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I manifestanti di Aarhus si schierano contro il razzismo

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Default profile picture Adele Benlahouar

Di Hon Sophia Balod e Farah Fazanna Zulzaha

Quel pomeriggio l’atmosfera era quella di un concerto: centinaia di mani verso il cielo agitavano i cartelloni mentre la musica irrompeva tramite gli altoparlanti. È stato un concerto speciale quello tenutosi il 18 marzo a Klostertovet, Aarhus, dove centinaia di protestanti si sono ritrovati nella giornata internazionale d’azione contro il razzismo.

Questa manifestazione coincide con altre proteste organizzate nel mondo in seguito ad una conferenza contro il razzismo tenutasi a ottobre ad Atene, in Grecia.

“Speriamo di dimostrare che la società civile ha un’opinione differente sulla retorica anti-Islam e vogliamo manifestare il nostro sostegno a coloro che sono vittime di aggressioni fisiche e razziste che non condividiamo”, ha detto Lars Henrik Carlskov, co-organizzatore di Aarhus For Mangfoldighed (Aarhus per la diversità). 

Una delle questioni fondamentali trattate durante la manifestazione riguarda l’insediamento dei rifugiati in Danimarca. Un sondaggio recente ha dimostrato che il 37 percento degli elettori si è opposto a offrire maggiori permessi di soggiorno ai migranti, un lieve aumento rispetto al 17 percento registrato a settembre. Secondo quanto riporta il quotidiano Berlingske, un altro sondaggio ha rilevato che il 70 percento degli elettori pensa che l’emergenza dei rifugiati dovrebbe essere considerata una delle questioni più importanti dell’agenda politica.

“Recentemente c’è stato un sondaggio di opinione attraverso il quale i due terzi della popolazione hanno manifestato di volere meno migranti musulmani. Stiamo notando una polarizzazione, un ampio gruppo di persone che accoglie i rifugiati ben volentieri e un buon numero di persone che desidera meno rifugiati,” ha affermato Carlskov. 

Le statistiche sui reati generati dall’odio mostrano un sentimento crescente di avversione nei confronti della gente appartenente a un’altra razza. Secondo l’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i diritti umani, nel 2015, dei 198 crimini generati dall’odio, razzismo e xenofobia (102)  sono riportate tra le cause più frequenti, seguite da pregiudizi sui musulmani (41), su LGBT (31), antisemitismo (13), pregiudizi sui cristiani e sui membri di altre religioni (5). I reati generati dall’odio sono crimini motivati da preconcetti o pregiudizi verso particolari gruppi di persone. 

Il venticinquenne Dawood Mohseni si ritiene fortunato per non aver subito nessuna forma d’odio in Danimarca ma ammette che è difficile essere un immigrato oggi. Sei anni fa si è trasferito in Danimarca per fuggire dalla guerra del suo paese natale a Ghazni, Khandar in Afghanistan. Ora sta studiando odontoiatria e lavora come cuoco in un ristorante. 

“È difficile. Arrivo dall’Afghanistan e mi sono trasferito in Danimarca a causa della guerra, mi ci sono voluti sette mesi per sistemarmi. Ora ho una vita felice qui. Ci aiutiamo a vicenda e ci prendiamo cura gli uni degli altri. Siamo tutti esseri umani,” ha dichiarato Mohseni.

La manifestazione è stata allietata dal rapper Danish Ham den Lange il quale supporta questa causa attraverso la sua musica. Scrive delle canzoni sui rifugiati, alcune delle quali sono parte di un disco realizzato durante una missione umanitaria in un campo profughi. “Spero che le persone possano sentire qualcosa attraverso la mia musica e possano utilizzarla per fare del bene e per riflettere sulle cose,” ha affermato.

La studentessa dell’università di Aarhus, Ann Sofea di 28 anni, ha manifestato la speranza che l’evento potesse portare ad una più diffusa consapevolezza verso il razzismo in Danimarca.

“È meraviglioso che così tanta gente sia uscita per dimostrare il proprio sostegno. In Danimarca ci sono tante persone che hanno paura degli stranieri ai quali non siamo soliti dimostrare la nostra fiducia. 

Spero che questo evento, tenutosi anche a Copenaghen e Odense, generi una consapevolezza più collettiva verso il razzismo e verso l’importanza della lotta globale contro il razzismo,”ha affermato.

La studentessa  di origini somale Amina Yusuf, 19 anni, ha dichiarato di non aver mai subito atti di razzismo o discriminazione in Danimarca ma spesso ha avuto gli occhi puntati addosso perché indossa l’hijab. “Forse perché sembro diversa,” ha detto. 

L’evento ha inoltre ospitato un gruppo di relatori- il coordinatore di Amnesty International per il gruppo di Aarhus Jacob Lang, la manager del progetto Danish Refugee Youth Sara Karim-Maden ed il rappresentante di Blue Stars Safaa Mohamed Ali che ha parlato dell’importanza di opporsi al razzismo e alla discriminazione. 

Translated from Aarhus protesters speak out against racism