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Il mattino dopo Brexit secondo i giovani

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Translation by:

Claudia Tisba

BREXIT : LA POSSIBILITA' DI UN'ISOLA

Alle sette di questa mattina, quattro giovani britannici si sono svegliate alla notizia che il loro paese avrebbe lasciato l'Unione Europea, un futuro per il quale nessuno di loro aveva votato. Un'intervista con un gioventù esterrefatta. 

Ellen (23), impiegata alla Somerset House, Londra

"Questa mattina, tutte le persone che ho incontrato erano addolorate. Coinquilina, distrutta e esausta sul divano dopo aver atteso tutta la notte un risultato che no ci saremmo mai aspettati, anche se dicevano che erano testa a testa. Partner, girandosi verso di me per chiedermi: "Ce la faremo?" come se avesse avuto bisogno di rassicurazioni dopo il risveglio da un incubo. Le persone che mi sono passate accanto durante il mio percorso verso la stazione, con i volti scuri nonostante i primi raggi di sole in quelle che sembrano settimane. I passeggeri sul mio treno da Brighton a Londra, verso l'aeroporto di Gatwick, inorriditi dal non aver scambiato le loro sterline per euro prima di oggi. Si sono svegliati più poveri di ieri. Le persone sulla metro, senza guardarsi negli occhi mentreo pistavano abbandonati stickers 'I’m in', calpestati sul pavimento, e nel mio ufficio, dove ci siamo salutati con tristezza e abbiamo parlato delle nostre preoccupazioni per il futuro.

Sono passate appena poche ore e le cattive notizie continuano ad arrivare. Ci rendiamo conto che è davvero successo; non è un sogno, non si può tornare indietro. Ci siamo scavati la fossa (al largo, al freddo, lontani dalla familiarità e sicurezza della nostra casa Europea). Adesso dobbiamo adattarci.

Ieri notte non sono andata a dormire preoccupata. Non sentivo il bisogno di rimanere sveglia ad aspettare. Credevo che mi sarei svegliata sollevata e sentendomi al sicuro. Perch{ tutto ciò che avevo visto mi diceva che saremmo rimasti. Ho sentito quasi esclusivamente le voci dei miei amici e colleghi a Brighton e Londra, che dicevano che uscire sarebbe stato assurdo, e mi sono permessa di credere che il resto del Regno Unito avrebbe visto la crudele retorica dei politci del 'Leave' per quello che era. Tuttavia, è ovvio che il fallimento della campagna 'Remain' è stato quello di rimanere in una camera di riverberazione, concordando gli uni con gli altri. Ci siamo dimenticati che l'eredità di decadi di cattivo governo è stata far sentire le persone arrabiate e senza potere. Un voto per uscire è un tentativo di sentirsi in controllo del nostro destino, per quanto errato.

Quindi stiamo affrontanto un futuro caratterizzato dall'incertezza. Il nostro Primo Ministro si è dimesso. Le azioni britanniche hanno person £200 miliardi in una notte. Onestamente? Siamo terrorizzati."

Morna (30), studente a Parigi

"Mi fa sentire completamente depressa. Ho pianto come una bambina quando mi sono svegliata. Ho paura che significhi l'inizo della fine per l'Unione Europea, e per la pace in Europa. Giudicare l'atmosfera dalla Francia è stato difficle, ma mi irritava, prima del voto, la leggerezza con cui i media affrontavano il dibattito, specialmente a sinistra. 

"Il mio programma radio preverito – News Quiz su BBC Radio 4 – è un programma di attualità in chiave comica. Per la maggior parte della campagna la sinistra si è riferita al voto come a un referendum "noioso". Invece è probabilmente il voto più importante di ognuno di noi. Adesso l'atmosfera è strana. Ho passato il giorno interno in stazioni ferroviarie – Gare du Nord e London Euston. Tutti ne parlano. Alcuni sono entusiasti, altri sono arrabiatissimi. Ho passato tutto il viaggio sull'Eurostar parlandone con uno sconosiuto. L'ufficiale francese alla dogana mi ha guardato con pietà, augurandomi 'Bon courage'.

Il mio futuro è direttamente influenzato dal voto. In futuro avrei voluto lavorare per l'Unione Europea, o nel lobbying europea. Non sono sicura di quanto sarà facile adesso. Avevo risparmiato più di diecimila sterline per pagarmi la retta universitaria per il secondo anno. Adesso sono crollate in valore. Sarà molto più difficile finire gli studi a Sciences Po."

Tom (22), dottorando all-università del Sussex

 

"Penso che le mie due sensazioni maggiori siano delusione e apprensione. Mi sento davvero come se i politci e i media abbiano deluso le persone. La maggior parte delle persone con cui ho parlato hanno anche loro votato per restare; sembrano provare tutti le stesse sensazioni.

Mi è  sempre piaciuta l'idea di avere l'opportunità di vivere in Europa. Non ho mai avuto programmi precisi, ma è qualcosa a cui penso abbastanza spesso. Adesso c'è un enorme ostacolo. Non posso diro che l'avevo previsto; ero nervoso ma ottimista. È stato uno shock."

Bradley (30), regista a Londra

"Sono britannico, ma temo che presto sarò solo inglese. Mi sento come se il nostro paese si sia stato tradito da solo non educando la classe lavoratrice e permettendo una campagna dominata dalla paura e costruita so propaganda nazista per vincere. Mi sento vuoto. Credo che nessun referendum con un maggioranza di meno del 70% possa mai essere considerato giusto – se un referendum possa mai essere considerato giusto. Sono arrabbiato con i quasi 13 milioni di elettori registrati che non hanno votato, nel meglio o nel peggio. Mi sento tradito dai miei genitori, e dai genitori di tutta la mia generazione, che credono di aver fatto la scelta giusta per il loro futuro ma non hanno considerato come il futuro voglia essere rappresentato. E moriranno prima di dover affrontare le ripercussioni del fatto che che stanno lasciando a noi.

L'atmosfera è di timore – sta suonando la campana a morto per il nostro paese e non saremo il Regno Unito ancora per molto. È una cosa incredibilmente triste e deprimente da dire: il paese che conosco e con cui mi identifico è stato sconfitto da un piccolissimo margine. Me lo aspettavo solo perché campagne costruite sulla paura tendono a vincere. Le persone sono arrabbiate, e pensano che un cambiamento sia meglio di niente, anche se non capiscono il cambiamento per cui stanno votando. I poveri si sono appena resi più poveri.

Il mio campo, l'industria televisiva e cinematografica, si basa su sostegno e fondi dall'UE. Senza, film britannici indipendenti sarebbero quasi impossibili da finanziare. Produzioni internazionali fuggiranno, temendo che crollo della sterlina e gli inevitabili cambiamenti in incentivi finanziari, lasciandoci con un'infrastruttura che è cresciuta rapidamente a diventare sempre meno usata, e una manodopera appena formata senza posto dove andare."

Translated from Young Brits talk Brexit: The ultimate morning after