Frank, il genio surrealista del pop
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Maria Elena VaiasusoUscito il 9 maggio nelle sale cinematografiche del Regno Unito, Frank è un film diretto da Lenny Abrahamson, interpretato da Michael Fassbender, Domhall Gleeson e Maggie Gyllenhaal. Una storia eccentrica e poco convenzionale sui sogni, le aspirazioni, i successi e gli insuccessi di una band capitanata da un uomo con la testa di cartapesta.
In queste ultime settimane Londra è stata letteralmente invasa da una moltitudine di Franks. Da quando è stato presentato al Festival Sundance London, il film è stato oggetto di una promozione intensa che, bisogna ammetterlo, ne rispecchia le qualità e la genialità fuori dal comune. Ma chi è Frank? Frank è un mondo bizzarro e caotico. Ma è anche un uomo con la testa di cartapesta.
Protagonista della commedia basata sulla storia del gruppo di Frank Sidebottom, il personaggio creato dall'inglese Chris Sievey, è Jon (Domhall Gleeson), aspirante musicista, giovane wannabe le cui composizioni sono semplici racconti ispirati da ciò che vede passeggiando per le strade della città. La sua vita un po’ piatta viene stravolta dall’incontro con i membri di una strana band di musica pop, incluso il tastierista dalle intenzioni suicide. Quella stessa sera, Jon accetta di suonare insieme a loro, esibendosi per la prima volta. È così che conosce anche il leader del gruppo, Frank (Michael Fassbender), un tipo strambo, che appare nel bel mezzo del palco con il volto nascosto da una maschera, una testa gigante di cartapesta e dagli enormi occhi azzurri dalla quale non si separerà durante quasi tutto il film (avviso ai fan di Fassbender). Nonostante l’insuccesso della prima esibizone, Jon accoglie la proposta del manager del gruppo d’intraprendere un viaggio che porterà la band alla registrazione di un nuono album.
È questo l’inizio di un’avventura che ci farà scoprire le stranezze del gruppo composto dall’enigmatico Frank, da Clara (Maggie Gyllenhaal), piccola ribelle dal carattere difficile, da un chitarrista francese che non sa una parola d’inglese e da un taciturno batterista il cui intervento, nel film, si riassumere ad una frase. Durante la storia, ci addentriamo nella vita di questa band e conosciamo Frank nel suo intimo: un genio che Jon finirà per ammirare tanto per il suo magnifico modo di concepire la musica, cercando la bellezza nei suoni della vita di tutti i giorni, quanto per il suo carattere affabile, e che è, in realtà, la vera sinergia del gruppo. «La musica doveva essere bella e ridicola allo stesso tempo», ha affermato Jon Ronson, uno degli sceneggiatori e membro del gruppo del vero Frank Sidebottom. Il film diventa così un’opera d’arte moderna capace di provocare un’iniziale disapprovazione (e questa sarebbe musica?) e, allo stesso tempo, un’adesione incondizionata alla sua particolarità.
Jon proverà ad integrarsi, cercando ciò che lui stesso definisce la sua «infanzia maledetta» e che lo trasformerà in un vero talento della musica. Malgrado le sue frustrazioni, capirà che spesso geni non si diventa ma ci si nasce. E cambiare l’essenza del gruppo solo per accontentare le esigenze di un pubblico capriccioso decreterebbe la morte dell’originalità. Così, se ameremo quel ragazzo dalla testa enorme, sarà proprio per il suo modo di far musica con un secchio d’acqua e uno spazzolino da denti.
«È solo un pizzico di quel qualcosa di veramente incredibile che era in Chris Sievey», ha affermato il regista Lenny Abrahamson. «È la storia di un uomo che ha un mondo nella sua testa e lo condivide con un gruppo di disadattati», ha commentato Michael Fassbender. «Ho accettato sin dal primo momento in cui ho letto il copione, perché è in questo tipo di storie che mi piace essere coinvolto», ha aggiunto l’attore durante la presentazione del film al Sundance London, festival del cinema indipendente, nato grazie alla fondazione del Sundance e giunto, a Londra e nel mese di aprile, alla sua terza edizione.
Morale della favola a parte, il film è un trionfo di genialità, una storia eccellente, con un tocco d’humor e che vuole semplicemente parlare degli anti-eroi, questi eccentrici che non riempiono le sale, questi ribelli che restano fuori dal mainstream.
Translated from Frank, el genio surrealista del pop