Guy Verhofstadt: "Sarei voluto diventare un attore"
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Marina GregnaPrima di diventare Primo Ministro del Belgio, il giovane Guy Verhofstadt sognava di essere un artista. In questi giorni calca le scene di un diverso tipo di palcoscenico: il Parlamento europeo. Abbiamo raggiunto l'eurodeputato per parlare delle sue speranze per l'Europa, della sua amata bicicletta e del suo messaggio per i giovani del mondo.
cafébabel: Il mondo contemporaneo può essere molto complesso. Come spiegherebbe quello che fa ad un bambino di 6 anni?
Guy Verhofstadt: Immagini una classe di 28 alunni. Ognuno di loro ha le proprie idee, vantaggi e difficoltà. L'idea è quella che tutti lavorino insieme per creare un'unione che supporti e rafforzi i suoi membri. Solo lavorando insieme il tempo che passano ad imparare sarà fruttuoso. In questa classe, il mio lavoro sarebbe proporre delle misure e dei sistemi per valorizzare ulteriormente e incrementare tale unione, per essere certo che rimanga sicura, che abbia un futuro e che ognuno possa migliorare per far fronte alle sfide future.
cafébabel: Tutti possiamo essere eroi, almeno per un giorno. Qual è la cosa che ha sempre sognato di fare?
Guy Verhofstadt: Ho sempre desiderato diventare un attore. Ma i miei genitori pensavano che studiare legge, come prima cosa, fosse un'idea migliore. Così ho fatto, e sono diventato un politico.
cafébabel: Per molte persone l'Europa è una cosa noiosa, una scocciatura. Secondo lei, come si potrebbe renderla più attraente?
Guy Verhofstadt: Non vedo come non sia attraente poter viaggiare dove si vuole, studiare o lavorare all'estero, aprire un'attività in un altro Paese e sapere che si è protetti da un sistema legale che è simile a quello che si ha a casa propria. Ciò che chiaramente non è attraente è non avere libertà di parola, la chiusura delle frontiere, la violazione delle proprie libertà civili e dei diritti fondamentali...
cafébabel: Qual è la cosa che la indigna di più nel mondo d'oggi?
Guy Verhofstadt: Il modo in cui l'Europa sta gestendo la crisi dei rifugiati. La mancanza di una volontà politica che implementi una soluzione europea. Ed anche l'assenza di umanità. È spaventoso vedere quanto rapidamente alcuni leader tendano a dimenticare che questo Continente ha vissuto due orribili guerre che hanno devastato l'Europa e causato la fuga di numerosi cittadini europei. Molti tra gli europei erano essi stessi dei rifugiati, non così tanto tempo fa.
È ora che l'Europa si prenda le responsabilità dei propri problemi, invece di provare costantemente ad appaltare la crisi a Paesi terzi. L'unico modo perché questo cambi è prendere decisioni concrete, come velocizzare la creazione di una guardia costiera e di frontiera a livello europeo. Dobbiamo migliorare le condizioni di vita dei centri per rifugiati in Turchia e in Europa, ma dovremmo anche guardare oltre lo stato di emergenza e affrontarne le cause alla radice.
cafébabel: Il nostro mondo ci chiede di essere perfetti, ma qual è il difetto che lei riesce a sopportare meglio?
Guy Verhofstadt: L'impazienza. In politica le cose spesso si muovono troppo lentamente. Essere impazienti ci aiuta a muoverci in avanti; potremmo sfruttare di più l'impazienza nella nostra professione.
cafébabel: Sembra che Internet conosca tutto di tutti, ma qual è la cosa che Google non sa su di lei?
Guy Verhofstadt: Google probabilmente sa che sono un grande fan del ciclismo. Quello che non sa è che in inverno faccio mountain biking, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche...
cafébabel: Congratulazioni! È stato scelto come rappresentante mondiale dei giovani. Qual sarebbe stato lo slogan della sua campagna?
Guy Verhofstadt: «Partecipate». Noto che, oggigiorno, i giovani vogliono poter dire la loro su ogni cosa, e questa dovrebbe essere la via da intraprendere. A livelli diversi siamo tutti influenzati dalle tante cose che succedono. Questo è particolarmente vero per i giovani, che erediteranno questo mondo. In qualche modo, tutto dipende da loro. Dovrebbero partecipare.
cafébabel: Qual è la prima cosa che fa ogni mattina, cascasse il mondo?
Guy Verhofstadt: Il mondo non dorme mai, quindi la prima cosa che faccio ogni mattina è controllare il mio telefono per vedere cosa mi sono perso e che cosa mi aspetta durante la giornata.
cafébabel: Se potesse inventare una cosa che ancora non è stata creata, cosa sarebbe?
Guy Verhofstadt: Il teletrasporto. O una bicicletta volante, per evitare il traffico.
cafébabel: Dopo gli attentati a Bruxelles, quale sarebbe stato il suo principale messaggio alla generazione più giovane?
Guy Verhofstadt: Innanzitutto, voglio esprimere quanto io sia sconvolto dalla minaccia terroristica a cui dobbiamo far fronte, e dalla codardia degli attentati Bruxelles della scorsa settimana. I miei pensieri vanno alle vittime e alle loro famiglie. Il terrorismo non deve mai prevalere.
Il mio messaggio ai giovani europei: «È tempo che l'Europa si unisca». Non dovremmo vivere nella paura, ma lavorare insieme e uniti per combattere questo terrore. È chiaro che stiamo fronteggiando una sfida europea. Se vogliamo sconfiggere chi vuole farci del male, abbiamo bisogno di ben altro che raduni e appelli alla solidarietà. Abbiamo bisogno di un'azione collettiva europea per incrementare la sicurezza.
Un pilastro di questa azione europea dovrebbe essere lo scambio obbligatorio di informazioni tra i servizi di intelligence. Credo infatti che dovrebbe esserci un servizio europeo di intelligence, che raccolga dati e organizzi operazioni in tutti i 28 Stati membri. I nostri giovani sono molto favorevoli all'Europa. Molto più filo-europei di tanti nostri leader. I giovani mi dovranno aiutare a convincere i leader dell'Unione europea che questa loro riluttanza nel raggiungere soluzioni condivise deve finire. Solo lavorando insieme sconfiggeremo il terrorismo.
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Ci sono molti "Big Fish" che nuotano nel mare d'Europa. Cafébabel presenta una nuova rubrica e si immerge in profondità per intervistare alcuni dei volti noti della cultura, della politica, della musica e della società europea.
Translated from Guy Verhofstadt: "I always wanted to become an actor"