Il movimento britannico anti-austerity non si ferma
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Josephine Lisa ArdaSabato 20 giugno, 250 mila persone hanno marciato a Londra per la manifestazione “Mettiamo fine ora all’austerità”, organizzata dalla People's Assembly Against Austerity.
La protesta che ha avuto luogo a giugno, è stata organizzata e sostenuta dai sindacalisti, dai partiti di sinistra e dagli attivisti, e aveva come scopo quello di dimostrare al Primo ministro David Cameron e al suo Partito Conservatore, che la rigida agenda che stanno portando avanti dovrà affrontare l’opposizione della popolazione.
Chi c'era in piazza
Mentre a Londra i manifestanti stavano percorrendo la strada tra la Banca d’Inghilterra e la piazza del Parlamento, le proteste procedevano anche in altre città, come Liverpool e Glasgow. Un elemento chiave della manifestazione è stato il suo carattere eterogeneo: tra i tanti cartelloni, era infatti possibile scorgere quelli della National Union of Teachers (NUT) e la Unite the Union, il sindacato britannico più grande del paese, così come gli striscioni delle organizzazioni contro il razzismo e il Fascismo, oltre a collettivi studenteschi contrari all’austerità .
Le voci delle diverse opposizioni contro la rigida agenda politica che il governo vuole attuare, hanno riecheggiato nelle parole di chi ha partecipato alla manifestazione, come il sindacalista Martin Powell-Davies (NUT), il Segretario generale di Unite, Len McCluskey, e il Segretario nazionale del People’s Assembly, Sam Fairnbairn.
Dal mondo politico, vi hanno preso parte il Partito ecologista e la Left Unity, e alcuni dei loro leader, come ad esempio Natlie Bennet, si trovavano in mezzo alla folla. In aggiunta vi erano alcuni parlamentari laburisti, come Diane Abbott, che ha intenzione di candidarsi a sindaco di Londra l’anno prossimo.
Alla fine della manifestazione, molte persone hanno preso parola davanti alla folla: dal comico-attivista Russel Brand al giornalista Owen Jones, il cantante Charlotte Church e il parlamentare Brighton Pavillion, Caroline Lucas del Partito ecologista e Islington North Jeremy Corbyn, in corsa per ottenere la leadership del Partito laburista.
Le reazioni del Governo britannico
Da un punto di vista politico, la reazione a tale mobilitazione è stata piuttosto dura: il ministro George Osborne e il Segretario di stato al lavoro e alle pensioni, Ian Duncan Smith, hanno annunciato di voler tagliare le spese pubbliche di ben 12 miliardi di sterline.
Anche se i vari gruppi che hanno preso parte alla manifestazione erano focalizzati su punti differenti e ed erano di versa provenienza, ad unirli è la convinta opposizione all’austerità. Il prossimo ritrovo del movimento britannico sarà l’8 luglio, quando l’attuale Ministro dell'economia, George Osborne (conosciuto nel Regno Unito come il “Cancelliere dello Scacchiere”), annuncerà ufficialmente il nuovo progetto di legge del Partito Conservatore.
Benché sia troppo presto per esprimere dei pareri definitivi, è possibile che, data la volontà dei Tories di proseguire con la propria agenda nonostante il disappunto di una grande parte della popolazione, ci saranno un gran numero di proteste. Dopotutto il 76% degli elettori non ha votato per il Partito conservatore, ma le possibili "distorsioni" del sistema maggioritario britannico sono un'altra storia.
Translated from The British anti-Austerity movement goes on