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Herman Koch: “Diventa la segretaria di te stesso" (e fatti un bicchiere di whiskey)

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Elisa Buzzi

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Lo scrittore olandese campione di vendite, assomiglia allo zio preferito: equilibrato, riflessivo e con un tono di voce pacato. Caratteristiche sorprendenti, dato che il 59enne è famoso per il suo pungente umorismo nero. Ci ripariamo dalla pioggia per parlare con l’ex attore e comico sul perché le migliori idee arrivano dopo aver bevuto qualche bicchierino.

Non mi sono mai considerato un attore”, ammette l’autore olandese ed ex personaggio televisivo. Herman Koch è arrivato in televisione per caso, negli anni '90, dopo aver scritto i suoi primi due romanzi. “All’inizio le persone si chiedevano ‘cosa ci fa questo scrittore in uno show televisivo?’ Poi la situazione si è capovolta ‘Ah! Ti abbiamo visto in televisione, ma non sapevamo che fossi anche uno scrittore”. Koch ha smesso di lavorare in Jiskefet, uno show in stile Monty Python, al termine della sua quindicesima edizione nel 2005 e ora si dedica ai suoi romanzi. “Non riuscivo mai a ricordarmi le battute”, ammette ridendo. “Semplicemente non avevo ambizioni in quella direzione. Anche se mi chiedessero di recitare insieme a qualcuno di davvero famoso come …”, si ferma a pensare chi potrebbe essere abbastanza famoso per lui, “…come Jack Nicholson, rifiuterei”. Ridacchia al pensiero.

Il confronto con Carnage

Visti i risultati, nessuno accusa l’attore di aver preso la decisione sbagliata: il penultimo libro di Koch, The Dinner (in italiano La Cena, pubblicato da Neri Pozza), ha vinto il prestigioso premio Publieksprijs nel 2009. Bestseller in Olanda, è stato pubblicato in 25 paesi, inclusa la versione inglese del 2012. Paragonato dai critici al film del 2011 di Roman Polanski Carnage, il romanzo segue le vicende di due coppie che si incontrano in un ristorante alla moda per discutere di un atto di violenza commesso dai propri figli. Durante il corso della serata, tutte le pretese di comportarsi civilmente svaniscono.

Ci sono molte divergenze nell’interpretazione del libro nei diversi paesi: “InSpagna,ItaliaeIsraele, il libro è stato visto come una satira sociale, opinione che non condivido”, osserva Koch. Questo è anche il caso del suo ultimo romanzo, Summerhouse with Swimming Pool, (in italiano Villetta con piscina, pubblicato sempre da Neri Pozza). Mentre i lettori olandesi sembrano gradire lo humour nero del libro, i critici tedeschi hanno apprezzato l’analisi dell’ipocrisia che caratterizza la morale borghese. Koch ribadisce che gli elementi riconducibili a una critica sociale non sono internazionali e che non ha mai pensato alla morale del libro. “Ovviamente, se si scrive un libro ambientato nel 2005 o nel 2010, questo rifletterà ciò che ci circonda”, afferma. “Non voglio affermare la mia opinione, certamente non in un romanzo. Cerco di dare il maggior numero di punti di vista possibili. Un esempio che mi piace particolarmente è il romanzo Saturday di Ian McEwan in cui c’è una discussione tra padre e figlia sulla guerra in Iraq, allora appena iniziata. Certo, tutti sanno che Ian McEwen è contro Bush, ma nel libro non tralascia nemmeno le argomentazioni a favore della guerra. Questo è quello che si dovrebbe fare quando si scrive un romanzo”.

Europeo, spagnolo e olandese

La moglie di Koch è spagnola e lui stesso ha vissuto in Spagna per sei anni. “Nonostante quello che dice Wikipedia, non vivo più lì”, sorride. “Mi sento davvero a casa a Barcellona. Quando parlo spagnolo è come se mi trasformassi in un’altra persona e improvvisamente divento la versione spagnola di me stesso”. Tuttavia, si descrive come uno stadio intermedio tra l’essere europeo e olandese. “Devo ammettere che sono olandese, perché se dici a te stesso solo ‘sono europeo’, tralasci qualcosa. L’Olanda può essere molto provinciale, per certi aspetti. La vedo solo come una provincia dell’Europa. A volte, gli abitanti di Amsterdam pensano davvero di vivere in una città cosmopolita, anche se effettivamente assomiglia di più a un tranquillo paese di provincia, dove capita che succedano molte cose”.

“Quando parlo spagnolo, è come se mi trasformassi in un’altra persona e improvvisamente divento la versione spagnola di me stesso”

Nonostante The Dinner, il sesto romanzo pubblicato da Koch, possa essere considerato il salto di qualità per il 59enne, lui non è convinto che il suo modo di scrivere sia significativamente migliorato negli ultimi 20 anni. “La qualità del mio primo romanzo è la stessa del mio ultimo; ho solo faticato di più per scriverlo. Ricordo che mentre scrivevo il mio primo libro, mi ci dedicavo giorno e notte, senza che mi venisse alcuna buona idea, nessuna ispirazione. Alle cinque ho aperto una bottiglia di whisky e mi sono versato un paio di bicchieri e poi ho pensato, ‘Oh, ecco!’ e ho scritto due pagine”. Molti scrittori, mi racconta, non prenderebbero in considerazione quello che hanno scritto dopo aver bevuto, ma “il giorno dopo ho riletto quelle pagine e ho pensato: ‘Sono davvero buone - non sarò più in grado di scrivere così bene!’ Ecco, questo è come ho scritto il mio primo libro. Probabilmente, dovevo solo superare l’imbarazzo di iniziare a scrivere. Con la pratica, ne hai bisogno sempre meno”. Si interrompe qui. Ha avuto l’idea di The Dinner il giorno della vigilia di Natale, dopo aver bevuto un paio di birre. “Sono idee che ti vengono solo quando sei in questo stato. Non sei per niente ubriaco, ma ti senti rilassato. L’unica cosa che devi fare è “controllare” la tua idea il giorno dopo. Diventa la segretaria di te stesso e chiediti: è stata davvero una buona idea?”.

Foto: © Herman Koch official facebook page/ video: Jiskefet (cc) Beerputje; intervista (cc) High Impact Tour/ youtube

Translated from Herman Koch: ‘I overcame shyness of writing my first book through alcohol’