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Gli ungheresi contro Orbán reclamano la democrazia

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Default profile picture Andrea Bilaghi

Il popolo ungherese non sta dormendo. Stanco della corruzione e della mancanza di trasparenza, darà luogo a un'altra protesta mentre la cancelliera Angela Merkel spunterà in visita ufficiale.

L'Ungheria contro il sistema

Quando il primo ministro ungherese Viktor Orbán è al secondo posto nella classifica stilata dal Progetto di investigazione sulla corruzione e il crimine organizzato (OCCRP), si comprende la forte preoccupazione che sta investendo i cittadini ungheresi. In cima alla classifica c'è il presidente russo Vladimir Putin, grande amico di Orban.

Il problema in Ungheria è drammatico dal momento che l'intero sistema affonda le radici nella corruzione. In una delle tante dimostrazioni, lo scorso ottobre, la protesta cittadina – la più grande protesta anti-governativa degli ultimi quattro anni – era indirizzata contro l'intenzione del governo di tassare il traffico web, ma i problemi nel paese vanno al di là di questo. Il popolo ungherese vive nel “buio pesto” quando si tratta di decisioni istituzionali, accecato da un governo che non ha rispetto dei propri cittadini. L'anno nuovo è iniziato con diverse proteste che reclamano la democrazia, in Budapest. L'Associated Press riporta che, secondo gli attivisti, con la sua politica Orban non sta rappresentando gli interessi collettivi, con riferimento alla sua volontà di tassare Internet.

Gli ungheresi hanno condannato Orbán, il quale è anche leader del partito conservatore Fidesz, per quello che percepiscono come corruzione governativa. Fidesz possiede i due terzi della maggioranza in parlamento, che nel 2013 hanno permesso a Orbán di passare a una nuova costituzione che ha centralizzato il potere. Sotto questo sistema, e nonostante le costanti proteste che sono sistematicamente ignorate, egli ha sistemato persone alla guida del sistema giudiziario, della banca e dei media. Davanti a questo quadro pare che l'Ungheria stia ancora vivendo sotto un regime sovietico.

La speranza e la soluzione a questo flagello potrebbero arrivare dai gruppi civici come MostMi! (Noi, ora!). Ciò nonostante, la questione riguardante il futuro di questo movimento politico resta oggetto degli analisti, dal momento che uno dei fondatori, Zsolt Várady, ha annunciato il suo ritiro dovuto alla mancanza di tempo e a divergenze con l'altro fondatore, Bori Takács. Attualmente il movimento indipendente si trova in una situazione delicata poiché non sembra trasmettere grandi aspirazioni di cambiare la società.

Merkel e Putin in visita in Ungheria

Nel luglio del 2014 il governo ungherese ha concluso un affare con la Russia riguardante la Centrale nucleare di Paks e il relativo prestito statale russo di 10 miliardi di euro. Con questo accordo i depositi di gas dell'Ungheria saranno venduti alla russa Gazprom, accrescendo la dipendenza del paese dalla Russia. L'opposizione ha tentato di scardinare l'accordo di Pak ma senza successo.

In quella che è un'insolita critica alle politiche di Orbán da parte di un membro del suo stesso partito, Zsolt Nemeth, presidente della Commissione Affari esteri del parlamento, ha detto che l'Umgheria dovrebbe far chiarezza riguardo alle proprie relazioni con la Russia, che secondo Nemeth si stanno dirigendo lontano...

La prossima protesta si terrà il 2 febbraio, in occasione della visita della cancelliera tedesca Angela Merkel. Ma in arrivo non c'è soltanto la visita della Merkel. Anche Putin è nella lista degli invitati, atteso per il 17 febbraio.

Translated from Hungarians against Orbán demand for Democracy