Il lato nascosto Balcani
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carola gianninoDei Balcani, a livello internazionale, non si ha sempre un'opinione positiva. Stanko Gregech, il creatore del blog Vintage Balkans, crede che si debba mettere in risalto il lato più positivo della storia di questa regione in modo da evitare che questa venga vista solo come sinonimo di ostinati nazionalismi e tensioni culturali.
I genitori di Stanko Gregech sono nati in un piccolo villaggio di circa 3.000 abitanti al confine tra l'Ungheria e la Croazia, diventato parte della Jugoslavia nel 1945. I suoi genitori decisero poi di migrare in Australia alla fine degli anni '50 e Gregech è nato proprio nella prima tratta del loro viaggio attraverso l'Europa Occidentale, nel 1958.
Al tempo della sua nascita era già abbastanza lontano dalle sommosse storiche dei Balcani, ma più tardi Gregech ha iniziato a colmare questa distanza storica e geografica. Ha cominciato a imparare il Croato e ha studiato storia europea all'Università di Auckland, in Nuova Zelanda. Non troppo tempo fa, è tornato nella sua terra d'origine. Dopo aver viaggiato attraverso la regione per due mesi, alla fine si è stanziato sulla costa adriatica della Croazia, nella città di Rovinj.
Documentando 120 anni di vita dei Balcani
Il profondo interesse per le sue origini è culminato ultimamente nella pagina Facebook Vintage Balkans, che ora ha quasi 28.000 like e verrà presto lanciata come sito web. Nonostante il trauma del passato, i Balcani hanno molti lati positivi che aspettano di essere condivisi. Questo è l'obiettivo di Vintage Balkans, che mostra in una prospettiva del tutto nuova i diversi paesi e le diverse fasi storiche vissute dai Balcani degli ultimi 120 anni. Nato originariamente per rivolgersi al pubblico dei paesi anglofoni, il blog ha cominciato lentamente ad attrarre gli stessi abitanti dei Balcani, cheè ora rappresentano circa i due terzi del lettori. Gregech spiega che «i feedback che riceviamo dagli abitanti dei Balcani ci dicono che non sempre questi realizzano le somiglianze con i loro 'vicini'. Hanno una visione limitata del proprio paese e della propria cultura. Quella che ho capito è che c'è bisogno di questa prospettiva positiva e che la storia di questa regione sia raccontata in un modo più bilanciato e rispettoso».
Più cresce la popolarità di questo sito, più le persone postano di propria iniziativa materiale o link ad altri siti. Questa pagina è per la maggior parte portata avanti da Gregech, ma ha trovato supporto anche da diversi collaboratori, tra cui i bulgari Ivan Vasilev e James Crouchman. Crouchman, di origini britanniche, sta lavorando a un progetto fotografico in una delle regioni più povere della Bulgaria, nel nord-ovest, dove osserva la riscoperta delle tradizioni locali.
Una prospettiva positiva
Stanko Gregech sa che il termine "Balcani" viene associato a «conflitti e guerre, politica caotica e piccole e frammentate nazioni che hanno problemi a vivere una di fianco all'altra», come viene evidenziato dai conflitti degli anni '90. Dice che Vintage Balkans non nega ciò che è successo negli anni '90, ma sceglie di concentrarsi su altri aspetti, altre prospettive, attraverso cui raccontare la storia della regione balcanica. «Certamente molti eventi negativi hanno avuto luogo nella regione e nessuno può negarlo, ma c'è anche una storia incredibilmente ricca e positiva da raccontare, attraverso la cultura e le tradizioni di molti popoli balcanici» dice Gregech.
E aggiunge: «Si possono vedere tutte le influenze provenienti da diverse direzioni. E questo include anche le influenze dai paesi occupanti: si pensi solo al goulash ungherese, allo schnitzel austriaco, al kebab e al caffè turco. Cosa sarebbero i Balcani senza queste cose? Qualsiasi cosa si possa pensare della politica, la storia della regione balcanica è una miscela di tutte queste influenze, che sono diventate parte dei ricordi e dellle esperienze di vita delle persone».
Tuttavia, post e foto di difficili periodi storici, (per esempio, quando il territorio di un paese era soggetto a una disputa o a una revisione) spesso provocano forti reazioni da parte dei lettori di Vintage Balkans. «Per esempio, ogni cosa relativa alla Macedonia o al Kosovo, o alle aree di confine tra l'Albania e la Grecia - dice Stanko - produce questo genere di commenti».
«Il mondo sarebbe un posto molto più povero senza l'eredità culturale dei Balcani e i suoi bellissimi e variegati popoli e paesaggi. C'è così tanto da celebrare» conclude. Ed è davvero così. Quest'iniziativa non è che il primo passo per raggiungere una certa oggettività nella percezione che il mondo ha della regione Balcanica.
Translated from The other side of the Balkans