Fotografia in viaggio tra ospedali e fortezze, tutti a Cortona on the move
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Rientrata a Firenze dall’Erasmus e dalle vacanze, con il sole ancora caldo non potevo passare la prima domenica di settembre chiusa in casa. Così ho preso un treno regionale e ho fatto l’unica cosa che chi è in piena crisi d’astinenza da viaggi può fare: perdersi tra le mostre fotografiche del Cortona on the move 2015.
Per il quinto anno consecutivo Cortona, cittadina nella terra di mezzo tra Toscana e Umbria, ospita fino al 27 settembre il meglio della fotografia documentaristica internazionale. Allestiti in diversi edifici storici, come la Fortezza medicea del Grifalco o il Vecchio ospedale, i progetti fotografici selezionati dalla curatrice del Cortona on the move (COTM), Arianna Rinaldo, attraversano il globo in lungo e in largo, dall’Africa alla Cina, per raccontare a tutti – ma proprio a tutti – pezzi di vita, di persone e di città.
Viaggio nei viaggi
La scelta di disseminare le mostre in diversi punti del centro abitato riflette la filosofia dell’intero festival che trasporta on the move noi visitatori, tra le strade e i vicoli di una Cortona animata e sospesa tra storia e contemporaneità. Una contaminazione a tutto tondo, dove si sono trovati ad interagire il patrimonio culturale di un luogo millenario e i nuovi linguaggi della comunicazione visiva.
Tra fotografia d’arte e fotogiornalismo, il progetti del COTM viaggiano in bilico tra realtà distanti, spostando sempre un po’ più in là la linea di confine che le divide. Dall’intima quotidianità della vita di Hannah ed Alena, raccontata da Carla Kogelman (vincitrice del #COTM2014), alle fotografie di Tomas Van Houtryve, scattate sfruttando i voli dei droni, richiamando l’attenzione sui cambiamenti radicali nel campo della privacy e della sorveglianza nella guerra moderna.
A vostra scelta
La bellezza della fotografia sta proprio nel dare a ciascuno possibilità di raccontare la realtà dal proprio punto di vista. On the move è l’occasione per scoprirne davvero tante di queste molteplici realtà: 18 mostre in sei differenti location, uno spazio anche all’Expo di Milano, una selezione video e cinque fotografi emergenti selezionati per il circuito OFF. Attraversate le mura e addentrati nel centro storico, si ha solo l’imbarazzo della scelta: con un unico biglietto, valido fino alla fine del festival, si può accedere a tutte le esposizioni oppure scegliere di fare biglietti singoli per ciascuna location. L’ideale sarebbe dedicare un intero weekend al festival, godendo anche del patrimonio enogastronomico che Cortona offre. La mia è stata invece solo una toccata e fuga (purtroppo).
Sedi in riuso
La scelta di allestire tre mostre, il circuito OFF e la selezione video all’interno dei locali dell’ex ospedale cortonese, riflette la volontà dell’associazione culturale che ha dato vita al festival. Oltre a farsi veicolo di contaminazione di linguaggi contemporanei in una cornice dalla storia millenaria, ha colto l’occasione per rivitalizzare il borgo dall’interno. Edifici da anni dismessi e abbandonati sono stati riscoperti e riutilizzati grazie al lavoro di volontari arrivati da tutto il mondo. Tralasciando la pecca della temporaneità della cosa, ciascun progetto fotografico ha trovato la sua collocazione ideale all’interno delle differenti sale dell'ex fabbricato in disuso.
Le mostre
Le piastrelle anni '70 sono la scenografia ideale per le melanconiche atmosfere della Russia del Dottor Zivago, evocate in A route of melancholy di Bizet Didier, uno dei giovani fotografi emergenti selezionati dal circuito OFF. Le pareti d’intonaco bianco fanno invece da sfondo alle stampe grande-formato di Cofrontier, il foto-progetto di Kai Wiedenhoefer sulle barriere innalzate dall’uomo nel mondo, tema quanto mai attuale e che la caduta del muro di Berlino ci ha solo illuso fosse archiviato.
Si tratta di una delle mostre che mi ha colpito di più, perché mette sotto gli occhi di tutti come ancora nel ventunesimo secolo si senta l’esigenza di marcare confini e alzare barriere, inutilmente ritenute le soluzioni a problemi globali. Immagini cariche di significato, narrativa e cruda realtà sono gli scatti raccolti in Pipeline di Elena Perlino, che rintraccia il viaggio di sola andata delle donne nigeriane di Benin City, dall’Edo State alla prostituzione sulle strade italiane, da cui non tutte riescono a riscattarsi.
E molto altro
Questa è solo la punta dell’iceberg di quello che troverete al Cortona on the move, tanti altri spazi sparsi per la città vi accoglieranno con stampe alle pareti e viste mozzafiato, alternando storia e città a natura e campagna. L’ambientazione unica di questo festival crea un connubio perfetto tra antico e nuovo, inondando i gli antichi vicoli di una moltitudine di "nuovi" turisti, non più solo in cerca di un buon bicchiere di Chianti. Il COTM è una tappa obbligata per chi, come me, non più fare a meno di viaggiare, non solo nella vita vera, ma soprattutto attraverso la fotografia.