi nordici e germanici, in Olanda e in Grecia, le facoltà di teologia fanno parte integrante delle università statali.
Il caso francese
Solo la Francia fa eccezione: lo studio della teologia resta esterno all'università di Stato dal 1885. Per Bernard Senelle, diplomato in teologia cattolica, la laicità francese (che è una delle forme più radicali di laicità) è «il risultato non di una separazione del potere politico e del fatto religioso in quanto tali ma di una vera guerra anticlericale destinata a minare sia l'influenza della Chiesa cattolica sulla società sia quella dei militanti politici cristiani». Questa lotta ha condotto nel 1879 al divieto d’insegnamento per le congregazioni cattoliche e alla proclamazione di una scuola pubblica, gratuita e laica. Eppure la magistratura francese, attaccata alla difesa di un quadro giuridico senza equivoci per la laicità a scuola, ha completamente ignorato l'insegnamento superiore. Qui la funzione ecclesiastica non è un ostacolo alla funzione di insegnante. Alcuni vi vedono un'aberrazione repubblicana, altri un forte segno dell'autonomia universitaria. L'università si considera uno spazio di libertà dove le coscienze individuali non sono più in sviluppo ma già formate, critiche e indipendenti.
Nella misura in cui non turba l'ordine politico, economico e religioso, nelle università francesi prevale la libertà d'espressione. Però, a livello europeo, l'assenza della teologia in Francia non rimane senza problemi. L'armonizzazione inerente al processo di Bologna pone in effetti il problema della validità in Francia dei diplomi canonici ottenuti all'estero. Bernard Kouchner, Ministro degli esteri francese, e monsignor Dominique Mamberti, segretario della Santa Sede per le relazioni con gli Stati, hanno firmato il 18 dicembre 2008 un accordo sul riconoscimento tra Francia e Santa Sede dei titoli e dei diplomi nell'insegnamento superiore: un accordo subito criticato dagli universitari francesi che vi vedono un attacco alla laicità.
Grazie a PRISME (Società, Diritto e Religione in Europa) un'unità mista di ricerca dell'Università di Strasburgo e del Cnrs (Centro nazionale francese della ricerca scientifica), che ha organizzato il 30 gennaio 2009 una giornata di studi sul tema della religione nell'università in Europa.
Translated from Apprendre la religion sur les bancs de la fac